Lun. Nov 25th, 2024

L’Irpinia presenta nelle grandi manifestazioni non solo i grandi vitigni che occupano ormai i mercati mondiali ma anche piccole chicche che rendono unico questo territorio. Per chi va a Vinitaly, in un  mare di presenze nazionali molto disdicevoli come annunciato  dai comunicati delle troppe aziende del Nord che propongono,   come se nulla fosse,  vini dealcolati e rosè trattatissimi fino a divenire bianco sporco, ci piace segnalare questo evento che riporta alla essenza vera del vino: 

Nel padiglione dedicato alla Campania, martedì 12 aprile dalle ore 14 alle 16, la Condotta Slow Food “Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi” organizza la verticale di degustazione del vitigno minore “Roviello Bianco”, noto anche come “Grecomusc”, in abbinamento ai Presidi Slow Food del territorio irpino. L’incontro sarà curato da Giancarlo Gariglio di Slow Wine, la guida dedicata al mondo del vino. 

Nello spazio gestito dalla Camera di Commercio Industria e Artigianato di Avellino sarà presentato un vino giovane quanto antico, l’esistenza è provata dall’Ottocento, riscoperto da meno di vent’anni. Le avverse fortune, legate alle condizioni climatiche, non hanno consentito a questo vitigno di prendere piede sul territorio come avvenuto per i suoi competitor Fiano di Avellino e Greco di Tufo. Talvolta è stato utilizzato proprio come uva da taglio di quest’ultimo.

Erano ridotti a pochi ceppi in tutta la provincia di Avellino a fine anni ‘90, oggi circa quattro ettari e mezzo sono impegnati nella coltivazione, principalmente nel comune di Taurasi, e in misura ridotta a Mirabella Eclano e Bonito.

Oggi l’Irpinia come le altre realtà vitivinicole si trova a fare i conti con i cambiamenti climatici e il “Grecomusc” è tra le viti autoctone che meglio si adattano alle qualità organolettiche del territorio.  La vendemmia si è anticipata e il grado di acidità necessario per raccogliere questi grappoli si raggiunge prima rispetto al passato. La resa non è abbondante ma la qualità delle ultime annate promette bene. A Verona Le Cantine Fratelli Addimanda, Cantine Lonardo e Cantine Guastaferro hanno scelto di portare due annate indicative, quelle del 2016 e 2019, considerate le migliori fino ad oggi. 

Il vino si presenta di colore paglierino intenso con netti riflessi dorati, dall’odore consistente e voluminoso, secco al gusto e di grande intensità e persistenza.

«Gianluigi Addimanda – Agronomo delle Cantine Fratelli Addimanda – il settore enologico irpino negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante ma le sfide per crescere sui mercati sono tante. In una continua ricerca della qualità l’auspicio è di aumentare le superfici vitate destinate al Roviello Bianco in tutta la nostra provincia.  In   modo da poter provare ad effettuare differenti lavorazioni enologiche per produrre nuove tipologie di vini che meglio si adattano alle caratteristiche organolettiche di tale particolare vitigno ed incontrino i palati più esigenti». 

Cantine dei Fratelli Addimanda, viticoltori da diverse generazioni, sono gestite da Gianluigi, Franco ed Olga Addimanda, si estendono su una superficie di 7 ettari nel territorio di Taurasi. La produzione è destinata alla coltivazione esclusiva di Roviello Bianco e Aglianico di Taurasi.  

Cantine Lonardo gestita dal Fondatore Sandro Lonardo insieme alle figlie Antonella ed Enza, è la più piccola tra le tre aziende in quanto a superfice vitata ma sono stati i primi a vinificare Il Roviello bianco e a valorizzarne l’antica tipicità del Grecomusc.

Cantine Guastaferro è la più grande delle tre aziende con oltre 10 ettari di vigneti quasi esclusivamente coltivati ad aglianico. L’azienda e gestita dal titolare Raffaele il quale dopo gli studi ha deciso solo da pochi anni di puntare sul Roviello bianco. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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