Mer. Dic 25th, 2024

Escursioni, gusto ed archeologia nel piccolissimo comune ciociaro

Ai confini nord della Campania possiamo frequentare una catena montuosa tutta da vivere, ovvero le Mainarde, un massiccio che trova nei versanti molisani gran parte delle sue vette, ma che caratterizza anche la parte del Lazio Sudorientale, segnatamente nella porzione ciociara del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La porzione frusinate è dominata dalla Valle di Comino con la vetta del Monte Forcellone, i Monti della Meta, il Monte Cavallo tra le cime oltre i 2000. Sono diversi  i piccoli borghi capaci di una buona ospitalità e con possibilità di fruire di escursioni, visite guidate, esperienze enogastronomiche, con al centro San Donato Val di Comino, il centro di riferimento,  e certamente Picinisco, bellissima “Città del Formaggio” Onaf, in questo caso il Pecorino dop, con itinerari tra caciosterie, viuzze attorno al castello e sentieri natura,  famosa ormai per essere la sede dell’interessante e partecipato Festival della Pastorizia. Accanto a questa capitale della pecora, salendo ulteriormente verso est, dove si incontrano i confini di tre regioni, è possibile fare la scoperta di San Biagio Saracinisco, appena 300 abitanti a quasi 900 mt di altitudine. Un borgo da conoscere meglio soprattutto se si è in cerca di tranquillità ma anche di una vacanza attiva in un ambiente dai toni familiari. Sorprende, innanzitutto la buona capacità ricettiva grazie al progetto Le Tre Dimore; una gestione di beni pubblici ristrutturati e messi in funzione con una buona capacità delle amministrazioni comunali di intercettare fondi europei e dati in gestione ad imprese del territorio come quella gestita da Emanuel Palmerini, appassionato tuttofare della ricettività locale, capace di passare dall’accoglienza di decine di scout nel capiente ed ospitale ostello ( o dei turisti negli altri due luoghi di le tre dimore: la Masseria Geremia, elegante e funzionale poco distante dal centro e l’avventuroso rifugio Aceroni a 1200 mt), al divenire guida per escursioni a piedi ed in mountain bike, senza disdegnare di dare una mano nella buona cucina di famiglia del ristorante Il Risorgimento. Il locale è uno storico punto food del borgo dove si possono degustare le prelibatezze di una gastronomia ciociara ricca e sostanziosa per corroborare le giornate di montagna. Grazie alla mamma di Emanuel è possibile gustare, a prezzi assolutamente onesti, alcuni piatti come i Fini fini all’amatriciana, la celebre pasta all’uovo locale che ha una leggerezza maggiore rispetto alle chitarre del versante abruzzese, pasta e fagioli o pasta e patate ( qui si usa farla abbondante e più acquosa)  superbo l’agnello davvero a km 0. Un animale che non ha fatto tragitti se non quelli propri con le sue zampe. Tutto è consumato all’interno delle valli di San Biagio, dove operano ancora diversi pastori e c’è un ritorno alle attività agricole corroborato anche da alcune famiglie svedesi che qui hanno preso casa, una “emigrazione” per alcuni stagionale, per altri stanziale,  che sancisce il legame della seconda e terza generazione di sanbiagesi che proprio la Svezia scelsero come meta per l’emigrazione del dopoguerra. Non è infrequente imbattersi in  famiglie intere, multiculturali e numerose, provenienti dal paese scandinavo in giro per il borgo, qualcuno di loro qui produce anche miele, ottimo quello di santoreggia, il miele della montagna utile per le tisane.
San Biagio è anche la patria del Tordiglione, originale polenta con alla base erbe invernali che vengono poi surgelate,  per essere utilizzate nella festa del tordiglione ad inizio agosto che si consuma in una giornata, appuntamento molto sentito dall’emigrazione e dagli appassionati. Il fresco dei quasi mille metri incoraggia a camminare o pedalare, in bici elettrica o muscolare. Tra parco nazionale  comune si dovrebbe  fare uno sforzo ulteriore  di segnalazione e valorizzazione, non lasciare solo al volontariato pulizia e manutenzione come accade in questi anni, coinvolgenti sono i percorsi che portano oltre i 1000 e poi verso i 2000 tra molte cascatelle e luoghi di della memoria; siamo qui proprio sulla Linea Gustav, questi monti sono stati il teatro della parte più cruenta della ritirata tedesca nella seconda guerra mondiale, il sacrario di Collelungo ne è una delle testimonianze. Rivendica un cartello visibile anche il riposante percorso in sicurezza raggiungibile subito dalla piazza del comune e dal suo belvedere agevolmente, tra cascate che danno non rumore ma fruscio positivo e rigenerante.  L’escursionismo ci porta magari in bici anche frequentare la strada della Vandra che ci porta dopo qualche km e attraverso frazioni come Fontana Cicchetto, verso il bel lago artificiale Selva di Cardito nella direzione Vallerotonda. Lo specchio d’acqua è circondato da una fresca e vasta pineta meta di campeggiatori non solo della domenica, al centro un chiosco funzionale che noleggia anche canoe, il tutto in maniera ordinata anche nei giorni estivi di grande afflusso. Suggestivo percorrere in mtb il periplo del lago. Ma San Biagio Saracinisco è anche storia e cultura, lo testimonia il piccolo Museo Archeologico comunale, dotato di un coinvolgente percorso espositivo,  che conserva alcuni dei ritrovamenti nell’area di Monte Santa Croce chiamata OminiMorti, come testimonianze funerarie della fiorente presenza osco-sannita presente in zona nel VI-IV sec a.c. Sono queste evidenze di una koinè culturale della comunità Safina che oggi compongono anche la collezione dell’importante Museo di Atina             ( vicina città anche del famoso vino Cabernet di Atina dop) . San Biagio Saracinisco può essere una buona e non usuale meta per scappare dalla calura a poco tempo tra  Napoli e Roma,  ma anche per vivere una montagna centro meridionale che non ha perso la sua essenza, ed è proprio questa forse la ricchezza di tante zone di Appennino; non aspettatevi tutto quello che c’è a Roccaraso o Rivisondoli d’estate,  ma se siete in cerca per qualche giorno  di curiosità ed un pò di sana avventura può essere una delle vostre  mete di turismo lento , con puntate agevoli anche a Picinisco o, varcando il confine molisano verso Scapoli, Castel san Vincenzo e Rocchetta, l’altro versante delle Mainarde.

Info @visit_sanbiagiosaracinisco

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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