Pandemia, vaccino e rilancio della ristorazione legata al mondo associativo di Slow Food, ne parliamo con l’Avv. Ferdinando Rossi, referente del progetto dell’Alleanza Slow Food Cuochi e Pizzaioli della Campania.
D. La Pandemia mette in crisi la convivialità, l’essenza stessa del ristorazione, come stanno vivendo i locali dell’Alleanza in Campania questi momenti difficili, ci sono differenze tra i territori?
La crisi pandemica ha imposto l’adozione di misure straordinarie per evitare il diffondersi del contagio quali, tra l’altro, il distanziamento interpersonale, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e la attuazione di specifiche norme igieniche. Ciò ha generato la quasi assenza della convivialità come normalmente intesa, ovvero il piacere di stare a tavola tra amici e conoscenti condividendo il buon cibo ed il buon bere in un clima di cordialità ed appagamento.
I ristoratori dell’Alleanza hanno sofferto in maniera diversa la crisi; trovarsi in una realtà cittadina ha creato problemi stemperati , pur se solo in parte, dalla possibilità di effettuare il delivery e l’asporto, mentre per i locali ubicati in realtà periferiche o addirittura isolate, anche queste attività non sono state realizzate in quanto valutate come non remunerative.
D. I Piani di rilancio di movimenti come l’Alleanza, fatta di cuochi e pizzaioli, possono comprendere anche l’appoggio esplicito alla campagna di vaccinazione, unica cosa che permetterà di affollare i tavoli davvero?
Il Progetto dell’Alleanza di Slow Food si è attivato, in questo periodo, per far ulteriormente comprendere il valore aggiunto di quei locali che sono luogo di cultura e coesione sociale, oltre che di gastronomia legata alla territorialità ed alla indiscussa qualità delle materie prime.
Sono certo che i Cuochi e i Pizzaioli dell’Alleanza sono consci che la campagna vaccinale sarà l’arma più efficace per affrontare e sconfiggere questo nemico invisibile, deleterio per la salute e per l’economia, consentendo così di riprendere le loro attività, più volte interrotte dai provvedimenti a salvaguardia della salute pubblica.
D Chiusure, restrizioni, etc, come giornale siamo sempre stati convinti, per la verità in solitudine nel panorama giornalistico di settore regionale, che la crisi della ristorazione, che è mondiale come il virus, sia il Covid, non le direttive per contrastare il contagio. In questo quadro anche il messaggio di Carlo Petrini ci è fortunatamente sembrato lontano dagli isterismi di certe associazioni, Il mondo Slow Food può essere un protagonista mondiale del dopo pandemia ?
Slow Food si prepara da tempo a guidare, una volta superata la crisi pandemica, la rinascita del buono, pulito, giusto e per tutti. In questo anno difficile il Progetto dell’Alleanza, senza remore o compromessi, si è dato obiettivi ancora più alti e regole ancora più impegnative per addivenire a quella ristorazione di territorio e di qualità fatta da Cuochi e Pizzaioli che sono e sempre saranno i custodi e gli ambasciatori dei saperi della nostra associazione.
D. Il nuovo progetto Ecocucine, cosa è, e si svilupperà anche in Campania ?
Non ritengo si tratti di un nuovo progetto ma dell’evidenziazione di un concetto ed un modo di essere che da sempre appartengono ai Cuochi ed ai Pizzaioli dell’Alleanza: il lavorare a stretto contatto con i produttori del territorio, il proporre carne proveniente da allevamenti locali e sostenibili e pesce locale non allevato e pescato localmente, la riduzione degli sprechi alimentari e dell’utilizzo delle materie plastiche, la ricerca di sempre maggiori accorgimenti per la eco sostenibilità dei locali, sono solo alcuni dei principi ispiratori del Progetto già ampiamente sviluppato nella nostra regione, che conta al momento ben 106 locali sui circa 350 diffusi in tutta Italia.