Troppi errori nei menù, troppa mancata valorizzazione, ma tanto di positivo si muove, dalle iniziative di Università e allevatori certificati a progetti d’impresa come ‘O Majale. Le Corrette denominazioni a tavola aiutano tutta la filiera a proporre il vero suino di razza casertana… che è grigio ardesia.
Giorni di ferragosto e profluvio di menù e proposte sui social con la buona cucina di Campania e, segnatamente, delle aree interne che sfidano il caldo con le belle braciate di carne e spesso il Re della festa è senza dubbio il …“Maialino Nero Casertano” …. In realtà chi utilizza questa terminologia dimostra di saperne ben poco di questo animale o almeno non fa in modo che i consumatori ne sappiano di più, banalizzando una denominazione del tutto errata per quanto di comune utilizzo nel definirlo, infatti, il “nostro” in realtà si chiama Suino di Razza Casertana, come da registro anagrafico dei tipi genetici dell’ Associazione allevatori Suini che fa “cassazione” in tutta Italia nel settore. E così andrebbe presentato nei menù; tra l’altro è anche ben difficile che lo si porti nel piatto da …piccolo “maialino “ appunto… Si persevera ancora nell’errore, dopo un ventennio circa di presenza strabordante nei menù detti tipici ( anche qualora sia tutto vero) del suino di un tempo grigio ardesia ( e non nero) e nonostante l’impegno in Campania ed in provincia di Caserta di accademici come il Prof. Vincenzo Peretti, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II, protagonista oggi anche dello sforzo dell’ Associazione Allevatori Campania Molise che hanno davvero gli allevamenti iscritti al registro. Con lui, dopo tante campagne per la corretta denominazione, gli associati stanno anche elaborando un vero progetto di genetica, tracciabilità e formazione che coinvolga tutti gli allevatori iscritti al Libro Genealogico del suino di razza Casertana per salvaguardare giusto reddito e razza dello storico animale. In dialetto nostrano lo splendido suino può essere chiamato Pelatello, per via di una delle differenze col maiale rosa che lo rimpiazzò in tempi moderni, ovvero la quasi assenza di setole e le zampe più corte. Al progetto degli allevatori collabora anche Coldiretti, che potrebbe intanto sensibilizzare meglio i tanti ottimi agriturismi aderenti sulle corrette denominazioni dell’animale. Molto positiva anche l’iniziativa web e social dell’Agriturismo l’Ape e Girasole di Castel Campagnano, tra i maggiori allevatori del comprensorio del medio Volturno, che ha lanciato con professionalità il marchio ‘O Majale, distintivo del Patto di filera ‘O Majale co ‘e sciuccaglie, che si avvale di un sito e landing page per promozionare il corretto allevamento e la corretta denominazione di prodotti certificati per un’ educazione alimentare necessaria verso l’antica razza suina casertana con le sue peculiari caratteristiche anche nel piatto, poiché difenderlo dalle imitazioni e’ anche restituire il diritto al giusto e corretto nome. Il Progetto è inserito all’interno del progetto Ra.Re.Ca. ( Razze Autoctone a Rischio di Estinzione della Regione Campania, di cui è responsabile sempre il prof. Peretti. Per saperne di più https://www.omajale.it/IT/
[…] per le molteplici progettualità nel mondo del maiale di razza casertana con i salumi a brand ‘O Maiale che fa anche chiarezza su tante inesattezze su questo meraviglioso animale. Ovviamente questi […]