Gio. Dic 26th, 2024

Una giornata in giro per l’inizio del Miglio d’Oro con la riscoperta della Reggia di Portici (con la Mostra Materia. Il Legno che non bruciò Ercolano), il Museo Nazionale Ferroviario a Pietrarsa, la grande Pizza di Salvo al Largo Arso di San Giorgio a Cremano.

Il Miglio d’oro negli anni sta ridiventando ciò che era nell’epoca ottocentesca, ovvero la grande riviera del buon vivere e del relax per la Metropoli. Portici era  uno degli inizi  di questi luoghi lungo la ex strada regia delle Calabrie, oppressa poi da una sovrappopolazione che ne ha coartato spazi e bellezze, è oggi protagonista di un percorso di riscatto e di riappropriazione di tutto il bello che ha, non solo con la riqualificazione del Porto storico del Granatello in una città che fa del decoro urbano il suo vanto da diversi decenni rispetto al circondario, ma anche con un progetto ambizioso di rilancio della spiaggia cittadina. In tutto questo oggi Reggia di Portici  e Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa sono protagoniste di un funzionale modello di gestione che le hanno rese una delle mete turistiche più importanti tra Napoli e  i grandi parchi archeologici di Ercolano e Pompei, tanto da attirare sempre più visite di turisti ma anche di visitatori della Campania vogliosi di scoprire qualcosa di nuovo rispetto alle mete già conosciute. 

Oggi la Reggia di Portici e la sua anima archeologica con l’ Herculanense Museum,  residenza estiva della famiglia Borbone e sede della Facoltà di Agraria,  vanta un percorso di visita degno del suo ruolo di  residenza reale, in sinergia con la ricca offerta museale pienamente accessibile della istituzione accademica. Grazie al MUSA, (Centro Museale Reggia di Portici) con il dipartimento di Agraria e la Città Metropolitana di Napoli si sono realizzati importanti restauri consentendo finalmente una positiva fruizione del sito, in un percorso che non ha certo l’estensione e la magnificenza della Reggia di Caserta  o del Palazzo Reale di Napoli ma che racconta privato e pubblico della dinastia emergente del settecento, il profondo intreccio con le emergenze archeologiche che iniziavano  in quel tempo ad essere  ritrovate; tante le tracce ed i racconti di quegli scavi ercolanesi, la passione dei reali, dei protagonisti del gran tour con le loro testimonianze scritte, la immensa capacità di scultori come Canard o le fusioni in bronzo  come il Cavallo Mazzocchi, mentre  innovativa nella sua vetustà è la ricostruzione di una cucina di epoca romana con tutti gli utensili che già nell’ottocento vollero ricreare. Una Reggia che racconta la scoperta del passato romano e che proiettava Napoli  verso il futuro con l’istituzione nel 1839 della  prima ferrovia ma soprattutto,  nell’immediatezza postunitaria,  della facoltà d Agraria che oggi stupisce il visitatore con tanti musei in successione, dalla botanica alla mineralogia, dall’anatomia alla zootecnica per finire con il mirabile Orto Botanico in  una valle che degrada verso il mare. La Reggia di Portici è anche in grado di ospitare mostre avvincenti come quella che sarà presente per tutto il 2023, ovvero Materia. Il legno che non bruciò Ercolano. La città degli scavi, confinante con Portici senza soluzione di continuità, è l’unica città romana a conservare il legno come materiale di costruzione, con arredi carbonizzati  ma non interamente bruciati nella eruzione del 79 d.c, conservati grazie al lavoro di generazioni di curatori e restauratori; arredi di ogni tipo, armadi, tramezzi, soffitti che possono essere ammirati anche coadiuvandosi con l’audio di un utile sistema di guida azionabile con QRCode. La Mostra,  curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano  e dall’archeologa Stefania Siano, inaugura ed impreziosisce la visita all’intera Reggia dove ormai  si possono trascorrere  delle ore utili e belle alla scoperta di molti aspetti inesplorati degli scavi e poi della vita di corte dei Borbone  o della ricerca delle scienze agrarie  nei secoli. 

Lasciata la Reggia, ubicata in pieno fronte strada nel centro di Portici, non si può mancare di dirigersi al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa di Fondazione FS, ormai da tempo nel novero delle destinazioni più caratteristiche di un soggiorno a Napoli e dintorni. Nel periodo natalizio i larghi spazi esterni con terrazza mozzafiato nel centro del Golfo di Napoli con Capri di fronte, è presente anche un bel villaggio di Babbo Natale con i mercatini. Il Museo è ovviamente raggiungibile anche in treno e un passaggio a livello lo separa dalla città ed è dotato anche di sottopassaggio con ascensore. Qui era il luogo delle Officine Borboniche che inverarono il sogno dell’ingegnere francese Bayard di cui oggi ammiriamo il modello che trasportò, il 3 ottobre 1839, i reali da Napoli al mare di Portici, buen retiro della corte nelle sue numerose ville. Nella località strategica porticese di Pietrarsa la location espositiva è unica nel panorama nazionale in cui è possibile fare, col gradimento anche dei più piccini, un affascinante viaggio nella scienza, tecnica e nel lavoro immenso delle ferrovie, volano decisivo per lo sviluppo della penisola nei secoli. Tra locomotive di metà ottocento fino agli elementi delle FS degli anni’80, il percorso dona gioia e coscienza per poi portare a strabuzzare gli occhi  sui mega plastici ufficiali delle Fs con modellini funzionanti dove ognuno torna bambino e  sono davvero invidiabili le miniature anche delle persone che aspettano i treni. Terminata la visita anche al museo ferroviario non si può lasciare questo  splendido inizio di Miglio d’Oro senza niente da mettere sotto i denti: a nemmeno un km dal Museo, in direzione San Giorgio a Cremano, altra città attaccata a Portici, incontriamo insegne di assoluta eccellenza come la Macelleria Braceria Veneruso, una delle più importanti mete gourmet del settore carni, fino a giungere, grazie ad un funzionale, ampio e gratuito parcheggio comunale,  a Largo Arso, luogo protagonista della rinascita di San Giorgio, paese del grande Massimo Troisi. Il Largo è “arso” poichè “triangolato” dai fiumi di lava dell’eruzione del Vesuvio del 1631, circondato da tante ville settecentesche in ristrutturazione e da sempre luogo di set cinematografici. Affacciato su Largo Arso vi è una delle destinazioni immancabili per i pizzalovers alla scoperta dei protagonisti della rivoluzione della Pizza degli ultimi anni, la Pizzeria dei fratelli  Salvo, dove è impossibile non cedere alla tentazione di importanti fritti come il Crocchè di Patate senza impanatura,  con la patata interrata del Taburno , provola, parmigiano reggiano, mozzarella di bufala affumicata. O la frittatina di Genovese. La Pizza da non mancare,  inserita  tra le sue classiche  e di infinita didattica sulla eccellenza del pomodoro in Campania, è la Pizza al Pomodoro attuata in collaborazione con lo chef Salvatore Bianco: Pomodoro di Corbara, Pomodoro San Marzano Dop al naturale, pomodoro datterino essiccato al forno,  pomodoro grigliato, crema di pomodoro affumicato,  pomodoro del piennolo marinato, basilico, Olio Evo Colli Etruschi.

 

 

Portici e San Giorgio sono comuni funzionali e ben puliti, con amministrazioni e un sistema  imprenditoriale dinamico ed attivo che sa come aprire le porte ad un numero sempre crescente di visitatori ch vuole andare  oltre la città di Napoli per approfondire bellezze naturalistico culturali, gusti e tradizioni.

 

 

 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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