Diminuisce la produzione di olio d’oliva in Campania, che quest’anno scende a 332.000 quintali, il 20 per cento in meno dello scorso anno.
E’ quanto afferma la Coldiretti regionale sulla base delle previsioni di Ismea che indicano, invece, un calo del 12 per cento a livello nazionale.
Ma nonostante i problemi causati dalle nevicate di febbraio, che hanno azzerato in alcuni casi la produzione nelle zone interne, la riduzione delle rese è stata compensata da una produzione eccellente.
“Quest’anno la qualità dell’olio è ottima, specie a livello organolettico” confermano i tecnici dell’Aprol, l’associazione produttori olivicoli promossa dalla Coldiretti.
Una notizia per le circa 122mila aziende campane, che si aggiunge, ricorda il presidente regionale Gennarino Masiello, al via libera alla legge salva olio arrivato prima di Natale.
La nuova normativa prevede l’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, l’introduzione di sanzioni aggiuntive come l’interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli, il rafforzamento dei metodi investigativi con le intercettazioni, il diritto di accesso ai dati sulle importazioni aziendali, il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo, la fissazione di sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, l’introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione a 18 mesi dalla data di imbottigliamento.
La superficie in produzione secondo l’ultimo Censimento Istat è di 70.000 ettari.
Il valore della produzione olivicola campana è di circa 215 milioni di euro. La Campania vanta anche 5 oli a Denominazione di origine protetta (Dop) (gli extravergine di oliva Cilento, Colline Salernitane, Irpinia -Colline dell’Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche).
Le varietà di olive autoctone sono 13 (l’Ogliarola e la Ravece, in provincia di Avellino, l’Ortice e l’Ortolana in provincia di Benevento, la Minucciola in Penisola Sorrentina, l’Asprinia, la Tonda e la Sessana in provincia di Caserta, la Rotondella, la Carpellese, la Nostrale, la Biancolilla e la stessa Pisciottana, in provincia di Salerno), a queste si aggiungono oltre 60 varietà minori presenti in modo più o meno diffuso nelle singole aree di coltivazione e altre ancora in fase di studio.