Sab. Nov 2nd, 2024

comunitàdelciboInterveniamo come redazione e pubblichiamo alla fine il comunicato sui controlli di Coop Italia sui prodotti della Campania

La vicenda della “Terra dei Fuochi” è  gravissima e non è nota da ora, ma ben circoscritta nelle aree urbane ricadenti nelle zone periurbane dell’area tra Nord di  Napoli  e i comuni a sud di Caserta, e gran parte della  popolazione, media e istituzioni si sono  mossi con forte ritardo, mentre poche associazioni, qualche esponente politico illuminato in anni passati, lottando realmente sui territori in cui il fenomeno dei roghi si andava evidenziando, venivano trascurati, sbeffeggiati o quantomeno marginalizzati,  così come lo erano campagne come quella di Salviamo il Paesaggio e le buone politiche sui rifiuti di pochi sindaci di piccoli comuni virtuosi.  Ora, invece,  diventa trendy allargare  il fenomeno, portarlo anche dove non c’è mai stato, invece la prima operazione da fare, per risolverlo e salvare vite soprattutto,  è proprio quella di circoscriverlo, proibire le poche  coltivazioni coinvolte e, dopo le bonifiche, riconvertire i terreni al NoFood, canapa in primis, restituendo anche al territorio dell’agro aversano e dell’area nord di Napoli un’antica vocazione, magari  sbarrando la strada a possibili pruriti riguardo a future cementificazioni sui fondi incriminati. Sbagliato pensare che sia colpa solo di imprese del nord, è colpa della CAMORRA, fenomeno nostrano seppur internazionalizzato,  lo si dica con chiarezza nei cortei di questi giorni, camorra che ha offerto questo mercato illegale a chi ne aveva bisogno ma non aveva le capacità criminali in loco per attuarlo nel proprio territorio, ed è  colpa dell’evasione fiscale che c’è dietro la “necessità” di sversare  illegalmente, non ci si nasconda dietro foto ridicole postate sui social network dai nostri compaesani,  in cui si insulta tutto il cibo e tutta l’agricoltura campana che va verso il resto del paese ( in Campania vi è quasi il 10% della produzione agricola nazionale). La validità e la salubrità della agricoltura campana   nei mercati italiani ed europei è sancita con gli stessi identici controlli di quella delle altre regioni in giro per l’Italia, anzi da un pò di anni, su alcune produzioni, molti di più. I prodotti di eccellenza vengono ricercati e  mangiati, spesso a peso d’oro, in mezzo mondo e quindi anche in altri paesi controlli e verifiche sono all’ordine del giorno.  Generalizzare e coinvolgere una intera Regione, l’intero comparto dell’agricoltura è un atto da ignoranti, in geografia, agricoltura, giornalismo, chimica.  Secondo l’ultimo censimento dell’ agricoltura, in Campania ci sono oltre 130 mila aziende agricole ( come Veneto e Lombardia messe insieme), il 90% , tra l’altro, in aree in cui il fenomeno non è mai stato presente. Una corretta informazione può aiutare a intervenire presto, subito, soprattutto per salvare vite, un’informazione che cerca di allargare la macchia d’olio rischia di sviare l’attenzione dove è urgente.

L’inquinamento è cosa altra dal fenomeno dei roghi , questo purtroppo riguarda molte parti del paese, l’unica lista di comuni inquinati redatta dal Ministero della Sanità (http://ambientebio.it/i-luoghi-piu-inquinati-ditalia/ ) vede realtà di tutte le regioni, purtroppo, la alleghiamo per completezza di informazione e serietà, abbracciando idealmente le centinaia di migliaia di agricoltori e pastori  in tutta Italia, anche di  quelle buone aziende dei territori della terra dei fuochi, che fanno vivere la loro terra, la difendono, spesso ci vivono sopra e la sorvegliano ( ne conosciamo a decine anche a Villa Literno, Parete  e Giugliano che coferiscono da decenni a mercati e gdo di tutta Italia), combattono contro poteri criminali a viso aperto e contro qualche collega che diventa complice del male, tutta gente che  dà a noi il nostro pane quotidiano, e che, nel trattare i drammi di questo paese, richiedono approfondimento, studio, rigore scientifico, e soprattuto che paghi tutto chi deve, fino all’ultimo.

Infine  vogliamo pubblicare il comunicato di ieri di COOP, una delle più grandi reti della Gdo in Italia, per uscire dal terrorismo mediatico di alcuni media e pensare alla salute dei consumatori:

“I prodotti a marchio Coop (ortofrutta fresca – conserve di pomodoro – latticini) provengono tutti da aziende selezionate e controllate direttamente da Coop. Inoltre per i prodotti non a nostro marchio, abbiamo richiesto a tutti i nostri fornitori la esclusione delle provenienze più a rischio e un piano di autocontrolli e verifiche analitiche dirette per escludere la presenza di diossine, metalli pesanti ed altri possibili inquinanti. I risultati non hanno evidenziato nessun rischio di contaminazioni.

Naturalmente continueremo a mantenere alta l’attenzione onde prevenire ogni situazione di particolare rischio per garantire la massima sicurezza dei nostri prodotti in vendita. Abbiamo fatto questa scelta in quanto non vogliamo per la poca serietà di pochi soggetti penalizzi chi da anni produce perseguendo i criteri di sicurezza previsti dalle norme vigenti nella massima trasparenza. Per il marchio Coop, sia per la mozzarella di bufala che per altri prodotti, i controlli effettuati non hanno mai evidenziato contaminazioni;

Per i prodotti non a marchio, è già stato predisposto un campionamento straordinario su referenze lattiero casearie di fornitori campani. In base agli esiti di tali accertamenti decideremo come procedere nei confronti degli altri fornitori; per gli ortofrutticoli freschi sono stati verificati dal Settore Ortofrutta alcuni prodotti a rischio (lattuga, carciofi, finocchi e fragole), in una delle zone ritenute più critiche. I risultati sono:

– diossine: i valori trovati sono di ordine di grandezza inferiori di almeno 10-20 volte quelli che si trovano usualmente nei derivati di origine animale, quale per es. il latte, e comunque entro i limiti stabili da legge su quest’ultimo prodotto (non esistono limiti per l’ortofrutta)

– metalli pesanti: non si evidenzia accumulo di metalli né superiore alla legge (ove questa sia applicabile), né superiore a rilievi analoghi effettuati da autorità pubbliche.

Pertanto, in base agli esiti analitici sui campioni effettuati non si riscontrano contaminazione delle matrici vegetali, anche se in prossimità ad importanti fonti di inquinamento. Pur continuando a monitorare la situazione, si ritiene che i prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Campania non sono critici per la contaminazione di metalli pesanti e di diossine.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

2 pensiero su “Terra dei Fuochi, fenomeno grave ma circoscritto, no alla criminalizzazione dell’agricoltura della Campania”

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