Sab. Nov 2nd, 2024

È stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5 gennaio 2021, la registrazione dell’IGP “Castagna di Roccamonfina”. La pubblicazione è stata disposta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, a seguito del completamento dell’istruttoria su base regionale e nazionale del riconoscimento. L’iter iniziò giusto un anno fa e poi proseguito con la richiesta della regione Campania in estate. Un riconoscimento importante poichè mancava alla Castagna del Vulcano di Roccamonfina, che difettava di una sua denominazione  che ora andrà a fare compagnia alla Castagna di Montella e ai marroni di Serino e Roccadaspide, produzioni castanicole della Campania già riconosciute con l’Igp, che tra l’altro, sarà di beneficio ai produttori per evitare  sciacallaggi al ribasso. Un successo anche per il piccolo comune turistico che oltre alla denominazione IGT per il Vino da molti anni, aggiunge quella della sua prelibata Castagna oggetto principale anche di una delle storiche sagre più affollate della Campania.

 Con le nuove disposizioni governative anticovid, che limitano le assemblee e quindi anche le riunioni di pubblico accertamento previste dalla procedura per il riconoscimento delle denominazioni geografiche protette, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ha anche il compito di raccogliere eventuali osservazioni e opposizioni, su base nazionale, della proposta di riconoscimento.

La denominazione di cui si chiede la registrazione è riferita alle castagne, fresche ed essiccate, appartenenti alle principali cultivar coltivate nel territorio indicato nel disciplinare di produzione, costituito da otto Comuni dell’area del Parco di Roccamonfina e del Monte S. Croce in provincia di Caserta. Le cultivar sono: Tempestiva (o Primitiva), Napoletana (o Riccia), Paccuta, Lucente (o Lucida) e Mercogliana (o Marrone).

La castanicoltura dell’area IGP è stimata in circa 3.700 ettari, quasi tutti destinati alla produzione dei frutti, pari a circa il 25% della SAU totale (con punte anche del 60% in alcune aree), rappresentando, nella maggior parte del territorio, la principale coltivazione. La produzione media annua, fino al 2010 (in epoca pre-cinipide cioè) era di circa 8.500 tonnellate, mentre negli ultimi anni, in piena emergenza fitosanitaria, gli esperti hanno stimato una produzione non superiore alle 2000 t per anno. Nel 2020 vi è stata una ripresa produttiva stimata nell’ordine del 40% del potenziale produttivo medio,

Le disastrose annate degli ultimi 7-8 anni, nonostante alcuni interventi, sia di carattere tecnico (come il contrasto biologico al cinipide) che legislativo, promossi dalle autorità nazionali e regionali, hanno determinato una lunga e pesante congiuntura negativa per il comparto. 

Pur in una situazione critica, come quella che si sta attraversando, occorre investire per il futuro e il futuro per il comparto nell’area interessata deve comprendere anche una forte azione di valorizzazione e promozione del prodotto. Il marchio IGP, fortemente voluto dal Comitato promotore, costituito da operatori della filiera di tutti i Comuni dell’area, può servire non solo a tutelare e valorizzare un prodotto di eccellenza come la Castagna di Roccamonfina, ma anche a contribuire al rilancio di un territorio di grande pregio turistico, paesaggistico ed ambientale.

Trascorsi 60 giorni dalla pubblicazione, il fascicolo sarà inoltrato alla Commissione europea per il completamento della procedura di riconoscimento.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.