Lun. Nov 25th, 2024

Cornicione a canotto? E allora se cornicione deve essere che sia gourmet, come la pizza griffata Vesi. L’idea prenderà forma nel locale Pizzagourmet al Vomero, in viale Michelangelo, in una giornata free pay dedicata alle degustazioni di cornicioni farciti con creme speciali realizzate per l’occasione. Il 18 dicembre presso il locale vomerese, il maestro Giuseppe Vesi preparerà le sue pizze con cornicioni ripieni, che saranno farciti con creme e preparati davvero special. Inoltre, chi assaggerà questa pizza, pagherà alla cassa solo le bevande. Sei le nuove farciture. 

1. RIPIENO CANNELLONE

Dedicato al primo prototipo del cannellone. che risale circa alla prima metà dell’Ottocento, quando un cuoco napoletano, Vincenzo Corrado, presentò un pacchero ripieno di carne macinata, e tartufi e messo a cuocere con sugo al pomodoro.

2. RIPIENO ALLA NORMA

Secondo alcuni a dare il nome alla ricetta sarebbe stato il commediografo siciliano Nino Martoglio che davanti ad un piatto di pasta così condito avrebbe esclamato “È una Norma!”, ad indicarne la suprema bontà e paragonandola alla celebre opera di Vincenzo Bellini. Secondo altri, a maggior giustificazione della dedica, la ricetta sarebbe stata perfezionata, reinterpretata e messa a punto sulla base della cucina tradizionale da uno chef siciliano proprio in occasione delle celebrazioni per la nuova opera lirica del grande compositore catanese. 

3. RIPIENO AL TORTELLINO BOLOGNESE

E’ il 7 dicembre 1974: la Confraternita del tortellino e la Delegazione di Bologna dell’Accademia Italiana della cucina, depositano con atto notarile la ricetta originale. Il ripieno prevede: lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, parmigiano, 1 uovo, noce moscata. 

4. RIPIENO AL TORTELLO DEL MUGELLO

Il tortello di patate nasce come piatto povero: il ripieno diventa di patate con la raccolta delle prime patate seminate verso la metà del 1800. Infatti questo ripieno diventa una alternativa a quello di castagne frutto conosciuto e raccolto in tutte le zone appenniniche. 

5. RIPIENO RICOTTA, SPECK E NOCI

Una ricetta semplice che utilizza un ingrediente, come lo speck, usato dai contadini fin dal 1200 per conservare la carne del maiale che veniva ucciso a dicembre, e che, ancora oggi, fa parte della dieta sudtirolese. Lo speck è ottenuto da due metodi di lavorazione: la stagionatura e l’affumicatura. La ricotta è quella di bufala, e le noci sono quelle di Sorrento.

6. RIPIENO CON MELANZANE, RICOTTA E PROVOLONE DEL MONACO

Abbinamenti mediterranei per un ripieno che utilizza un formaggio lavorato a mano da maestri casari che si tramandano le tecniche da generazioni. Le mucche producono circa 15 litri di latte al giorno da cui deriva il suo sapore unico e leggermente piccante. Il suo nome deriva dalla somiglianza tra le bisacce con cui i commercianti, ad inizio del ‘900, lo trasportavano per consegnarlo con quella dei monaci che facevano la questua. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.