Lun. Dic 23rd, 2024
Mercoledì 1 dicembre, alle ore 11.30, presso il ristorante Mimì alla Ferrovia, la Giugliano ha presentato “La cucina di Mimì alla ferrovia” (Mondadori) il volume che raccoglie quei sapori e quell’accoglienza inconfondibili che da oltre settant’anni si ritrovano entrando nel locale di via Alfonso d’Aragona e che attirano, oggi come ieri, la clientela più varia: il verace popolo partenopeo come tanti protagonisti della cultura, della politica, dello spettacolo nazionali e internazionali. Sono intervenuti Luciano Pignataro, Domenico De Masi e Alfonso Iaccarino.
Nel settembre 1943, nel cuore della Napoli storica ferita dalla guerra, Emilio Giugliano, detto Mimì, rileva il ristorante La nuova Grecia, nei pressi della stazione, e lo ribattezza Mimì alla Ferrovia. Fin dal primo giorno, affiancato dalla moglie Ida, si dà due obiettivi: «offrire a chiunque entri i sapori migliori che si possano mettere in un piatto e l’accoglienza più calda che si possa lasciare nell’animo».

“Napoli ha delle particolarità che sono dei grandi valori ma anche dei grandi handicap, e la forza di Mimì alla ferrovia e delle sue quattro generazioni è stata di aver saputo prendere gli aspetti positivi ma anche quelli negativi di Napoli. – ha affermato Domenico De Masi – Noi napoletani ad esempi,o abbiamo grande creatività ma poca tenacia, ci stanchiamo subito. Invece Mimì è una realtà che sta passando il testimone alla sua quarta generazione e che ha saputo unire la tradizione all’innovazione”.

A raccontare la lunga vicenda di Mimì alla Ferrovia sono in queste pagine i due nipoti del fondatore, Ida e Salvatore Giugliano: un occhio al passato e uno al futuro. Vivono nelle loro parole lo spirito che ha guidato tre generazioni di ristoratori, i ricordi di mille incontri, l’atmosfera di un luogo reso unico al mondo dal gusto della cucina napoletana.

“La famiglia Giugliano rappresenta una storia cittadina, la famiglia Iaccarino rappresenta una storia paesana – ha dichiarato Alfonso Iaccarino – due realtà diverse ma che ci uniscono molto. Io sono grato a questa famiglia perché all’inizio della mia carriera, le loro figure sempre sorridenti e accoglienti hanno rappresentato per me un esempio, e come loro sono convinto che non è possibile fare innovazione senza tradizione”.

Tradizione e innovazione, le stesse che si ritrovano nelle decine di ricette – dal Taco Bao con stracotto di manzo alla genovese al peperone ripieno, dal sartù di riso alla pastiera – generosamente raccolte nel volume e condivise con i lettori.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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