Mer. Dic 18th, 2024

Sessant’anni di cucina contadina della Piana del Sele, La Locanda Grillo celebra questa data con la riapertura della storica attività avviata negli anni ’60 in un’antica stalla di bufale riadattata per l’ospitalità.

Un posto, una leggenda. Lo sanno bene tutte le persone che sono passate da qui. Sorta come una sorta di stazione di sosta per dare ristoro ai viandanti, la Locanda Grillo da subito è diventata quel luogo dove mangiare piatti semplici ma ben fatti. Un menù che oggi diventa una testimonianza della storia gastronomica delle campagne a sud di Salerno: il pane fritto con uovo e lardo, il ragù pezzente con la cacioricotta; baccalà, scarole e fagioli; carciofo alla giudea, stracotto di manzetta brasata con farina di grano e tante altre specialità.

Per mantenere viva la memoria del luogo, sono stati conservati alcuni affreschi murali e alle pareti le targhe in ceramica dell’epoca che distinguevano le singole bufale, ognuna di loro appellata con un nome bizzarro e originale, al richiamo del quale le bufale rispondevano prontamente.

“Il nostro ristorante propone una cucina contadina familiare ma che guarda alla contemporaneità – raccontano i fratelli Nino e Luca –  Una proposta semplice ma autentica, dove primeggiano i prodotti di eccellenza del nostro territorio, dalle verdure ai formaggi, dai salumi alle carni, fornite ogni giorno dai nostri produttori e contadini di fiducia”. Ma questo luogo è anche conosciuto per un piatto su tutti, una ricetta nata in queste cucine e concepita negli anni ‘70 da nonno Antonino: un piatto da tutti noto come “lo spaghetto alla messicana”!

“Negli anni dell’austerity, tra il ’73 e il ’74, i clienti erano pochi e nostro nonno passava il suo tempo libero tra i fornelli, sperimentando piatti nuovi e ricette fantasiose, a volte bizzarre. Da una di queste sperimentazioni, quasi per caso, nacque questa famosa ricetta, che a distanza di tanti anni non ha ancora smarrito il suo fascino diretto e immediato. Con tanta devozione e in punta di piedi, oggi l’abbiamo voluta ripensare, rendendolo un piatto moderno e succulento, tenendo fede ai suoi principi ma facendone un vero e proprio omaggio a nonno Grillo, che siamo certi lascerà i nostri ospiti appagati e felici”.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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