Si è svolta nelle scorse serate presso l’Enoteca La Botte di Casagiove, il primo appuntamento della rassegna
“Riflessioni fuori dal calice”, targato Ais Caserta, a cura di Pietro Iadicicco Delegato provinciale e di Antonia Golino, Architetto e sommelier. Questa rassegna nasce dall’urgenza di ritagliarsi uno spazio in cui poter
indagare in maniera più profonda il mondo della viticoltura, attraversando l’esistenza della vite e degli
uomini che l’hanno coltivata, accendendo un riflettore su quello che simbolicamente ha rappresentato il
vino nella collettività e quanto ci abbia antropologicamente influenzato.
La prima traccia di questo percorso ha visto un’ospite d’eccezione per la provincia di Caserta, un grande
autore casertano, agronomo di formazione, indagatore dell’animo umano per deformazione professionale:
Antonio Pascale.
Agronomo e ispettore per il ministero dell’ Agricoltura, scrittore pluripremiato, autore televisivo e di teatro,
divulgatore scientifico e docente di scrittura creativa, autore di “La foglia di fico”, un libro suddiviso in
racconti in cui le piante sono stabili riferimenti di storie umane che attraversano le età dell’uomo, dei veri
punti di orientamento dello scorrere della vita, diventando voci di una sorta di botanica dei sentimenti.
Un’inedita “Storia sentimentale del vino” è stata la sua proposta per la prima serata di “Riflessioni fuori dal
calice”. Un viaggio a partire dalla radice della selvaggia vitis vinifera, attraversando la storia di diffusione nel
Mediterraneo, approfondendo la sua fase di addomesticazione nel novecento italiano ed europeo,
partendo dalla foto di un contadino speciale, il nonno di Antonio Pascale, per raccontare dal punto di vista
antropologico, storiografico e filosofico, cosa ha rappresentato l’agricoltura, e quindi anche la pratica
vitivinicola per il nostro paese, con un interessante parallelo con il mondo del grano, partendo
dall’evoluzione della condizione nazionale fino a restringere il cerchio sulla nostra provincia, facendo rapide
e fondamentali incursioni nel mondo classico intercettando la scoperta e la voglia di viaggio di Ulisse,
allineandoci al presente opulento identificato dalle sue parole come “il mondo di Masterchef” in
contrapposizione alle carestie del secolo delle due grandi guerre. Due ore di patos per un pubblico che
pendeva dalle labbra del suo oratore, al termine delle quali tutti si sentivano un po' nipoti insieme ad
Antonio Pascale, tornando a casa con la consapevolezza che se anche sembra un tempo lontano, siamo
tutti figli di una condizione agricola che ci ha portato dove siamo oggi, nei frutti della quale possiamo
identificare il cambiamento delle nostre epoche. Il vino ha sempre accompagnato tutti questi cambiamenti,
facendo parte della socialità di questi tempi, nella vita degli uomini, delle loro famiglie e delle chiese. Il vino
è stato sempre sentimentalmente compagno della nostra esistenza.
Un passo in avanti verso una comunicazione più ampia e variegata è stato compiuto dall’ Associazione
italiana Sommelier della provincia di Caserta, sempre attenta a cogliere i cambiamenti che nel mondo
vitivinicolo stanno avvenendo, progettando con questi incontri la possibilità di ricevere dei punti di vista
inediti da parte delle varie “guide” che accompagneranno ogni tappa, che diventeranno un tassello di un
puzzle di conoscenza e approfondimento del mondo del vino, fuori dal calice, ma solo per qualche ora,
infatti le serate, come quella appena passata, si concludono degnamente con una degustazione a tema.