La manifestazione, organizzata dall’associazione “la fonte” di Contursi Terme, come sempre, punta a valorizzare i percorsi culturali ed enogastronomici della Valle del Sele e del Tanagro. La Trota Fario, che fa parte della famiglia dei salmonidi ed e’ un pesce che abita solo fiumi puliti, da sempre per le popolazioni dei paesi dell’intera valle e’ stata presente sulle tavole come prelibatezza unica.
Durante le due serate sara’ possibile degustare l’ottima pietanza:
– il giorno 16 agosto: tubetto al sugo di trota e trota all’acqua pazza;
– il giorno 17 agosto: spaghetti al peperoncino e trota al cartoccio;
Le due serate di sagra saranno accompagnate, inoltre, da due manifestazioni musicali.
– il giorno 16 agosto ci sara’ una serata piano bar con l’esibizione del gruppo “Erebia”, nonche’ l’esibizione di artisti locali e la speciale animazione di sasi panza;
– il giorno 17 agosto ci sara’ uno spettacolo di canti e musica popolare dal titolo “Tara’ntammorra -ritmi del grecale”, con la partecipazione straordinaria di marcello colasurdo, patrizia giannattasio, Emidio Staiano, Mimmo Scippa, Peppe Cirillo, il violinista Hamlet e le due danzatrici di pizzica Maria Grazia Lettieri e Milena Acconcia, che realizzeranno nei giorni precedenti uno stage sul posto per giovani aspiranti danzatrici, che poi si esibiranno durante la serata. La conduzione della serata sara’ affidata a Enzo Landolfi.
“Tara’ntammorra ritmi del grecale” nasce da un’idea di peppe cirillo e dell’associazione “la fonte” che, insieme, intendono valorizzare la cultura musicale della tammorra (tipica della zona vesuviana) e della pizzica salentina. La zona della valle del sele ha sempre rappresentato, geograficamente, un punto di incontro tra la puglia e la fascia tirrenica (di qui passava la via del grano e la via del sale che congiungevano i centri urbani della fascia tirrenica con il mar adriatico). Su questa stessa linea soffia il “grecale”, il vento che arriva da nord-est e che porta con se’ ritmi musicali particolari e culture orientali che si incontrano e si fondono con la tradizione partenopea.