Queste le decisioni del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, che si è riunito ieri 29 marzo in modalità telematica, sotto la presidenza di Franco Bernabè che ha approvato come candidatura italiana da presentare all’esame del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale per il ciclo 2023 “The Art of the Italian Opera Singing”.
La decisione è seguita ad un attento esame delle candidature proposte che includevano, oltre alla prescelta, anche quella intitolata “The Italian Espresso Coffee between culture, ritual, sociality and literature in the emblematic communities from Venice to Naples”, un dossier che è stato molto apprezzato dai membri del Direttivo.
“The Art of Italian Opera Singing” è nata dall’evoluzione del linguaggio italiano nel 17mo secolo nell’Italia Centrale per poi espandersi in tutta la penisola e successivamente all’estero, grazie all’emigrazione di cantanti lirici e di produttori teatrali. L’arte del canto lirico ha giocato storicamente una funzione di aggregazione sociale attraverso la condivisione di competenze e capacità musicali e letterarie e l’utilizzo di spazi acustici naturali o tradizionalmente delimitati, nei quali non è necessario utilizzare strumenti tecnologici di riproduzione della voce grazie alla potenza della voce dei cantanti lirici.
Quest’anno l’Italia partecipa anche ad una candidatura transnazionale, “Traditional Irrigation in Europe: knowledge, technique and organization”, che ha come capofila l’Austria e vede la partecipazione anche di Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Inoltre l’Italia partecipa all’estensione della candidatura “Transhumance, the seasonal droving of livestock”, ad Albania, Andorra, Croazia, Francia, Lussemburgo, Romania e Spagna. La Transumanza è stata iscritta nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO nel 2019 come elemento transnazionale di Austria, Grecia e Italia.