Gio. Nov 21st, 2024

Inizia la seconda stagione di RipartiamoRosè con il primo appuntamento con i vini rosa della Campania che si è tenuto lo scorso venerdì’ 18 giugno,  presso la sempre più suggestiva terrazza del  ristorante Pane&Acqua Bistrot di San Leucio di Caserta che si è anche “rivestita” per l’occasione, di una elegante luce che ricordava il colore dei 5 vini in degustazione. Con modalità di partecipazione cambiate ma spirito, propositivo, sempre uguale per  far conoscere i prodotti della nostra regione in questo particolare settore del mondo vitivinicolo, in un giorno che coincideva anche con il lancio di “ NAperitivo”, il  finger food ideato per proporre al pubblico le delizie della cucina napoletana in porzioni ridotte e da poter abbinare ad un buon calice estivo. NAperitivo costituisce una delle nuove offerte dei patron del ristorante casertano, Elisabetta Petti e Angelo Valentino.  Anche quest’anno sono in questo evento  insieme al sommelier Salvatore Landolfo, cui ho anche  chiesto le sue dichiarazioni per raccogliere le nostre esperienze gustative, sperando di incuriosire il lettore sulle etichette proposte e di dare la possibilità di confrontare il suo racconto con le impressioni della trentina di winelovers  presenti, in una limitazione di posti seppur all’aperto, prevista dalla normativa anticovid. Dando appuntamento ad un pubblico magari anche più folto per il secondo appuntamento, in Zona Bianca, da tenere nel mese di Luglio. 

Salvatore Landolfo:  Abbiamo portato in degustazione 4 rosati di cantine nostre vecchie conoscenze, più una recentissima scoperta ma che ben presto e con piacere inseriremo nel portafogli “amici”. I colori dei 5 vini, mitigati dalle luci prima della sera e poi del locale, erano tutti diversi e distintivi, quasi in barba a quello stile Provenzale oggi tanto modaiolo ma a volte, nel prosieguo della degustazione, poco emozionante.

Si comincia con la novità, della quale parlavamo in precedenza, Azienda Simone Giacomo di Castelvenere, borgo punta di diamante della viticoltura del Sannio. Rosa chiaretto vivace, rosato di Camaiola ( ex barbera del sannio … ) un vitigno identitario che i nostri avi accostavano al piemontese barbera, dimostrato poi da studi ampelografici che nulla ha a che spartire con il vitigno col quale condivideva solo il nome.

Territorialità ed intuizione del giovane vigneron di Castelvenere che nel pieno rispetto della storia del posto dove è ubicato ha abbinato le sue conoscenze tecniche e tecnologiche da buon informatico di studi.

Il suo  Barberosa 2020 al naso continua a stupire con un intreccio tra minerale, dato dai terreni dove sono ubicati i vigneti, e un floreale e fruttato classici del vitigno di origine la CAMAIOLA, il sorso è agile e voluttuoso e chiude con una bella nota balsamica.

Continua così Simone “siamo tutti con te”.

Si prosegue con una vecchia conoscenza, Viticoltori Lenza da Montecorvino Rovella nel salernitano, che con questa ultima versione di Gabry (2020) penso abbia raggiunto la quadratura del cerchio, col suo pet-nat (ancestrale) frizzante di solo Piedirosso. Come notato da tutti coloro che avevano degustato le precedenti versioni, il sorso è più agile, con meno asperità, quelle portate dall’Aglianico, il naso gentile nonostante la frizzantezza, la bocca vogliosa di fare un nuovo sorso. Purtroppo il metodo ancestrale può avere variabili imprevedibili che però in questa versione, grazie ad accurati studi aziendali è ridotta ai minimi termini, bravi Ida e Guido siete sulla buona strada! Sarò sicuramente di parte ma lo trovo molto buono ed abbinabile a tutti i piatti estivi della nostra cucina regionale.

Passiamo al “Lord” della serata,  nel senso qualitativamente buono del termine, il vino di Tenuta Scuotto dall’irpina Lapio rispecchia il vignaiolo Adolfo Scuotto;  un “signore” nel bicchiere e fuori, in questo rosato l’aglianico da il meglio di se per la tipologia. Le asperità presenti ma domate, un colore molto vicino al brillante, vivace, sinonimo di salute del vino, questo Malgrè, che vuol significare, per me, “malgrado” ciò che si pensi, anche se rosato, è un piacevolissimo vino. Naso fruttato, minerale e floreale, tutti molto gentili presenti piacevoli. Bocca pulita e mai pesante.

Il produttore per me non ha bisogno di incoraggiamento, gli obiettivi sono ben fissati e uno come lui li perseguirà.

Quarto vino, e si passa ad un’altra nostra graditissima vecchia conoscenza, non presente all’evento ma meglio sostituito dallo staff dell’azionda di famiglia capeggiato dalla figlia Gabriella. Stiamo parlando di Cantina di Lisandro  col suo Rosa del Tempo, omaggio alla moglie Rosa da parte di Almerigo, nipote, lei, del capostipite “Lisandro”.

Vino che ho già assaggiato 15gg dopo l’imbottigliamento, e ora degustato a quasi un anno, molto piacevole rosa chiaretto, figlio di quel Pallagrello in alcuni casi, ma non questo, scarso di acidità, fine e austero, che però tanta piacevolezza dona ai sensi. Ecco nel bicchiere troviamo tutto racchiuso a partire dal colore terminando al retrogusto. 

Quinto vino, anche questo come il precedente 2019, quindi meno aggressività ma più stabilità, torniamo all’aglianico, zona Galluccio, Porto di Mola antico sito romano sul fiume Garigliano, utilizzato a quell’epoca per stoccaggio ed assemblaggio in anfora dei vini. Il Campo dei Fiori è un ottimo reset, dopo quattro vini, del palato, acidità ed asperità, come dicevamo classiche dell’Aglianico, presenti. Sorso pieno, come discutevamo con Antimo Esposito, proprietario ed anima dell’azienda,  un vino che,  bendato, fatichereste ad  incasellare, per quantità di sostanze, in genere presente tra i rosati. Vino che abbineresti a classici brodetti di pesce tipici del nostro sud.

Nel ringraziare Salvatore e la sua esperienza con www.mercantealcolico.it info@mercantealcolico.it 3475613834, segnaliamo anche che le aziende vitivinicole di cui abbiamo presentato i loro rosati sono anche belle e non banali mete enoturistiche con le loro diverse dimensioni, ubicazioni  territoriali e particolarità, per giornate da passare in vigna ed in cantina da loro, anche per degustare tutta le etichette della loro produzione; un’idea di turismo che sta sempre più diventando la carta vincente delle cantina campane, tra l’altro gettonatissime dagli stranieri presenti in regione, anche grazie all’azione del Movimento Turismo del Vino della Campania. Noi, intanto, diamo appuntamento ai prossimi appuntamenti, almeno altri 2, di Ripartiamo Rosè di questa estate campana. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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