La birra Serrocroce al Vinitaly per raccontare ad una platea internazionale un’eccellenza made in Irpinia.
Quattro giorni per testare le ultime novità prodotte da Vito Pagnotta, protagonista a Verona, insieme al Consorzio Birraio Italiano, di cui l’imprenditore è tra i soci fondatori.
Allo stand D40 del Padiglione C, i migliori birrifici d’Italia si sono riuniti per la celebrazione di un prodotto che da millenni viene preparato con 4 elementi naturali, senza conservanti e coloranti.
Serrocroce è l’emblema di questa filosofia green, narrazione profonda della storia di Vito, contadino prima che Birraio. La storia delle sue origini, dei luoghi in cui è nato e delle terre che lo hanno ispirato. Un viaggio ricco di umanità e passione, di cui ogni birra ne rivendica il vissuto in modo fedele e sincero.
Luppolo, malto, acqua, lieviti. Serrocroce attinge dalle materie prime del territorio che conferiscono ad ogni nettare sapori unici e profondamente legati alle radici della famiglia Pagnotta, una famiglia di agricoltori, da generazioni dediti alla coltivazione di cereali.
“Quando diciamo di essere contadini prima che birrai è a questo che ci riferiamo – spiega Vito Pagnotta – al grande legame col profumo della mietitura, al colore dei cereali che cambiano da una stagione all’altra; e ancora, alla lenta ed emozionante attesa delle spighe mosse dal vento e asciugate dal sole, pronte per il raccolto. È bello tornare al Vinitaly e poter raccontare tutto questo. Serrocroce è un prodotto artigianale realizzato con acqua, malto, luppoli e lieviti del mio territorio. Il livello d’eccellenza conquistato negli anni è sicuramente merito di ricerca e sperimentazione, ma le radici sono sempre state la bussola che mi ha orientato in ogni scelta”.
Serrocroce crea le proprie birre studiandone e realizzandone le ricette con particolare cura nella scelta degli ingredienti. Ogni birra racchiude dentro di sé un profondo rispetto, studio e riscoperta della tradizione brassicola con un approccio moderno e sostenibile. Ed è così che la piccola impresa di Monteverde ha scalato la vetta conquistando anche mercati difficili e premi importanti.
“In Serrocroce si evince la capacità tutta italiana di lavorare con elevati standard di qualità dando forma a prodotti originali che sfruttano nella ricetta ingredienti tipici del nostro ricchissimo territorio. Con questo spirito siamo arrivati alla creazione, non solo di birre molto particolari, ma anche di prodotti unici come il nostro amaro di birra e la gelatina di birra – aggiunge Pagnotta”.
Premio Cerevisia, Best Italian Beer, l’Oscar Green sono solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti per le creazioni Serrocroce: “Ogni premio ci motiva a spingerci oltre e Vinitaly è stata l’opportunità per presentare al mondo l’ultima sfida, per me la più emozionante perché porta il nome del mio paese: Monteverde – chiosa il birraio”.
Monteverde è la birra dell’omonimo paese irpino che ha il merito di aver messo in rete gli agricoltori del posto per creare un prodotto irriproducibile se non, in quell’angolo di Irpinia votato storicamente all’arte cerealicola. Una birra artigianale prodotta con luppoli e fiori di luppolo selezionati e raccolti a mano nel luppoleto aziendale. I cereali sono di Monteverde e l’acqua e i lieviti sono prodotti in Irpinia. Inoltre, la produzione in birrificio avviene a porte aperte, in modo che ogni conferitore cerealicolo, esclusivamente di Monteverde, possa vedere o partecipare in prima persona alla cotta. Ne nasce una birra di forte identità in cui emerge complessità e freschezza, equilibrio e vivacità.
“Monteverde come tutte le birre Serrocroce è un prodotto sartoriale, un prolungamento naturale dell’artigianato italiano. Insieme al Consorzio Birra Italiana abbiamo mostrato l’anima del segmento brassicolo artigianale. Un movimento che sta operando bene: lo si vede dal fatto che sempre più italiani apprezzano le birre e le degustano in abbinamento a grandi eccellenze gastronomiche. Finalmente anche nella birra, come nel vino, si parla di terroir, di valorizzazione del patrimonio di biodiversità di cui il nostro Paese è alfiere internazionalmente riconosciuto. Vinitaly è e sarà sempre una vetrina interessantissima per diffondere una cultura dalle infinite sfumature e uno strumento utile per la promozione del turismo in Irpinia, un tema che mi sta particolarmente a cuore e su cui credo fortemente”.
Nel corso del Vinitaly Vito Pagnotta ha avuto modo di incontrare esperti di settore, professionisti e associazioni. Masterclass e approfondimenti hanno scandito le ore del birraio. Ogni appuntamento è stato un veicolo per la promozione della cultura della birra artigianale al di là dell’aspetto meramente commerciale.
“L’unione Degustatori Birre ci ha riconosciuto come azienda modello di birra e territorio, di sostenibilità e di radicazione della terra d’origine. Ha riconosciuto nel sorso che per Serrocroce birra e territorio sono la stessa cosa. È per questo che sto investendo in una nuova forma di turismo brassicolo. Spero che la birra possa essere da volano di sviluppo per il mio paese spingendo curiosi ed appassionati a vivere un viaggio esperienziale che è immersione nel tessuto agricolo e nella storia di Monteverde. Si parla sempre di enoturismo – conclude Pagnotta – Serrocroce a Monteverde ha messo in piedi un progetto turistico a tutta birra per la promozione di un luogo che ha tanto da offrire e raccontare”.