I corsi per sommelier, organizzati dalle Associazioni (in primis Ais e Fisar) riscuotono sempre maggiore successo in Campania presso le giovani generazioni.
Da qualche anno, infatti, si è decisamente invertito il trend che voleva che i corsi di sommelier prevalentemente frequentati da amatori 50enni o da persone che intendevano esercitare in via prioritaria la professione. Tantissimi sono gli under 30, con una ottima presenza femminile.
Interessante conoscere motivazioni e prospettive delle aspiranti sommelier. Incontriamo tre discenti del Corso Ais Caserta di II° Livello.
Asia Biffone, 26enne marcianisana, è studentessa in logopedia, proveniente da una famiglia impegnata nel mondo dei parafarmasanitari. Si è approcciata al corso da astemia, ovviamente ha cambiato idea…..
Lucia Migliaccio, 24 anni di Caiazzo, studentessa di Giurisprudenza, ha una famiglia che, in un territorio particolarmente vocato, produce vino da sempre per consumo domestico.
Camilla Tamasco, 22enne di Casoria (NA), frequenta la specialistica di Economia Aziendale ed è Responsabile per i Rapporti con la Clientela nell’Azienda di famiglia Alba Catering.
D: Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a frequentare un corso cosi impegnativo?
Asia: Sono sempre stata molto incuriosita, benché astemia. Ho conosciuto meglio il vino e mi sono aperta ad esso. E’ stata ed è una vera e propria educazione al bere cosciente e responsabile.
Lucia: Sin da piccola mi sono sempre chiesta cosa ci fosse dietro un bicchiere di vino, la storia, il lavoro, la grande cultura. Poter soddisfare queste curiosità è stato molto bello.
Camilla: Ho sempre avuto un’educazione familiare improntata alla cultura del cibo e del vino. Ho ritenuto importante saperne di più e ho persino scelto una tesi sul vino negli Stati Uniti.
D: Di sicuro frequentare un corso Ais presenta delle difficoltà, anche per l’interdisciplinarietà che questi corsi hanno….
Asia: Di certo le materie di carattere agronomico sono le più difficoltose per chi non viene da quel mondo, ma è molto stimolante approcciarsi con questi temi.
Lucia: E’ difficile andare al corso dopo aver passato una giornata sui libri universitari, tornare a casa e aprire volumi che trattano l’approccio scientifico all’enologia. Ma la passione vince su tutto.
Camilla: Amo tutto ciò che si studia al corso in modo particolare la storia del vino: è uno degli argomenti più affascinanti.
D: Pensate che questo corso possa aprirvi delle strade in futuro nel settore?
Asia: Non escludo, una volta concluso il III° livello, di occuparmi in maniera più profonda di questo settore, di certo subito dopo il corso mi piacerebbe essere chiamata dalle imprese per poter provare a lavorarci.
Lucia: Dopo la laurea intendo frequentare un Master in Food and Beverage, questo corso è per me un importante elemento della mia formazione, cosi come la partecipazione ad altri corsi che riguardano la cultura del cibo.
Camilla: Credo mi servirà molto il corso, non solo per la cultura e la passione personale, ma nella mia vita voglio far combaciare più settori, vorrei specializzarmi nel marketing dei prodotti di lusso, e credo che conoscere il vino costituisca un tassello di questa formazione.
Concludiamo chiedendo loro quale vitigno le ha incuriosite di più durante il corso di quest’anno:
Asia: Ho trovato interessante il Lambrusco. Grezzo, ma con un bellissimo colore.
Lucia: Di sicuro lo Chardonnay. Amo i vini fruttati e floreali.
Camilla: Mi piace molto il Riesling, un vero e proprio jolly che può abbinarsi in modo polivalente.
D: E i campani?
Asia, Lucia, Camilla: Tutte ritengono che i vini campani siano stupendi, ma che ci sia poca valorizzazione, poiché nella quasi totalità dei ristoranti, si serve vino con pochissimi anni di invecchiamento. Ciò non aiuta a dare valore a prodotti unici, che sono l’orgoglio della nostra terra.
*Nella foto Camilla Tamasco, Asia Biffone, Lucia Migliaccio.