Un impianto notevole che ne fa ormai una delle realtà più grandi per capacità produttiva nel panorama della birra artigianale italiana. Il tutto è stato svelato nell’ Openday del “Birrificio Kbirr” di Fabio Ditto, general manager di Loco for Drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma. Si è potuto osservare da vicino le soluzioni tecnologiche e la trasparenza produttiva con attenzione alla sostenibilità ambientale, quantomai necessaria nei birrifici che, si sa, consumano non poca acqua. Kbirr si mostra come fucina operosa nei locali efficienti dell’area ASI Giugliano -Qualiano, un birrificio che si distingue per essere il primo impianto moderno a sviluppo verticale in Italia, attento anche al rispetto dell’ambiente, dotato di un impianto produttivo che recupera acqua ed energia, proiettato verso innovazioni che lo porteranno a raggiungere a breve anche l’autosufficienza energetica.
Tante le connessioni, per Fabio Ditto, anche con il campo artistico, con la birra che diventa prodotto culturale, attraverso l’attenzione e lo studio non solo nell’esecuzione del prodotto, ma di come ogni etichetta racconta nel nome e nel disegno, emozioni e tracce di una napoletanità esplicita e reale.
Come sottolinea Fabio Ditto:“L’arte per noi è davvero tanto cara, attraverso un prodotto popolare che è la birra che arriva a tutti, volevamo far arrivare un messaggio nobile che è quello dell’arte. Circondarsi di bellezza è importante, aiuta a vivere meglio e rasserena anche gli animi”.
Durante la presentazione è stata anche presentata l’ultima birra nata, la “Cap ‘e Fierro”, con l’etichetta interpretata da Alessandro Flaminio, una strong Lager, una birra con note dolci, corpo pieno e ben strutturata, che nonostante la sua complessità risulta essere estremamente godibile sia da sola che durante i pasti.
Quello che si è infatti creato è stato un vero e proprio filo conduttore tra la birra, le opere degli artisti e le pietanze proposte ed eseguite dallo chef Domenico Iavarone – stella Michelin del ristorante Josè Villa Guerra di Torre del Greco – e dal maestro cioccolatiere Giovanni Borreca della Pasticceria Pink House di Aversa con il suo gelato su stecco realizzato con la Natavot Red.
Per l’occasione lo chef Iavarone ha usato tre delle birre di Kbirr, usate rispettivamente per tre intriganti preparazioni, “l’annecchia” – che in gergo napoletano è la carne rossa – che è stata marinata con la Natavota, accompagnata da salsa tonnata e insalatina di peperoncini verdi e olio alla menta; a seguire “La mia Oliva ascolana”, una ricostruzione dell’oliva, il cui il ripieno di carne è stata sfumato con la “Pullecenhell” e in ultimo la “pasta mista con piselli astice e latte cotto affumicato”, che invece ha visto protagonista la Cuore di Napoli”, perfetta per il suo carattere affumicato.
Delizioso il gelato realizzato in versione da passeggio, a base di cioccolato fondente monorigine venezuelano al 72%, arricchito dalla birra Natavot Red, curiosamente abbinato alla Paliata, una imperial stout corposa, con un impatto maltato che lascia subito posto a note di caffè, nocciola e cioccolato amaro.
Al piano inferiore invece è stato possibile interagire e assaporare i tanti prodotti selezionati per l’occasione, dai lievitati di Domenico Fioretti alle produzioni casearie Turillo, dal Caseificio Carbone, agli oli dell’Azienda Agricola D’Assisi, dal Prosciuttificio artigianale San Daniele DOP di La Glacere, al piennolo di Masseria dello Sbirro. A supporto della parte dolce, Nero Espresso di Salvatore Tortora e la Pasticceria Pink House di Aversa con la loro torta Polacca. Ad arricchire il percorso non sono mancate le pizze di “Casa Daniele”, i vini di Tenuta Augustea, Fattoria Pagano e Schola Sarmenti e Officine Alkemiche con i loro gin, dal classico a quello al caffè.