Una domenica del 2023 con in mano una etichetta del 2010, l’anno di freedom flotilla, del triplete dell’ Inter, del mondiale con le vuvuzela vinto dalla Spagna e del Giro d’Italia a Ivan Basso. Ma fu un anno anche nel pieno della vulgata Terra dei Fuochi per la nostra regione, da dimenticare e ricordare insieme, ma degno di nota certamente per il mondo del vino a sud, con una vendemmia in ritardo che preannunciava una produzione che avrebbe favorito concentrazione, importante acidità, tanta possibilità, quindi, per la tenuta nel tempo …. L’etichetta è quella di Sensus, il Pallagrello nero di La Masserie a Bellona, ora condotta dalla giovane Sara Carusone, a quel tempo sicuramente non ancora al timone ma nelle cure piene del papà Giuseppe. Cominciano, quindi, ad esserci importanti esperimenti sull’invecchiamento del pallagrello nero con una certa consuetudine e 13 anni sono un buon test per vagliare il comportamento dell’uva cara ai Borbone nei dintorni dell’Antica Capua. Una evoluzione simile ( ma non identica) all’Aglianico migliore, capace di dare il meglio del vitigno. Colpisce al naso lo spettro ampio di frutti rossi in ampia maturazione, alla bocca dolce avvanigliamento che conquista il…senso con prontezza, indicando quella barrique in rovere che il suo dovere l’ha fatto a fondo, nelle grotte tufacee della cantina per più di un anno, per poi consegnare il testimone alla bottiglia. Spunta chiaro il sentore di caffè e, velato, l’ombra fondente, in una comoda morbidezza suadente alla lingua, per accogliere primi importanti e carni rosse. Un prodotto di eccellenza che, nei 13 anni, testimonia anche le tante cose buone avvenute nel movimento della viticoltura casertana, a cominciare dal cuore e dalla passione dei vignaioli, come quello nell’etichetta dove campeggia nel tratto bellissimo della mano dell’artista Bruno Donzelli, che caratterizza le produzioni dell’azienda.