La collega Adele Consola è stata alle pendici del Vesuvio a Trecase a scoprire Vigna delle Rose, fascinosa new entry nel settore dell’ospitalità a marchio Casa Setaro, dove in vigna si possono vivere esperienze enoturistiche vista mare e Vesuvio in cui la cucina è curata magistralmente da….. ma ora seguiamola nel suo tour!
Ad accoglierci Massimo, personalmente, direttamente. Visita in vigna, il tempo di raccontarci il suo sogno, un sogno vista mare e vista Vesuvio che diventa realtà ed è subito poesia, a tavola e tutt’intorno.
“Il progetto dell’Albergo Diffuso nasce nel 2017, – ci dice Massimo – sono figlio di contadini e ho voluto creare un progetto enologico di vita e di vini, un progetto enologico basato su due cose fondamentali: rispetto della natura e delle tradizioni, qualità ed è identità. Quindi la mia azienda, Casa Setaro, nasce nel 2004 con questo obiettivo e a distanza di 20 anni possiamo ritenerci soddisfatti”. E pronti a continuare magnificamente, è il caso di aggiungere.
Continua, infatti, con il nuovo capitolo di “Vigna delle Rose” l’avventura della famiglia Setaro, di Massimo e della sua àncora Maria Rosaria, soprattutto. Dai vigneti alla tavola, passando per l’ospitalità in confortevoli camere sparse per la tenuta, più precisamente quattro camere e una suite, realizzate nell’antico casolare di famiglia, dove vivevano e lavoravano gli avi di Massimo e dove lui è cresciuto. La struttura comprende anche una piscina con vista sul Vesuvio, un’area relax, una biblioteca, un ampio dehor chiamato “piazza delle Rose” adibito ad anfiteatro per spettacoli e concerti, il ristorante di cucina tipica locale e la suggestiva “Sala delle botti” dove degustare i vini di Casa Setaro.
Il nome di “Vigna delle Rose” è un chiaro omaggio alla “rosa antica di Pompei”, diffusa nell’area pompeiana durante l’epoca romana.
L’apertura di “Vigna delle Rose” guarda al futuro con la sua geniale idea di albergo diffuso e ristorante cantina.
Un’impresa agricola, un orto di stagione, numerosi presidi slow food nella cucina creativa ma concreta dello chef Pierpaolo Giorgio, che riflette nei suoi piatti solide radici campane, si, ma con il giusto tocco di modernità.
Il direttore di sala e sommelier è Valerio Coppola, abile non solo sui vini, ma anche sulle birre e sui drink realizzati con maestria, per un “beverage pairing” esclusivo e unico nel suo genere, la ciliegina sulla torta.
Un pranzo, quello fatto qualche giorno fa e riscaldato da un bel sole di dicembre, dove abbiamo avuto la possibilità di degustare tutte le espressioni del “Caprettone” (vigoroso vitigno campano per antonomasia) di Casa Setaro, dalle bollicine, di “Caprettone” in purezza, appunto, che Massimo ama definire come il suo “Champagne col sale” ad un cocktail, base “Caprettone”, creato con maestria da Valerio, con Armagnac, albicocca “pellecchiella”, acqua brillante e miele. Passando per “Aryete”, affinato in anfora e tonneaux per 6 mesi e per altri 2 mesi in bottiglia.
Abbiamo bevuto e abbiamo assaporato piatti perfettamente armonici.
Tartare di ricciola, arancina di limone, assaggio di Olio Extravergine di Oliva “coratina”, cultivar di olivo tipica della Puglia, burro di bufala, tarallo napoletano… per cominciare. Poi ancora triglia in tempura con ortaggi a metro zero. Pasta alla genovese. Baccalà con papaccella napoletana e cece di Teano. Torroncino stregato e mandorle.
Nel bel mezzo del Parco del Vesuvio un’ospitalità sostenibile; prodotti del territorio e degustazioni vini biologici. Sempre sotto un “occhio” attento di sua maestà il Vesuvio, tra cielo, lava e mare.