Dom. Dic 22nd, 2024

In occasione del convegno “Agriturismo e multifunzionalità, scenario e prospettive future del settore” organizzato a Firenze da Ismea è emerso un comparto agrituristico che – nonostante la crisi – ha saputo adeguarsi individuando strumenti e proposte più in linea con le nuove abitudini di consumo

 

L’impatto della crisi pandemica ha avuto ripercussioni sull’economia agricola di tutte le regioni italiane. Tra il 2019 e il 2020, gli unici segni positivi sul valore corrente della produzione della branca agricoltura si registrano in Veneto (+1,1%), Lazio (+2,2%), Campania (+1,9%) e Basilicata (+1,8%), per tutte le altre il segno è negativo. La perdita maggiore nelle Province Autonome di Bolzano (-17%) e Trento (-10,2%), poi Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta (-9,5% e -9,3%), Toscana (-8,2%) e Lombardia (-0,6%). 

Reggono meglio le attività di supporto, seppure con segno negativo in tutte le regioni, mentre, le attività secondarie (+) subiscono un tracollo imputabile principalmente alle attività agrituristiche. Laddove, infatti, la presenza dell’agriturismo è più marcata (in rapporto alle attività agricole totali) si registrano le perdite più alte: le Province Autonome di Bolzano e Trento (-42,5%), la Toscana (-44%), la Valle d’Aosta (-46,6%). In Campania la perdita è del 19,1 rispetto al 2019. 

Le attività di supporto e secondarie, nonostante la crisi, si confermano una componente strutturale fondamentale nei sistemi agricoli regionali. Il loro contributo in termini di valore prodotto per l’intera economia agricola regionale, sebbene abbia subìto un ridimensionamento, rimane decisamente alto in tutti i territori. 

Il modello italiano della diversificazione agricola continua a rappresentare un caso di successo nel panorama dello sviluppo rurale internazionale, ricco di molteplici forme e attività che si sono via via sviluppate intorno alle risorse dell’azienda agricola.

“La fotografia scattata oggi inquadra un settore che, nonostante una crisi di liquidità senza precedenti, ha mantenuto inalterato il suo tessuto imprenditoriale – ha dichiarato il Presidente di ISMEA, Angelo Frascarelli: oltre 25.000 agriturismi, malgrado una significativa riduzione del valore della produzione che è passato da 1,56 miliardi di euro del 2019 a 802 milioni di euro del 2020, ma le prime stime del 2021 sono in netto aumento. Le aziende agrituristiche hanno dimostrato capacità di adattamento restando sul mercato grazie alla prevalenza dell’attività agricola, con la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti; hanno individuato spesso soluzioni innovative e sperimentato nuove proposte di ospitalità e servizi”. Anche rispetto al forte calo subito dal turismo durante la pandemia, nel quadro complessivo della ricettività italiana l’agriturismo è stato il comparto che ha saputo rispondere alle mutate esigenze, ricorrendo al mercato di prossimità e alla clientela fidelizzata. La tenuta della domanda interna infatti nel 2020, in termini di pernottamenti, ha registrato un calo del “solo” 2,7% su base annua, come riportato nel rapporto “Agriturismo e Multifunzionalità” presentato oggi.

“Giunto ormai alla sua quinta edizione – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – il Rapporto agriturismo e multifunzionalità si delinea come strumento di analisi del comparto agrituristico e della multifunzionalità in agricoltura. E se la prima edizione rappresentava la fotografia dello stato dell’arte, anno dopo anno ha assunto l’aspetto di prezioso strumento di informazione e formazione. Il settore agricolo ha subito gravi danni durante l’emergenza sanitaria ma a questo punto possiamo affermare che per il settore agrituristico i danni sono stati più contenuti rispetto ad altri settori certamente più colpiti. In Toscana, tramite la multifunzionalità, le aziende agricole hanno saputo rispondere alla crisi anche attraverso la diversificazione delle proprie attività. Inoltre – continua Saccardi – , sono state attivate forniture alternative e parallele alla distribuzione organizzata, puntando sulle filiere locali, riuscendo a rinnovare in tempi rapidi la propria offerta di prodotti e servizi. Nel rapporto che viene presentato oggi sono emersi dunque segnali di fiducia: l’alloggio e la ristorazione restano punti di forza, ma si consolidano le attività di degustazione come il turismo del vino e dell’olio così come la domanda da parte di clienti di prossimità. E questo grazie alla grande capacità di risposta adattativa su cui hanno potuto contare i nostri imprenditori, forti anche della varietà e della qualità dei prodotti che offrono”.

Fra i percorsi più recenti – e con maggiori prospettive di sviluppo futuro – vi è quello dei servizi alla persona offerti dalle aziende agricole, quali quelli delle fattorie didattiche e dell’agricoltura sociale, che molto spesso affiancano i servizi offerti dall’agriturismo.

Sarà importante leggere queste dinamiche alla luce delle misure previste a livello nazionale e dalla prossima PAC, oltre che dal PNRR, per assicurare un’ottica sistematica di crescita del settore.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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