La Reggia di Caserta, con il suo parco ed il Giardino inglese è anche uno dei grandi Musei Verdi d’Italia, ma la cura delle specie vegetali appare ancora più complessa di quella occorrente per la tutela degli edifici e dei materiali lapidei. Le specie arboree che caratterizzano i grandi giardini storici come il Giardino Inglese borbonico sono sottoposte all’usura del tempo e ad una natura che semplicemente fa il suo corso nei decenni, per non parlare dei cambiamenti climatici e delle malattie che mettono a dura prova gli alberi e le piante che sono state tramandate nelle generazioni.
Una consapevolezza che ha informato sin dall’inizio il mandato del Direttore della Reggia di Caserta Tiziana Maffei che oggi, nel giorno di San Valentino, ha fatto comprendere alla stampa e alle istituzioni, l’importanza della tutela e della valorizzazione delle specie arboree. Si è quindi completata la messa a dimora delle nuove alberature nel giardino inglese grazie alla sinergia progettuale pubblico-privato, con la sponsorizzazione tecnica di Ellemme Spa di Napoli e la collaborazione di Eurogiardinaggio di Nicola Maisto srl, imprese intervenute alla presentazione anche con interessanti ricordi dei primissimi lavori di riqualificazione del Giardino Inglese negli anni ’70. Presenti in Giardino anche l’assessore alla cultura del Comune di Caserta Enzo Battarra e il presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone.
Sono quattro le specie che trovano casa nel Giardino Inglese recuperando la storia botanica di questo luogo: Catalpa Bignonioides, albero richiesto all’Orto Botanico del Giardino Inglese della Reggia di Caserta nel 1806 per abbellire la “passeggiata reale” sulla riviera di Chiaia; Picea Abies, conifera sempreverde inserita nel catalogo delle piante del Giardino Inglese all’inizio dell’Ottocento; Syringa Vulgaris, arbusto ornamentale citato nel “Synopsis Plantarum Regii Viridari Casertani” da Giovanni Graefer nel 1803; Quercus Cerris, quercia autoctona censita nel Parco Reale della Reggia di Caserta nel 1876 tra quelle già presenti da tempo. Il tutto è stato possibile, ovviamente, con la collaborazione di tecnici agronomi e forestali della Campania. Al termine un buffet di prodotti tipici presso il ristorante del Parco nelle vicinanze della Fontana di Diana e Atteone gestito dal Concessionario Daman.