I piccoli musei rappresentano sempre una efficace narrazione per i visitatori di un territorio, ma anche una positiva “traditio” di usi, costumi, culture alle nuove generazioni, ma quelli dedicati alle testimonianze enogastronomiche hanno un marcia in più; la capacità di calare il genius loci in ogni casa e di nutrire la curiosità in pubblici identificati ma più diffusi. E’ il caso del Museo dedicato all’Asprinio a Cesa, una cittadina che ha saputo fare tantissimo nel settore della valorizzazione del vitigno negli ultimi dieci anni. Cesa ha fatto per tutto l’agro un lavoro quasi in solitaria, con la sua amministrazione e il lavoro infaticabile della Proloco, animata tra gli altri da Michele Autiero e Angela Oliva, a ricordare con il loro impegno lo stridore dell’oblio, invece, di quasi tutte le associazioni e le amministrazioni dell’area aversana, Aversa in primis. .
Asprinum Museum Art è il processo più significativo e forse visibile di un lungo percorso che ha visto questi attori lavorare alacremente per costruire una fruizione turistica per le caratteristiche Grotte dove venivano conservate le botti del celebre vino, oggi con una Dop Asprinio di Aversa.
Ma soprattutto questo processo ha consentito di ingenerare percorsi, visivi e istituzionali, di cura e rilancio delle uniche e caratteristiche alberate, la vite maritata a pioppo che un tempo punteggiava la piana campana attorno Aversa ed ora resiste al cemento e all’asfalto tra pochi appezzamenti di terreni e vignaioli custodi, capaci di una rinascita dopo anni difficili, anche grazie al lavoro di comunicazione, identitario, ambientalistico, portato aventi dal Comune di Cesa e dalla Proloco ben oltre i confini piccoli di Cesa ma per tutto il territorio della Dop. Merita la visita il Museum Asprinum Art, punto di partenza per la scoperta di un territorio da vivere anche per una giornata, per chi è appassionato di enoturismo ma anche per chi è alla ricerca di resistenze e resilienze nella piana Campana. Già da subito il murales dedicato all’esterno all’ALBERATA AVERSANA vi permetterà di immergervi in una dimensione speciale del mondo del vino dove il business come droga e la banalità non sono mai stati in voga.
La didattica con foto e attrezzi illustra con facilità la bellissima storia pure dei suoli dell’ Asprinio, le sue tecniche di vendemmia, i suoi originali attrezzi come lo scalillo, la fescina, ne illustra i suoli millenari, ne riproduce con video e suggestivi plastici lo scenario agreste di lavoro, ne contiene le pitture estemporanee di artisti che hanno saputo trarre ispirazione dalla magica alberata aversana. Il museo espone anche i progetti del futuro in fieri, il parco agricolo che consentirà a breve di godere appieno delle alberate ancora esistenti e incrementare qualità della vita nel circondario, la Pista ciclabile inaugurata da poco, capace di essere anche una vetrina per gli ambienti naturali che attraversa, la riscoperta fruizione di chiese e luoghi come il centro polifunzionale dedicato a Giancarlo Siani con la ricca biblioteca gratuita, dove chi scrive ha avuto anche l ‘onore di donare il proprio libro “ In Bici nei dintorni della Reggia di Caserta”. Ma futuro è anche l’ambizione di diventare Patrimonio Unesco, su queste pagine elettroniche più volte abbiamo dato spazio ai passi da gigante fatti in questa ottica, il museo racconta anche questa importante parte dell’ azione della comunità cesana, dalla legge regionale della Campania per la tutela dell’alberata aversana alla partecipazione alla Rassegna del Patrimonio Immateriale campano, propedeutico per tentare la scalata al riconoscimento come Patrimonio Unesco grazie ad uno degli elementi più preziosi del territorio: la Vendemmia Eroica dell’Asprinio. E se la foto dell’alberata aversana campeggia sui testi di “sommellerie” di tutto il mondo, perchè non può tentare di divenire patrimonio Unesco come la vite ad alberello di Pantelleria? se questa è coltivazione viticola più –bassa del mondo, quella dell’Alberata aversana ne è la più alta. Se tanti produttori nell’area aversana hanno ricominciato a credere nell’Asprinio di Aversa, rilanciando aziende e produzioni, se sono sempre di più i ristoratori e barman che cominciano a riproporre questo grande “secco”, soprattutto nelle versioni spumante, merito è anche di questo filo tessuto dal comune di Cesa e dalla sua Proloco.
E qui mi onoro anche di aver raccontato alcuni episodi della valorizzazione di questa comunità, capace di organizzare anche un magnifico Asprinum Festival, Penso al lancio della bottiglia dei Vilignatori Cesani nel 2018, oggi alla quinta e buona annata grazie al vulcano di passioni Prof. Alfredo Oliva con la sua inconfondibile etichetta di “popolo” e lavoro. Un articolo che segnalo qui di nuovo. https://www.campaniaslow.it/2018/07/14/a-cesa-nasce-letichetta-vilignatori-di-cesa-asprinio-aversa-spumante-doc-da-vigneti-ad-alberata/
Un consiglio in questo inizio 2025, infine, a tanti aversani, casertani, ma anche italiani e stranieri amanti della cultura del vino e della nostra cultura mediterranea; non perdetevi il piccolo Museo dedicato all’Asprinio e le opportunità che ci sono intorno ( un banco degustazione è già nel museo). Questo il link della ottima proiezione digitale del museo per tutte le info https://www.asprinummuseumart.it/