Gli ultimi colpi di coda dell’inverno protrattosi sino a qualche giorno fa, per la gioia degli allergici, ha rallentato la diffusione di pollini nell’aria causa di occhi rossi, starnuti, tosse e pruriti. Ma chi soffre di allergia con i primi caldi e l’esplosione della primavera è consapevole che si tratta solo di un semplice rinvio, e ne inizia a subire gli effetti.
Secondo alcune statistiche sono 12 i milioni di italiani colpiti ogni anno da manifestazioni allergiche, con un aumento che negli ultimi dieci anni ha fatto registrare il passaggio dal 5 % al 30 % dell’intera popolazione residente, con particolare riferimento ai bambini. Si calcola, infatti, che avrebbero sofferto di almeno una reazione allergica più di un terzo dei ragazzi in età scolare.
Chi ne è colpito e cerca di curarsi sa che ad oggi è a disposizione una vasta gamma di farmaci di automedicazione che alleviano gli effetti e che possono essere suddivisi in due categorie: i decongestionanti e gli antistaminici. Ciascuno apporta dei benefici, ma come tutti i farmaci possono avere degli effetti collaterali più o meno rilevanti.
I primi agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, facendo contrarre i vasi sanguigni della mucosa, e così riducendo il gonfiore e quindi la secrezione di muco. La loro azione risulta essere sufficientemente rapida ed efficace anche nel caso in cui i sintomi siano già presenti in maniera fastidiosa.
A ciò fa da pendant che un utilizzo prolungato di circa 8 – 10 giorni, cosa molto probabile nel periodo di maggiore impollinazione, può causare la comparsa di una rinite da medicamenti e quindi addirittura un peggioramento della propria condizione, causando il cosiddetto fenomeno di “rimbalzo”: quando si interrompe il loro utilizzo si può verificare una vasodilatazione che porta alla comparsa di un aumento di volume dei turbinati e dunque un impedimento della normale respirazione nasale.
Ma l’uso a lungo termine di preparati locali contenenti vasocostrittori, può anche provocare la comparsa di alterazioni della mucosa nasale, con effetti negativi duraturi (fino anche a parecchi mesi dopo la sospensione del trattamento).
Per non parlare poi di tutti quei soggetti che riescono a tollerarli e che per tali ragioni se li somministrano con frequenza ancor maggiore, innescando pericolosi circoli viziosi che non fanno altro che aggravare la rinite.
Per tali motivi, i decongestionanti per uso locale, come gocce e spray nasali, dovrebbero dunque essere assunti alla minima dose efficace. Gli allergologi raccomandano, dunque di limitarne l’impiego per periodi più brevi possibili e con la consapevolezza che gli effetti possono sentirsi anche a distanza di alcuni minuti dall’inalazione.
La seconda categoria, ovvero gli antistaminici invece, anche se non servono a curare direttamente l’allergia, come dice la parola stessa, bloccano gli effetti dell’istamina, al fine di dare sollievo in un tempo sufficientemente rapido. Quelli più utilizzati sono gli antistaminici topici.
Tra tutti la levocabastina, che si è dimostrato come un efficace antagonista selettivo del recettore H1 dell’istamina, con una lunga durata d’azione. I medicinali a base di questo principio sono stati sviluppati per essere inalati o utilizzati in gocce per gli occhi e hanno dimostrato di garantire un rapido effetto e un’ottima tollerabilità da parte dei pazienti con rinocongiuntivite allergica.
Va specificato che gli antistaminici risultano più efficace se somministrati prima della manifestazione dei sintomi anche se è provato che levocabastina sia in grado di ridurre in maniera significativa la severità della risposta all’esposizione all’allergene già dopo cinque minuti dalla sua somministrazione Se assunti con regolarità farmaci di tal tipo possono aumentare le loro potenzialità offrendo ai pazienti un effetto protettivo efficace contro gli allergeni.
La tollerabilità dimostrata di questi antistaminici ne consiglia l’impiego con regolarità anche nei soggetti più deboli e quindi anche nei bambini già a partire dai 3 anni di età. Inoltre, le nuove generazioni di medicinali hanno eliminato gli effetti collaterali più fastidiosi come la bocca secca, o la sonnolenza indotta, che quasi impediva di assumere antistaminici di giorno.
Quale è la scelta migliore per curare la propria allergia o per ridurre i fastidiosi effetti?
Pur da profano, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non ha alcun dubbio che tutto dipende molto dal singolo paziente. Ma spetta al proprio medico o al farmacista suggerire quale sia il farmaco o i farmaci giusti. È chiaro che se l’allergia si manifesta in maniera violenta e/o duratura è sempre conveniente rivolgersi quanto prima ad uno specialista allergologo.
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