E’ di stamane la notizia dell’avvio del percorso per ottenere una dop del Caciocavallo Podolico la cui produzione a denominazione oggi è prevista solo all’interno della Dop Caciocavallo Silano. Entrambi tipici di tutte le regioni dell’Appennino meridionali la differenza sta nel tipo di vacca da latte utilizzata, quella podolica è più rara, dal latte più scarso ma più pregiato. Qualche anno fa l’Anfosc promosse un presidio Slow Food del Podolico Lucano, così come esiste il Presidio del Podolico del Gargano, molti i PAT attivati nelle regioni meridionali per distinguersi. La “scissione” fa anche intravedere un a gestione del Consorzio del Silano Dop mai davvero decollata almeno in Campania, con due sole aziende aderenti. Si racconta qui l’iniziativa dell’Associazione Allevatori Podolica Campana:
È ormai diventato “non più rinviabile” attivare il percorso per ottenere la Denominazione di Origine Protetta del Caciocavallo Podolico.
Per questo si sono riuniti ad Eboli, nella sala congressi del Cremopar, su iniziativa dell’AACM, gli allevatori di Podolica della Campania, nel rispetto delle normative anti-covid19.
Oltre agli allevatori, erano presenti il prof. Giuseppe Cringoli e il prof. Vincenzo Peretti del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università Federico II di Napoli, il presidente di AACM Davide Minicozzi, il direttore Augusto Calbi e il controllore zootecnico Vito De Lorenzo, il direttore di Coldiretti Salerno Enzo Tropiano, il coordinatore di PSR Innovazione Campania Roberto Mazzei, il responsabile servizio zootecnia dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania Gianni Ruggiero.
Una squadra “aperta” per attivare un percorso che punta a coinvolgere tutto l’areale di produzione del Caciocavallo Podolico, in collaborazione con l’AIA e le ARA di Puglia, Basilicata e Calabria.