Un terzo anno per ripartiamo rosè che, in due giornate, in questi mesi, ci ha consentito di provare altri 8 etichette di vini rosati di Campania ma anche una divagazione abruzzese. Oltre 40 le cantine presenti in in 3 anni nell’evento svolto al Pane & Acqua bistrot di San Leucio di Caserta in abbinamento con la cucina del resident chef Carmine Maiorano. Con Salvatore Landolfo ho voluto introdurre i vini sempre più protagonisti dell’estate mediterranea, che con leggerezza, brio, versatilità sono anch’essi divenuti patrimonio dello storytelling del buono della nostra regione. Lo abbiamo fatto con commensali consapevoli, spesso competenti, di certo curiosi di approfondire questa tipologia di vino che abbiamo svelato sia con la bottiglia ormai affermata e premiata, pensiamo alla ma anche con l’esperimento dell’amico vignaiolo che ci ha “usato “ come fortunata cavia e ci ha fatto piacere essere utili, dire la verità sempre, far partecipare personalmente i produttori, nostri ospiti alle serate, alle sensazioni trasmesse dai loro prodotti.
Impossibile oggi non riconoscere tra i rosati più importanti della nostra regione il Vela, Vento, Vulcano, l’Irpinia dop di Tenuta Cavalier Pepe, di eccezionale piacevolezza con il risotto agli agrumi. Novità in prima assoluta, invece, con Marruchè, pallagrello opera prima di Azienda Agricola D’Angelo di S.Agata dei Goti rappresentata con tutta la freschezza e l’entusiasmo di Antonella D’Angelo, elementi ritrovati nell’ etichetta frutto delle sue giovani vigne. Perfezione nell’eleganza per il Sauta, Aglianico del Taburno Docg di Pietreionne da Ponte. Tradizione vincente per il pallagrello Rosa Canina di Vigne Chigi che negli anni è costante nell’ ottimo standing nelle varie annate. Indice di tanto work in progress a Solopaca per Cantine De Liso con Trentanove da uve di Aglianico.
Ho raccolto l’opinione generale di Salvatore rivolgendogli qualche domanda sulle sensazioni delle due serate.
In generale che ne pensi delle 9 etichette degustate quest’anno?
Tutte sono molto rappresentative sia dei territori di provenienza che per gli uvaggi utilizzati per la realizzazione.
Secondo te quale è la conferma rispetto alle attese e quale la sorpresa assoluta:
Per me la conferma è Barberosa, rosato biologico da camaiola di Simone Giacomo di Castelvenere, la novità è il rosato di Cingilia, montepulciano dal borgo abruzzese di Cugnoli, per potenza, stile, complessità ed eleganza.
Abbiamo un po’ giocato di abbinamenti, quali quelli non usuali che ti hanno maggiormente colpito ?
Più che un abbinamento in sé, due vini; Vado Ceraso il Rosato da pallagrello nero e casavecchia di Vestini Campagnano mi ha sorpreso per la sua duttilità, ideale per freschi piatti estivi come la julienne di calamari e il filetto di orata e quello di Bianchini Rossetti che ho visto bene con le zuppe invernali.