Il vino Falerno si è affermato nell’antica Roma non solo per la sua bontà rispetto agli altri ma anche per aver suscitato un importante storytelling dell’epoca, attraverso scrittori e narratori del bello e del buono o di vicende commerciali o guerresche. Oggi, la narrazione del Falerno della contemporaneità, ha potuto essere protagonista e fatta oggetto della nobile arte della “Traditio” in quanto trasmissione ai posteri, grazie soprattutto a vignaioli custodi, durante fasi del novecento in cui la vigna pareva scomparire nel litorale domitio, affogata dalla incontinenza edilizia o dal maggior reddito garantito dalle colture frutticole. Tra coloro che sono stati i protagonisti della rinascita del Falerno dei nostri tempi, nel suo areale storico e più fecondo, c’è di certo la famiglia Zannini di Falciano del Massico. Produttori di vino fin dal 1800 vedono ora perpetuarsi il legame con il territorio attraverso il giovane Domenico Zannini e suo padre Carlo, giurista ma impegnato nell’agriturismo di famiglia, Masseria Campierti, una delle mete del gusto semplice e giusto di Terra di Lavoro; il vino è per Domenico questione di passione e di tradizione nell’antico ager falernus.
Ricco di testimonianze archeologiche, il terreno attorno la piccola vigna viene magistralmente raccontato dall’archeologo Ugo Zannini, zio di Domenico e scrittore di tantissimi saperi tra vino e antichità. Anche dalla vigna dei Zannini spuntano, qua e là, i resti di un’antica fornace romana che una volta produceva anfore, quando dal vicino porto di Minturno le navi salpavano per tutto il mondo conosciuto stracolme di contenitori di questo prelibato vino. Proprio nella sala da pranzo spunta una notevole Anfora Dressel che ci riporta alla mente scavi e riscoperta della identità dell’areale.
Per me non è la prima volta in questa piccola vigna, un ettaro e mezzo per 4500 bottiglie, in una fantastica esposizione per il Primitivo resistente alle arsure estive grazie alle brine raccolte dal mare di Sinuessa, ma dove influiscono anche il bel Lago vicino, quel lago di Falciano Riserva regionale che merita una gita e i contenuti vulcanici della vicina Roccamonfina. Ai piedi del Monte Massico, in mezzo alla vigna di località Campierti, incastonata tra Carinola e Falciano, Domenico si trova a suo agio nel parlare del suo terreno calcareo ed argilloso, dove le uve primitivo la fanno da padrone, lasciando solo una piccola parte ad aglianico ed alla camaiola dai preziosi utilizzi per vini dal blend interessante. Sono sempre stato dell’avviso che è proprio qui, tra Carinola, Piedimonte di Sessa, la zona nord di Mondragone, l’ area interna di Falciano del Massico, che il primitivo per il Falerno dell’oggi dà il meglio di sé. Le moderne tecnologie di vinificazione sono venute in supporto alle antiche tradizioni, un difficile lavoro di sintesi affidato alle competenze e alla sensibilità dell’enologa Anna Della Porta, professionista esperta nella valorizzazione delle piccole cantine. La degustazione, sempre possibile con preavviso, trova però la miglior esperienza usufruendo, nello stesso luogo della cantina, di Masseria Campierti, agriturismo della famiglia Zannini che dispone anche di 4 camere arredate in stile anni ’50 per fare vivere una splendida esperienza di “bed & wine”. Una soluzione sempre più gradita dal pubblico soprattutto anglosassone, con piena eleganza e comfort, senza che si perda calore rurale.
La proposta gastronomica, come detto semplice e di gran gusto, è affidata a Silvana Petrarca, artefice di piatti tradizionali preparati con ingredienti di qualità e materie prime a km 0. Si tratta di preparazioni come il tortino di patate con friarielli e salsiccia, il ricercato risotto al Falerno, la vera cultura del ragù con la pasta fatta in casa, tanti modi di cucina del vitello e della carne bovina in genere, la vincente pasta frolla con crema e amarene. E si esalta il Falerno con queste pietanze come abbiamo verificato nella degustazione tecnica da parte del sommelier Ais Steffen Wegner.
Sui vini, tutti rossi e nessun bianco prodotto, per ora:
Campierti Falerno del Massico primitivo dop – 100% primitivo scaturente da viti allevate a guyot per una resa di 70 q/ha, con macerazione e fermentazione in acciaio a temperatura controllata, maturazione per 9 mesi in acciaio e per 2 mesi in barriques, affinamento di 6 mesi in bottiglia. Si evince una essenza totale del primitivo di queste terre, non lo confonderete con nessun pugliese e riuscirete a tirar fuori originalità e diversificazione al naso e alla beva.
Ardens Falerno del Massico Roccamonfina rosso Igt – primitivo, aglianico, camaiola macerazione e fermentazione in acciaio a temperatura controllata, maturazione per 9 mesi in acciaio e per 2 mesi in barriques, affinamento di 6 mesi in bottiglia. Ecco l’ Ideale per scoprire come “lavora” un 7 % appena di Camaiola, in una bottiglia come questa, consentendone un servizio a tutto pasto, una di quelle etichette che fanno la gioia dei ristoratori.
Campierti primitivo riserva dop 2017 100% primitivo
Qui siamo nell’ultimo nato, in commercio, per Cantina Zannini. Bassa resa davvero : 50 q/ha e, come si conviene ad una grande riserva, è prodotto solo in annate eccezionali, dopo accurata selezione in campo. Vinificazione in rosso a temperatura controllata, con una lunga maturazione prima in acciaio e poi in tonneaux per almeno 20 mesi, affinamento 3 mesi in bottiglia. Notevoli le venature speziate al palato, richiamanti in toto ciò che si può avvertire al naso. Suadente ventaglio terziario in grado di esaltare ogni grande secondo di carne, ottimo per meditazione. A chiudere l’esperienza prandiale, un amico di casa, l‘Elixir Falernum di Distilleria Petrone, sempre un grandissimo piacere nel fine pasto.
Masseria Campierti e Tenuta Zannini
Strada Provinciale Falciano Carinola
Falciano del Massico (CE)
Tel. +39 0823 129 5544