L’ Etichetta è firmata dall’artista Bruno Donzelli
La cultura dell’Olio è stata sempre sempre presente sui colli tifatini che circondano Caserta e l’oliva del Tifata ( oggi anche PAT della regione Campania) era usata sia per l’ illuminazione dei lavori della Reggia che per l’alimentazione reale. Nella corona dei tifatini spicca quella altura, tanto cara al Vanvitelli, che era il Monte San Nicola, poi diventato Monte San Leucio e che domina il Complesso Museale del Belvedere di San Leucio. E’ una testimonianza di come la cultura dell’olivo, ma anche della vite, abbia albergato per secoli anche nelle campagne dei casali di Caserta Città.
Oggi la raccolta delle olive è ancora praticata in città, spesso da famiglie ed hobbisti per autoconsumo, in frazioni come Tuoro, Casolla, Casertavecchia, Sommana, Garzano, Pozzovetere, ma anche a San Leucio e Vaccheria; ora però c’è anche un bel progetto che ha portato un’azienda affermata nel comparto vitivinicolo casertano ad etichettare l’olio Evo che proviene dagli ulivi del Complesso del Belvedere di San Leucio, quegli antichi ulivi leuciani cui Re Ferdinando era molto affezionato. Infatti, nel dicembre 2019 il comune di Caserta, in seguito a pubblicazione di apposita gara, ha aggiudicato all’azienda vinicola La Masserie, nota realtà vitivinicola di Bellona, la gestione di un oliveto costituito da circa 90 piante, un aranceto con circa 40 piante ed un limoneto con circa 70 piante situati presso il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, patrimonio dell’Unesco. Parte del ricavato (il 10%) sarà devoluto ad onlus scelte dall’Amministrazione.
Ci racconta dell’andamento del progetto, in attesa di saperne di più anche sulla destinazione di arance e limoni, Sara Carusone, proprietaria di La Masserie :
« Durante il primo anno di gestione purtroppo a causa del degrado in cui versavano gli ulivi non siamo riusciti a ricavare frutti. Infatti lo scorso dicembre abbiamo riempito le bottigline con etichetta San Leucio con olio di nostra produzione. Decidemmo di operare in questo modo Perchè ci sentimmo di darlo in beneficenza agli angeli in camice bianco del reparto covid dell’ospedale di Caserta. Quest’anno abbiamo prodotto qualcosa in più. 17,70 quintali di varietà leccino da cui abbiamo ricavato 195 litri. Chiaramente avendolo franto da pochi giorni necessita di decantare prima di essere imbottigliato.. L’iniziativa-continua la Dott.ssa Carusone- rappresenta una straordinaria occasione per rilanciare l’offerta turistica-culturale, nonché un modo per promuovere il territorio attraverso uno dei suoi siti più rappresentativi. La valorizzazione della nostra terra e dei suoi prodotti rientra a pieno tra i progetti e gli obiettivi che l’azienda si è preposta fin dalla sua nascita. Chiaramente abbiamo riconfermato la collaborazione con Bruno Donzelli che giá realizza, le etichette per i nostri vini. Ha avuto l’idea di riportare in etichetta direttamente elementi del complesso reale”.
Che dire, si tratta di un bellissimo biglietto da visita per il Belvedere di San Leucio e per Caserta, sempre più lanciata, con Reggia e Comune ad unire produzioni di eccellenza della terra, con i beni culturali al centro, infatti ricordiamo la Vigna di San Silvestro restaurata che sta dando il primo pallagrello all’interno delle pertinenze della Reggia con Tenuta Fontana, la valorizzazione delle erbe del Parco Reale fatta da Antica Distilleria Petrone con il liquore Amarè, la marmellata di Arance amare della Reggia di Casa Lorena, insomma, Caserta grazie ai suoi beni culturali sta formando un paniere di prodotti di tutto rispetto. Tutto con produttori di Terra di Lavoro.