Di Carlo Scatozza
Il mio ricordo anche di un evento che li vide insieme
Sono scomparsi lo stesso giorno, sabato scorso, Fabrizio Mangoni e Antonio Lucisano, il primo architetto e docente di fama, il secondo manager di valore nel mondo del food, da ultimo alla guida del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana dop dove trovò una condizione da far accapponare la pelle. Ma soprattutto, almeno per me e per tanti del circuito del giornalismo enogastronomico della Campania, i due professionisti sono stati una importante opportunità di apprendimento. Antonio Lucisano ho avuto modo di frequentarlo soprattutto nell’età della sua pensione, grazie alla sua attività di giornalista per una testata di settore ed in questa veste, sempre originale e teso all’approfondimento, abbiamo potuto reincontrarci più volte. E’ stata una di quelle persone che quando si incontrano realizzi che hai imparato un qualcosa di nuovo, oppure hai potuto scorgere un argomento da un’ angolazione che ti era sfuggita. Lo ricordo in un convegno da me moderato alla Fiera Gustus due anni fa essere presente da spettatore, proprio sulla formazione in ambito Mozzarella dop, settore che amava, ma nel quale non smetteva di indagare con occhio critico per proporre miglioramenti e strade nuove. Mi avvicinai appena finito per cogliere subito il suo punto di vista. Alcune volte sono stato d’accordo, altre no, ma l’ interlocuzione con lui, anche sui social, l’ho sempre considerata un privilegio. Ed è stata sempre proficua per la mia persona.
Di Fabrizio Mangoni, che conoscevo come autore televisivo nel food, posso solo dire che ogni volta che l’ho ascoltato ho assunto una indimenticabile narrazione di aspetti culturali del cibo in Campania, le sue innumerevoli vicissitudini culturali e intersecanti con settori solo apparentemente lontani: vale, ad esempio per la Spring school a Castellabate “ Racconto come strumento di promozione e valorizzazione delle nostre eccellenze e dei territori da cui provengono“. Si svolse l’ anno prima dell’ Expo 2015, grazie all’iniziativa di Gianfranco Nappi. A sera, In una taverna del posto, dopo una lectio importante nell’aula del castello su “Antropologia del gusto mediterraneo e sue narrazioni “, con sullo sfondo l’atmosfera da Cunto de li cunti, si cimentò in un racconto -spettacolo con il maestro pasticciere napoletano, suo grande amico, Ciro Scarpato sulla storia del Babà, dalla Polonia a Napoli. La mia bocca aperta non servì solo per cibarsi della preparazione del Maestro Scarpato, ma realizzai la complessità ma anche la bellezza, dopo lo studio necessario e vasto, della narrazione e della divulgazione della nostra cultura del cibo. Non banale identità da pupazzo come viene sbandierata da troppi oggi, non clava verso altre identità da escludere, ma bellezza della esegesi delle mescolanze che, a Napoli molto più altrove, hanno plasmato secolo dopo secolo, attraverso usanza sommata ad altra usanza, il gusto e la bellezza e l’affermazione delle tendenze più popolari sulle nostre tavole nei secoli, donandoci oggi un unicum rispetto al quale, chi ha intelligenza e volontà ha il dovere del colto storytelling, non solo per il diletto, ma per dotare di attrezzi utili il buon futuro della nostra Terra, fuori dalla sguaiatezza dei click indotti, fuori dalle classifiche, oltre le foto ben fatte e costruite dei food blogger di successo.. Un’altra volta lo incrociai in un bellissimo evento ( Dolce Natale ) della Scabec che aveva ideato in un Natale di qualche anno fa, portava la cultura del dolce napoletano della devozione natalizia in una narrazione all’interno di luoghi di cultura come le basiliche paleocristiane di Cimitile o il Belvedere di San Leucio. A Caserta, dopo aver visto un mio articolo sul Susamiello mutuato da un suo precedente evento mi disse: _ mò sei venuto a scrivere sui Mustacciuoli immagino? Io risposi no prof, per prima cosa sono venuto a sentirla.
Come dimenticare poi alcuni eventi degli anni 2014-2016: ” Come il Maggio sui Maccheroni a Napoli” e una cena evento a Caserta, davvero indimenticabile, sul libro I Napoletani da Mangiafoglie a Mangiamaccheroni.
Ed in questo evento erano insieme, Lucisano e Mangoni, li portammo noi, io e Generoso Paolella con Campaniaslow, in una serata bellissima da Nuzio Bugetto. I Livelli altissimi e brillanti della discussione non sono dimenticati, penso ai contributi sulle radici arabe della nostra cucina davvero da brividi. Facebook restituisce ricordi e foto, le condivido qua in questo articolo che li ha voluti ricordare.
Incontri di tempi ben spesi e che spesso racconto a chi oggi vuol ascoltarmi, ad un tavolo di una pizzeria, ad una conviviale, ad una cena fra amici. Insomma anche vantarsi di avervi ascoltato, di aver parlato con voi e aver appreso qualcosa, anche se in poche occasioni: Grazie.