Sogno o son desto ? Ci siamo detti anche questo tra colleghi giornalisti stamane presso la pizzeria Pepe in Grani di Caiazzo, per una volta non per attendere ( almeno non solo per quello) le creazioni di Franco Pepe ma per ascoltare lui e chi con lui ha collaborato per il lancio del progetto PizzaHub, una guida digitale che, con la magnifica “causa” dell’arte pizzaiola di Franco Pepe è in grado di guidare visitatori, turisti consapevoli e responsabili attraverso la magnificenza del territorio tra Caiazzo e il Matese tra medio Volturno ed Alta Campania se vogliamo chiamarla col nome suggerito da Massimo Alois, uno dei produttori coinvolti. Per una volta, nella nostra terra, infatti, assistiamo non al solito bolso convegno sul turismo proposto da enti e associazioni di promozione locale che inizia e finisce con la “parlata”, dove le cosa più rilevanti dette sono i saluti istituzionali. Qui non si presenta il soldo pubblico spesso mal veicolato attraverso l’occasione persa dei POC, nonostante gli sforzi di colleghi e progettisti, dove la spesa per il “cantante” o per la “sagra” senza racconto viene sempre prima delle azioni di incoming, di un’ efficace comunicazione, del protagonismo di chi realmente organizza sul territorio 365 giorni l’anno.
Svolta totale qui oggi, 22 giugno 2022 a Caiazzo grazie al Progetto nazionale di Viatoribus pensato da Enrico Caracciolo e Stefano Raso dove la loro sapienza toscana si è incontrata, non da poco tempo, col binario di eccellenze che è Franco Pepe capace ormai di far diventare Caiazzo e l’alto casertano una delle mete del gusto italiano. Da oggi, con questa guida il territorio diventa davvero fruibile a 360°.
Basta andare su www.pizzahub.viatoribus.com o collegarsi tramite QRcode per trovare iniziative ed esperienze da vivere con i produttori, entrare subito in contatto con loro, prenotare ed avere tutte le certezze che un visitatore richiede. Nessun finanziamento pubblico richiesto, piccoli investimenti dei produttori, tecnologia, know -How legato alle attività di formazione e microprogettazione con alla base logiche cooperative sono le attività a monte del lancio organizzate da Margherita Rizzuto e Peppe Orefice con la capacità di accompagnare, guidare, tenere insieme di Love Matese con Claudia Orsino e Angelo Rotunno che saranno interfaccia per il visitatore. Non solo cibo ed agricoltura ma ovvio tanta piccola ricettività nella rete di B&B dell’alto casertano in linea con la filosofia del progetto e quella di Pepe in Grani, il mondo del vino Pallagrello e del Casavecchia con diverse aziende vitivinicole già all’avanguardia sull’ enoturismo, il birrificio Karma. Un territorio che parla al mondo con i suoi prodotti e che apre le porte; dal lupino gigante di Vairano al pomodoro riccio di Villa Santa Croce, dalla Cipolla di Alife al Suino di razza casertana a Castel Campagnano. Qui il “di” non è complemento solo di specificazione di destinazione o di denominazione, ma anche di “restanza” “resistenza”, “esperienza”.
Nella smart travel guide si possono trovare tantissime esperienze, finalmente fruibili al grande pubblico in maniera organica, proposte da circa 30 imprese del territorio, in primis quelle dell’agroalimentare di qualità e protagoniste del racconto rinnovato e positivo di Terra di Lavoro in questi anni; da volti ormai noti della tv nazionale come la famiglia Lombardi del mitico Conciato Romano ed il casaro Mimmo La Vecchia a nuovissime realtà con tanto filo da tessere come La Querciolaia e le loro galline allevate come un tempo capaci di uova di sapore immenso. Sarebbe ingiusto citarne solo alcune quando invece tutte si possono trovare tutte sulla guida sfogliabile via smartphone ma su alcune di loro ho già messo gli occhi e le racconterò dal vivo nel mese di luglio; di certo L’Alba in Fattoria di La Querciolaia, la festa del pomodoro riccio a Villa Santa Croce da La Sbecciatrice e non mancherà una pedalata in ebike lungo il Matese grazie a Bacco e Bivacco Country House di San Potito Sannitico. Racconteremo tante di queste esperienze in maniera approfondita nei mesi a venire. Segnalo che finalmente si potranno anche visitare le Bufale, una cosa spesso inspiegabilmente difficile nel turismo enogastronomico casertano.
Le parole di Franco Pepe sono emozionate, non di circostanza seppur sempre didattiche, testimoniano l’impegno di chi oggi opera per “restituire” alla propria terra; Franco non ha bisogno di questo progetto per incrementare l’incoming alla sua pizzeria poichè è tutto sempre pienissimo con clientela ormai internazionale, ma ha la necessità di far vivere meglio le eccellenze del territorio natìo a tanti visitatori sempre più impegnati a scoprire l’alto casertano con lo sguardo fino ai monti del Matese verso Nord e verso la piana della Campania Felix a sud. “ Fin da ragazzo ho visto nella semplicità di un disco di pasta e nelle sue infinite declinazioni una potente capacità narrativa. E ne ho fatto un sogno». Quel sogno narrativo incarnato in Pepe In Grani che si avvia al decennale e che è stato il vero motore che ha acceso la rivoluzione della pizza nel mondo, da sempre è stato pensato come un vero e proprio laboratorio di ricerca dedicato alla pizza del suo territorio, ai suoi prodotti, al turismo da fare in loco con alla base una idea di sostenibilità nella fruizione; lenta, a piedi, in bicicletta. La pizza come binario su cui corre tutto il territorio, e non poteva esserci evoluzione migliore nella contemporaneità per questo disco di pasta meridionale.
Intorno a quel sogno che diviene realtà matura ed ora trasmissibile anche ad altri ed intergenerazionale, è nata “Pizza Hub – Viaggio alla scoperta del territorio ispirato dalla pizza di Franco Pepe”, vera Smart Travel Guide firmata Viatoribus che si rivolge non solo a chi viene da fuori regione ma anche ai tanti campani che vorrebbero e dovrebbero conoscere meglio il proprio territorio dalle città verso l’interno, anche solo per un pomeriggio diverso, per adulti e per bambini. Una guida a nostro avviso utile e gentile, senza fronzoli e gradevole, senza classifiche ma con tanti contenuti, insomma il senso primigenio del significato della parola “Guida di un itinerario”, quella che non lascia, che non “appende” che non deve sorprendere ma prendere per mano. Si ha bisogno di tali prodotti, a fruizione totalmente gratuita per il visitatore, e non se ne vedono molte in un vortice comunicativo con aspetti ormai anche tossici nel mondo del turismo food&wine nazionale.
Il progetto si limiterà a queste aziende già presenti ? Narrerà sempre e solo questa parte di territorio e non altri? Non è detto, tutto è molto aperto se si condivide lo spirito e il codice etico che è anche un manifesto di buon impegno sociale per Terra di Lavoro. E’ un progetto di lunga durata.Ora è bene che il lettore vada sulla guida, approfondisca, scelga, si diverta, si “faccia scegliere”, anche in Inglese.