Ven. Nov 22nd, 2024

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea di oggi  (n. L 231) il  Regolamento di esecuzione n. 1234/2018 del 12 settembre 2018 con il quale è stata ratificata la registrazione della denominazione “Marrone di Serino / Castagna di Serino” (è infatti impiegabile sulle confezioni del prodotto una o entrambe le denominazioni) tra i marchi comunitari di protezione delle produzioni agroalimentari tipiche, ai sensi del Regolamento UE n. 1151/2012. E’ così terminato l’iter per il riconoscimento dell’ambito marchio per tutelare questo prestigioso prodotto, vanto, con le altre due denominazioni già registrate, della castanicoltura campana. Quella al Marrone/Castagna di Serino è la decima IGP della Campania (24 sono complessivamente i marchi DOP/IGP, primato assoluto nel Mezzogiorno), la dodicesima tra gli ortofrutticoli. La zona di produzione del Marrone/Castagna di Serino IGP comprende il territorio dei seguenti Comuni: Serino, Solofra, Montoro, S. Michele di Serino, S. Lucia di Serino, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Chiusano S. Domenico, Cesinali, Aiello del Sabato, Contrada e Forino ricadenti nella Provincia di Avellino e i Comuni di Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, S. Cipriano Picentino, Castiglione del Genovesi e Calvanico ricadenti nella Provincia di Salerno. La superficie stimata ammonta a circa 3.600 ettari (2400 nell’avellinese e 1200 nel versante salernitano), che dà luogo ad una produzione media annua di 60 mila quintali all’anno (resa media produttiva unitaria più alta di tutto il Mezzogiorno) ed un fatturato superiore ai 5 milioni di euro. I dati produttivi ed economici indicati però si riferiscono al periodo pre-cinipide, prima quindi che il temibile parassita falcidiasse castagneti e prodotto esitato. Il Marrone/Castagna di Serino IGP presenta caratteristiche qualitative di pregio che ne fanno una delle produzioni castanicole di eccellenza a livello mondiale: facilità nella pelatura; particolari proprietà calorimetriche tale da essere trattato dalle industrie di trasformazione con estrema facilità anche a temperature elevate, soprattutto per la sterilizzazione, senza alterare le qualità del frutto; pezzatura grossa; assenza di settatura del frutto; ottime qualità organolettiche e dolcezza di sapore che lo rendono molto favorito dal punto di vista commerciale (caldarroste e marron glacé in particolare). Tutte qualità intrinseche raggiunte dopo secoli di buona pratica agronomica associata ad una dedizione assoluta da parte degli operatori locali. L’attività di controllo sulla conformità del prodotto al disciplinare sarà svolta dal Dipartimento Qualità Agroalimentare (DQA) di Roma, che già certifica la Mozzarella di Bufala Campana DOP.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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