Il futuro della filiera tabacchicola italiana è a rischio: occorre intervenire velocemente per dare prospettive ad un’eccellenza del “made in Italy”. Questo l’allarme lanciato da Confagricoltura che ricorda come la coltivazione, concentrata in Veneto, Toscana, Umbria e Campania dia lavoro a 50.000 addetti, per la maggioranza donne, in zone spesso difficili, a rischio abbandono e senza alternative produttive e occupazionali.
Il settore – mette in evidenza Confagricoltura – ha mostrato segni di sofferenza a causa dei mutamenti economici del comparto, dell’aumento dei costi di produzione e di una normativa che non è riuscita ad adattarsi ai cambiamenti intercorsi. Quello tabacchicolo è un comparto storico nel nostro Paese. Siamo fra i primi produttori in Europa e raggiungiamo quasi il 30% dell’intero totale prodotto in UE.
Oltre 1600 aziende su 13 mila ettari e 50 milioni di chilogrammi, sono oggi il nocciolo duro di questa filiera. Per Confagricoltura è necessario salvaguardare e dare slancio al settore, per il ruolo importante nell’economia locale e nell’eccellenza tecnologica del Paese, garantendo le necessarie condizioni di minima sostenibilità economico-finanziaria attraverso rapide e adeguate scelte politiche.
È necessario – conclude Confagricoltura – concordare con le manifatture una programmazione degli acquisti di lungo periodo, rilanciare con il Mipaaf i programmi di acquisto e rinnovare gli accordi, assicurando economicità per le imprese ed il rafforzamento della filiera e dell’indotto.