Parliamo di Canapa con l’agronomo dott.ssa Maria Teresa Basciano e le rivolgiamo alcune domande sull’interessante comparto che, anche in Campania, vede una notevole effervescenza. Affrontiamo anche il tema della Bioedilizia, e degli appuntamenti a breve.
Il mondo della canapa, soprattutto ad uso alimentare, come vive questi mesi di crisi dovuti al Covid?
Se in tempi non sospetti è arduo argomentare circa il mondo della canapa, ancor più lo è in tempi di Covid, soprattutto quando occorre “sintetizzare”. Questo perché il mondo della Canapa è multiforme e vasto proprio come il numero di prodotti finali ottenibili da questa meravigliosa coltura. Poi va considerato che ad ogni prodotto corrisponde generalmente un settore ben preciso e talvolta accade che le filiere produttive si separino a causa del fatto che attualmente non esistono attrezzature ed impianti in grado di lavorare e trasformare la pianta per intero.
Pertanto occorre analizzare i comparti separatamente focalizzando in primis la nostra attenzione sul settore alimentare.
Come in parte è noto, la canapa da più di un decennio si è ampiamente diffusa anche e soprattutto nel settore alimentare dove sono stati riconosciuti, anche scientificamente, i molteplici aspetti positivi e le eccellenti proprietà nutritive e nutraceutiche (ossia la presenza di principi nutritivi contenuti negli alimenti, che hanno effetti benefici sulla salute) in particolare dei semi.
Questo prodotto può trovarsi sul mercato talquale oppure, dopo essere stato sottoposto a processi di trasformazione più o meno complessi, che portano alla produzione di semi decorticati, farina e olio.
Da qualche anno a questa parte in Italia sono nate molte imprese di settore, alcune delle quali sono “morte” dopo poco tempo mentre altre sono riuscite a ritagliarsi delle vere e proprie nicchie di mercato e sussistono tutt’ora grazie anche alle possibilità di acquisire le aree di mercato offerte da internet.
Diversi imprenditori, quelli più “capaci” ed organizzati, si sono aperti ai mercati esteri, mentre altri hanno impiantato le proprie imprese nei paesi dell’Est Europa, dove i costi di produzione sono sicuramente meno incidenti di quelli che gravano sulle imprese nostrane.
Il momento pandemico ha indubbiamente creato non pochi problemi all’agricoltura in generale in tutte le aree economiche del nostro paese, e senza dubbio le difficoltà si stanno registrando anche nel settore canapicolo che già viveva di suo problematiche intrinseche, sia perché non strutturato ed organizzato come un normale comparto produttivo, sia perché spesso e volentieri alla mercé di diatribe politiche e non ultimo il susseguirsi di normative incerte relativamente alla liceità dei prodotti derivati dalla canapa sativa e destinati ad altro segmento di utilizzo, ma che per certi versi non ha positivamente inciso sulla diffusione dei prodotti destinati ai settori industriali in generale e al settore agroalimentare in particolare.
Cosa possono fare coloro che hanno coltivazioni e prodotti e vorrebbero arrivare nel mercato velocemente?
Raggiungere il mercato non è mai un’impresa facile per chi conduce un’azienda. Raggiungerlo “velocemente”, lo è ancor meno. Sicuramente è possibile attraverso analisi approfondite dei numeri “reali”, capire quanto effettivamente il mercato della canapa alimentare stia esprimendo tutto il suo potenziale. Ciò nondimeno, è da sottolineare il grande lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle informazioni relative alla canapa che in tutti questi anni è stato svolto con estrema passione dagli operatori del settore, associazioni di settore, cooperative e reti di imprese.
A mio avviso, il mercato della canapa per uso alimentare non è ancora all’apice del suo sviluppo. Ancora oggi molte persone non sanno che la canapa, o meglio, una parte di essa può essere mangiata migliorando le condizioni del proprio organismo. Questo è un dato di fatto facilmente appurabile tramite una semplice osservazione degli scaffali della G.D.O. oppure, facendo l’inventario dei prodotti presenti nella dispensa di casa e rendersi conto dell’assenza o scarsa presenza dei prodotti provenienti dalla trasformazione della canapa sativa.
Di strategie da attuare per raggiungere il mercato, ce ne sono, ma ciò che manca da sempre nella canapicoltura italiana è “il sistema”, e ancor di più un “obiettivo comune” che dovrebbe spingere tutti gli attori del comparto a remare nella stessa direzione.
Canapa e Bioedilizia, un futuro possibile?
Assolutamente si! Non solo possibile, ma necessario. E non parlerei di futuro, perché questa possibilità in alcuni casi è già una realtà.
Chiariamo innanzitutto ai lettori, che la porzione della pianta di interesse per la Bioedilizia è il fusto che è caratterizzato da una corteccia verde esterna fibrosa e una parte interna bianca legnosa, detta canapulo.
Queste due parti vengono di fatto già utilizzate in bioedilizia previa opportuna lavorazione e trasformazione. La prima parte, ovvero la fibra corta o fibra tecnica, è impiegata per la realizzazione di pannelli isolanti termoigrometrici e/o acustici; la seconda, ovvero il canapulo, per la realizzazione di intonaci, cappotti isolanti e biomattoni da costruzione realizzati in associazione con la calce dolomitica che costituiscono un’ottima alternativa ai mattoni tradizionali e ai blocchi in cemento.
l’agronomo si racconta:
Sono un Dottore Agronomo iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Napoli. Ho completato i miei studi nel 2013 presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali dell’Università di Pisa. Dopo pochissimo tempo dal brillante conseguimento della Laurea Magistrale, ho deciso di affrontare l’esame di stato per l’accesso all’Ordine provinciale di residenza, ovvero Napoli.
Le mie esperienze sul campo, sono state caratterizzate da differenti posizioni. Dall’insegnamento di materie quali economia, estimo, chimica e scienze degli alimenti, dalla redazione di articoli inerenti al food e all’agricoltura, nonché all’attività professionale in senso stretto, ovvero, attività di consulenza e formazione per coloro i quali intendono avviare o gestire un’attività imprenditoriale, in particolare nel settore canapicolo.
Lavorare su più fronti mi ha consentito di allargare lo sguardo e la visione sull’ampio ventaglio di possibilità che la vita offre.
Ad oggi, svolgo con passione ed entusiasmo tutto ciò che concerne la figura professionale del Dottore Agronomo, che mi porta ogni giorno a confrontarmi con i limiti e le potenzialità del territorio in cui vivo.
L’ appuntamento:
CANAPA & MORE, Un ciclo di convegni online imperdibile per i tanti addetti ai lavori, appassionati e/o semplici curiosi che vogliano farsi un po’ di cultura relativamente alla Canapa sativa.
Work in progress:
- corso formativo sulla coltivazione della Canapa in collaborazione con una società di formazione riconosciuta dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali
- rubrica di settore