Lun. Nov 25th, 2024

caseificiosanvitoSono amante della Mozzarella di Bufala con forte sentore di stallatico e muschiato, mi piace sentire l’animale sulle papille e  nelle narici, una sensazione che non è per tutti i palati internazionali e globalizzati forse gradevole ma che mi ricorda che quella che è nel piatto è 100% mozzarella con Latte di Bufala, quello  di Terra di Lavoro, così come tramandata dalla storia. Un sentore che rimane per ore sulle mani e nelle narici. Spesso, anche nel caso di ottimi prodotti, la mia voglia di stallatico  è stata difficilmente del tutto  appagata, parliamo di un desiderio che forse, chi è stato abituato a Mozzarelle da pubblicità televisiva e da Gdo nemmeno conosce e forse lo considererà poco delicato. Tornando a casa dal beneventano mi fermo in via Forche Caudine a Maddaloni (alla fine della strada statale che unisce il casertano al Sannio, poichè vedo un caseificio-puntovendita anche di pane ed altri generi alimentari, si tratta del Caseificio San Vito. Non sono in cerca di novità, nè di fare recensioni, soltanto devo mettere insieme il pranzo. Acquisto il panello di pane e prendo mezzo chilo di mozzarella, non c’è il logo del consorzio di tutela e domando, non avendo mai prestato attenzione a quel caseificio, nè avendolo incontrato in fiere, manifestazioni etc…, ragguagli sul latte, la gentile signorina mi spiega essere latte di bufala rigorosamente casertana al 100% (così come campeggia sul cartello). Il prezzo è giusto per un prodotto con vera mozzarella di bufala, ovvero 11 euro al kg, e preso dai morsi della fame non sto là a continuare la discussione sul latte e vado a casa. Non mi aspetto grandi cose, ma solo di mangiare un’onesta e nuda mozzarella di bufala con del buon pane. Al palato, invece, bella scoperta davvero. All’aspetto, innanzitutto  sia le “palle” sia i bocconcini hanno tutte le caratteristiche orecchiette all’estremità del bolo, diverse tra loro, spia di un prodotto formato a mano e non con macchinari, una sierosità elevatissima, indice di freschezza assoluta, il sapore muschiato, di stalla ed animale quanto basta e non nascosto,  per soddisfare il palato è davvero intenso e appagante ( scopritelo soffiando con il naso dopo avere masticato). Tengo a precisare che è la prima volta che vengo a contatto, casualmente, con questa realtà, che conoscerò in futuro senz’altro meglio, senza aver avuto alcun rapporto con chi era dietro al bancone, se non quello di un normale e frettoloso cliente.Ricerco sul web, dopo aver mangiato,  il sito dell’azienda che parla di latte prelevato da allevamenti nel Matese ( trattasi probabilmente di quella ricchissima zona dell ‘alifano patria, ormai, di grandi allevamenti semiliberi)  al  pascolo con mais, mangimi, fieno di erba medica, crusca e paglia ( “ritrovati” nel piatto), nel sito si parla anche della lavorazione e mi si conferma la formatura manuale effettuata da due operai.  A volte nel casertano, in piccole realtà di provincia,  si fanno davvero belle scoperte con grandi prodotti a lavorazione artigianale.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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