Mer. Ott 16th, 2024

Tra i ricordi migliori di questa estate vi è di certo una visita all’antico e piccolo borgo di Romagnano al Monte, incastonato tra gli Alburni all’estremo confine tra Campania e Basilicata in Provincia di Salerno.

Come tanti paesi è stato funestato dai terremoti che ne causarono, come quello del XVIII sec, l’abbandono del castello Medievale, ma soprattutto quello del 23 novembre  1980 che provocò lo sfollamento della popolazione, per un paese poi ricostruito  ue km più a valle.

Situato tra Buccino, l’antica Vulcei e San Gregorio Magno, luogo della bella festa Baccanalia, confina con comuni lucani come Vietri di Potenza, Balvano e con essi ha condiviso le belle valli come quella del Platano ed i destini nei secoli.

Ho avuto la ventura di essere accompagnato da Carmine Catena, amministratore, coltivatore e animatore della locale Pro Loco in una bella escursione nel centro antico ed abbandonato. Un luogo in cui le storie delle persone che non ci sono più riecheggiano nelle rovine, un abbandono necessitato  dall’estrema pericolosità delle case pericolanti, nonostante il paese non abbia avuto miracolosamente molti decessi durante il sisma che ebbe il suo baricentro proprio qualche km da li.

Il centro nuovo vede tanti ex container dell’ emergenza terremoto che oggi possono essere riattati come cottage per una  piccola ospitalità ricettiva  e tante funzioni  comunque garantite ai circa 300 abitanti, tra cui una casa editrice nazionale di media grandezza che ha qui il suo centro propulsore.

Ma la nostra meta è il centro antico di Romagnano al Monte, abitato dal tempo dei longobardi e abbandonato circa un millennio dopo, per il terremoto del 1980. Palpabile è il passato medievale, a cominciare dalle stradine, mentre dagli edifici tra le rovine si distinguono con chiarezza le architetture stratificate nei secoli, fino a giungere agli edifici del dopoguerra.

Toccante trovarsi  sull’uscio della rivendita di alimentari dal solaio penzolante, riconoscere dalle piastrelle la macelleria, identificare, grazie alla mia guida che ai tempi era bambino, le ubicazioni del barbiere e la storia della Chiesa della Madonna del Rosario, e proprio li, da chierichetto, si trovava Carmine quella sera del 20 novembre 1980. La chiesa nella bella piazza è stata oggetto poi di ruberie ed ora è puntellata da impalcature per evitarne il crollo. Sicuramente tra  le cose più suggestive ci sono : posizionarsi sulle fondamenta della navata della chiesa alto medievale, su uno sperone di roccia a strapiombo e poi, appena fuori l’abitato, da  un pianoro,  ammirare tutta l’architettura dei posti. Da dire che il Comune ha tentato negli anni di riqualificare il borgo antico con alcune strutture che avrebbero consentito permanenze notturne per visitatori, ascensori per migliore fruizione, centri di accoglienza che avrebbero dovuto anche ospitare alcune attività universitarie; ebbene tutto distrutto, vandalizzato da bande di giovinastri da fuori paese che nei decenni hanno bivaccato e scassato tutto inutilmente e senza alcuno scopo. La vergogna cada su di loro. Solo da poco il paese ha in via di implementazione un ‘ efficiente servizio di telecamere per il borgo vecchio. Fanno tanto lavoro  i cittadini attivi nella pro loco e associazioni, il paese antico è bello da vedere, suggestivo per gli amanti dei luoghi dimenticati in un trekking urbano coinvolgente. Tutta la zona ha una vocazione da sviluppare; turismo naturalistico e sostenibile, infatti la natura che contorna la storia, condita da sapori di un tempo è parte del riscatto possibile e della traditio verso il futuro di Romagnano al Monte.

Per escursion, attività ed eventi rivolgersi all’attiva Proloco Romagnano al Monte

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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