Con Regione Campania e Coldiretti le prime indicazioni per produrre più grano.
Gli agricoltori campani sono pronti a fare la propria parte aumentando, per le prossime semine, di 2 milioni di quintali la produzione di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione e la pasticceria – dichiara Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – un’esigenza fortemente sentita per la crisi del settore agroalimentare, colpito duramente dagli effetti del conflitto bellico in Ucraina.
La posizione segue alla presa di posizione di qualche giorno fa dell’Assessore regionale all’agricoltura Nicola Caputo nel corso della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni del 10 marzo dove, con gli Assessori delle altre regioni italiane, ha incontrato il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ed il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli per esaminare le difficoltà che attualmente vivono i comparti della pesca e dell’agricoltura a causa dell’aumento dei costi energetici, delle materie prime e per le ripercussioni negative della guerra in Ucraina.
“Abbiamo analizzato – ha dichiarato l’Assessore Caputo – tutte le possibili strategie utili a sostenere i comparti agricoltura e pesca che hanno già sofferto per la pandemia da Covid19, ed ora si ritrovano ad affrontare nuove e impreviste criticità. È necessaria una risposta straordinaria e immediata che possa controbilanciare gli effetti della crisi, che purtroppo ha investito molte aziende e intere filiere della nostra regione. Con il Ministro Patuanelli abbiamo affrontato i principali problemi che opprimono le nostre imprese agricole, dal prezzo del latte in stalla al caro gasolio per i pescherecci e le macchine agricole, sottolineando la necessità di interventi specifici per le filiere più danneggiate dal rincaro delle materie prime, come quelle zootecnica e dei seminativi. In Campania il comparto bufalino è uno di quelli maggiormente in difficoltà, per l’aumento dei costi delle materie prime che compongono la mescola dei mangimi, e per cui si rischia la destabilizzazione dell’intera filiera, una delle più importanti del nostro territorio. Con i colleghi delle altre regioni italiane, abbiamo avanzato numerose proposte di intervento: dalla contribuzione straordinaria per il settore al rinvio della nuova PAC, dalla diminuzione delle accise allo sblocco di tutti i pagamenti sospesi, dalla moratoria alla ristrutturazione del debito, dalle esigenze di una nuova taratura del PNRR al Temporary Framework.”
Nell’impegno di Coldiretti si evince l’obiettivo è puntare alla costruzione dell’autosufficienza – aggiunge Masiello – di una regione che oggi non riesce a soddisfare la domanda e, dove viste le quotazioni del prezzo del grano in borsa sempre più crescenti, la coltivazione potrebbe rappresentare un investimento capace di produrre reddito per le aziende agricole.
Un’occasione che potrebbe segnare la svolta per l’intero comparto nel ridurre la dipendenza dall’estero, da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del bestiame, più del 30% del grano duro per la produzione di pasta e oltre il 60% del grano tenero per la panificazione inoltre, legherebbe le produzioni al territorio nel perseguire un modello di biodiversità e sostenibilità. Pertanto, è importante rafforzare il comparto attraverso la coltivazione dei terreni incolti con un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio e con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, non si può più pensare di dipendere da altre realtà perché alla prima situazione come quella in corso, si rischia di rimanere a terra.
Quanto propone la Coldiretti all’industria alimentare e mangimistica, è lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti nel rispetto della nuova normativa sulle pratiche sleali, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato.
Un obiettivo che può essere più facilmente raggiunto grazie all’impegno del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il quale ha accolto in Consiglio dei Ministri le proposte della Coldiretti per incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, adottare misure per sostenere la domanda interna, finanziare specifiche misure a favore delle filiere più esposte e appunto sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali.
E ancora dal Ministero è stato anche annunciato un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid e sostenuta l’esigenza, per quanto riguarda la Politica Agricola Comune (Pac), di rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare.