Ven. Nov 22nd, 2024

Vino-in-ItaliaIn un paese come l’Italia, il territorio e la bellezza sono le armi per uscire dalla crisi: ne consegue che dobbiamo difenderli entrambi. L’attenzione sull’ importanza del territorio rurale, sul ruolo dei Comuni, sul rapporto tra agricoltura e turismo, sulla funzione della cultura e la debolezza della politica sono al centro di questa lettera aperta che l’Associazione Nazionale Città del Vino (500 Comuni associati in tutta Italia) che ha inviato questa mattina a Matteo Renzi, presidente del consiglio incaricato, ponendo alla sua attenzione alcuni temi considerati cruciali per le sorti del Paese  e da prendere in considerazione per la futura azione di governo.

 

I Comuni italiani stanno attraversando un periodo di forte crisi, soprattutto di carattere finanziario, che impedisce di svolgere il loro ruolo di custodi del territorio. La qualità della vita nei territori molto dipende, infatti, dai servizi che gli enti locali sono in grado di erogare ai cittadini e alle imprese, servizi messi a rischio da politiche governative di tagli che nel corso degli ultimi decenni hanno mortificato il loro ruolo. E Renzi, che è un sindaco, tutto questo lo sa bene.

 

Nonostante la crisi, l’agricoltura, e la vitivinicoltura in particolare, hanno assunto un ruolo sempre più importante per la nostra economia, attivando un ampio movimento socio economico caratterizzato dallo sviluppo di numerose attività indotte: basti pensare al turismo del vino, con i quasi 5 milioni ed oltre di enoturisti che viaggiano per l’Italia e gli oltre 3 miliardi di euro di fatturato, le 170 strade del vino e dei sapori, l’enogastronomia e le diffuse forme di ricettività turistica sui territori. Ma questo positivo fermento non ha ancora una sua nuova ed efficace “governance”. Troppi ministri per le politiche agricole si sono succeduti nel giro di pochi anni, mortificando le politiche verso un settore che invece deve essere consideralo strategico, ancor più in vista dell’appuntamento di EXPO 2015 a Milano. L’intreccio tra agricoltura di qualità, ambiente e paesaggio, storia e cultura rappresentano i fattori attrattivi del nostro Paese; se questo è un dato di fatto, questi temi devono trovare nell’ambito del Ministero per le politiche agricole e del Governo una sintesi operativa.

Per far questo occorre:

  • riconoscere il ruolo delle Associazioni di Città di Identità titolate (Città del vino, Città dell’Olio) quali strumenti di promozione del territori rurali;
  • snellire la burocrazia che in agricoltura è soffocante;
  • sostenere le imprese che tutelano il territorio;
  • dotare il territori rurali di adeguate infrastrutture web;
  • riscrivere e rifinanziare la legge nazionale sulle Strade del Vino (268/99);
  • tutelare i vitigni antichi e autoctoni in Italia, vere eccellenze del Paese;
  • sostenere le candidature UNESCO dei territori vitati italiani (Langhe, Roero e Monferrato, Prosecco Superiore Docg, alberello di Pantelleria, ecc.), unici “oggetti culturali” assenti dal lungo elenco del patrimonio tutelato dall’Unesco in Italia, ma presenti in altre aree europee;
  • ribadire il NO alle produzioni agricole con sementi OGM; il modello agricolo italiano con può sostenere gli organismi geneticamente modificati, pena la perdita della sua biodiversità e peculiarità che rendono unici al mondo i nostri prodotti;
  • lotta dura alla contraffazione dei prodotti agro alimentari italiani;
  • fermare il consumo di suolo agricolo a fini cementificatori;
  • favorire il recupero abitativo e/o di servizi per l’accoglienza turistica dei borghi rurali a rischio di abbandono, attraverso esperienze quali, ad esempio, gli alberghi diffusi;
  • favorire tra i giovani la cultura della dieta mediterranea, del bere consapevole e sostenere azioni di comunicazione e formazione contro gli abusi dell’alcol: il vino è cultura.
  • favorire l’integrazione delle popolazioni immigrate che trovano nel comparto agricolo occasioni di lavoro e di cittadinanza, combattendo lo sfruttamento e il lavoro nero;
  • sostenere i Comuni che attuano buone pratiche, per avere istituzioni più forti e autorevoli, più autonome, più efficienti, più semplici e moderne, valorizzando la classe dirigente locale, la serietà e la competenza, la legalità e la trasparenza dei processi decisionali;
  • maggiore intreccio delle politiche ambientali, culturali, agricole e turistiche, affinché vi sia un coordinamento in grado di favorirne lo sviluppo sostenibile.

Per l’Associazione Nazionale Città del Vino sono questi alcuni tra i principali temi per ragionare su cosa effettivamente serva in futuro al nostro Paese.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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