Ven. Nov 22nd, 2024

L’Irpinia vive di grandi tradizioni e non è da meno quella del Torrone, in una gara infinita con Benevento che ha aziende più grandi ed “internazionali” mentre in provincia di Avellino ha forse la meglio la miriade di realtà artigianali, spesso legate ad un torrone in particolare e originario di una determinata località. L’ ottimo miele locale,  prodotto principale del Torrone, è sicuramente uno dei motivi della tradizione Irpina, unito alle derivazioni religiose.Il torrone di Ospedaletto d’Alpinolo e il Torrone di Castagne irpini sono anche riconosciuti tra I Prodotti Agrolimentari Tradizionali, PAT della Regione Campania.Il Torrone si chiama così da Torreo, in Latino Abbrustolire, relativo alla mandorla impastata con il miele, mentre anticamente  il suo nome era Cupeta. 

Nella carrellata di alcuni dei comuni più vocati,segnaliamo anche piccole realtà artigianali e storiche in cui è possibile anche comprare online il Torrone per il nostroNatale 2020, consumando campano.

A Grottaminarda, si produce soprattutto lo Spantorrone di Grotta, Si tratta di un tipo di pan torrone prodotto nella Valle Ufita. È caratterizzato da una particolare friabilità alla spaccata facendola sbriciolare in scaglie.

La ricetta originale prevede l’utilizzo della torroniera, dove il miele e l’albume vengono riscaldati per molte ore e si aggiungono le nocciole e le mandorle, aromatizzandole con la vaniglia. Il prodotto successivamente viene steso negli stampi e coperto di fettine di Pan di Spagna imbevute di rhum e liquore strega.

A Grottaminarda è pieno di torronifici, c’è l’imbarazzo della scelta, molto attrezzato anche per commercio online è Torrone Romano https://torroneromano.it

e l’artigiano puro Franco Cataruozzolo https://www.torronifrancocataruozzolo.it

Foto Cataruozzolo

Ad Ospedaletto d’Alpinolo, invece, il torrone prende il nome dal comune stesso.

La tradizione vuole che questo torrone venga anche consumato durante i pellegrinaggi al vicino Santuario di Montevergine, il tradizionale ‘o Copeto.. La sua produzione rispetta le antiche regole, e se ne individuano due categorie, quello classico, a base di miele, albume, nocciole o mandorle tostate, o farcito al pan di Spagna. In entrambe le ricette è prevista una copertura di glassa al cioccolato e l’eventuale presenza di altri ingredienti come la frutta secca o le castagne in pasta.

Ad Ospedaletto d’Alpinolo sono tantissime le attività legate al torrone, tra artigianali e piccolissime e grandi realtà industriali. 

Uno dei più storici è Torrone Partenio https://torroneparteniopaganoantonio.webnode.it/

Foto TorronePartenio Pagano

Il prodotto principale di più antiche tradizioni che viene realizzato in tutta la provincia di Avellino, è il Pantorrone( marchio registrato da Gerardino Garofalo nel 1967). Si tratta di un dolce costituito da torrone e Pan di Spagna, sialternati in diversi strati, ricoperto di cioccolato fondente. Il pantorrone viene preparato si usano uova, zucchero, farina, miele, mandorle, vanillina, liquore strega o rhum per la parte interna e rivestito poi di zucchero e cioccolato.La torroniera è il luogo dove vengono cotti a bagnomaria. I maggiori torronifici specializzati in pantorrone si trovano a a Dentecane, piccola frazione del comune di Pietradefusi.

Una bella realtà di Dentecane e con un comodo shop online da cui acquistare infiniti dolci prodotti a base di torrone è Pantorrone Garofalo

www.pantorronegarofalo.it

Infine, a Monteforte Irpino è radicata la tradizione del Torroncino, con alla base le tradizioni di San Martino , nei territori di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino e Montella, aree maggiormente vocate alla coltivazione della castagna , c’è il  “pantorrone” o “spantorrone” di castagne, Questo particolare tipo di torrone è ottenuto con il tradizionale impasto di miele, albume e zucchero a velo arricchito da una gustosa farcitura a base di castagne, candite oppure in pasta, molto spesso insaporite dall’aggiunta di cacao e rhum.

Ma quale vino abbinare  con il Torrone ? Ovvio: un passito, ma senza lasciare l’Irpinia e segnaliamo FOXTAIL, il passito di Coda di Volpe  di Cantina San Paolo a Tufo  di Claudio Quarta Vignaiolo, che abbiamo degustato qua https://www.campaniaslow.it/2020/10/15/degustazione-foxtail-il-primo-passito-di-claudio-quarta-vignaiolo-e-in-campania/

e CHICCO d’ORO, Passito di Fiano di Tenuta Cavalier Pepe a Luogosano. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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