Continuiamo ad approfondire il movimento entusiastico che si è sviluppato, non solo nell’isola, attorno a Procida possibile Capitale italiana della Cultura 2022; ne parliamo con l’Arch. Rosalba Iodice, professionista procidana d’adozione che, nel suo vasto curriculum, ha anche all’attivo la valorizzazione di Palazzo D’Avalos a Terra Murata, riportata anche in un suo libro illustrato per Nutrimenti Editore : Palazzo d’Avalos e l’ex carcere di Procida. Il complesso monumentale rinascimentale tra passato, presente e futuro.
D. Procida Capitale della cultura 2022 arriva tra le 10 finaliste tra cui uscirà la capitale della cultura probabilmente nel primo anno in cui il turismo potrà riprendere alla grande dopo il Covid. E’ una candidatura non simbolica, ma strutturata e con una prestigiosa direzione creativa, quale è il tuo punto di vista?
Procida con la “cultura non isola” già prima dell’era covid è stata una grande intuizione del direttore della candidatura Agostino Riitano, e il risultato di essere tra le 10 finaliste è sicuramente già un prestigioso traguardo tutto ancora da rilanciare nella fase finale prevista a gennaio. Procida con questa candidatura rappresenta, oltre che il suo territorio ricco di unicità paesaggistiche e storiche, una “comunità” orgogliosa della propria forte identità mediterranea. Penso che con queste premesse Procida, isola flegrea, con il lavoro sinergico egregiamente attivato e predisposto per la candidatura, abbia tutte le potenzialità e possibilità per essere la Capitale italiana della cultura 2022.
D. Sei stata, come professionista, impegnata nella redazione del piano di valorizzazione del comune isolano che vede al centro Palazzo d’Avalos e Terra Murata, uno stato dell’arte?
Si da anni, quando la mia residenza è divenuta procidana, accompagno l’Amministrazione Comunale in questa grande sfida di valorizzazione e di nuova vita del complesso monumentale del Palazzo d’Avalos e dell’ex carcere, un patrimonio rinascimentale e ottocentesco di assoluta bellezza che si erge intorno all’antico nucleo medievale di Terra Murata. E’ stato residenza nobiliare del Cardinale d’Avalos, poi primo bene allodiale della corona Borbonica e poi dal 1830 bagno di pena, abbandonato nel 1988. E’ una sfida complessa ma il rilievo per tutto il Mezzogiorno di riutilizzo di questo grande contenitore, è una grande opportunità. La rinascita di questo complesso monumentale potrà essere un importante tassello non solo per l’isola ma per il Mezzogiorno ed il Mediterraneo, e potrà aprire le porte all’ospitalità e alla permanenza di visitatori sull’isola legata e connessa alla ricerca, al sistema universitario straniero, alle residenze per creativi e alla produzione culturale divenendo la nuova fabbrica per l’isola nel mondo dell’arte, della conoscenza, della ricerca e dell’alta formazione. Si sta lavorando affinchè questa visione diventi realtà per questa splendida isola, dove il turismo culturale potrà non snaturare la sua identità. L’Amministrazione Comunale è concentrata sul complesso processo per il restauro e il riuso del grande complesso monumentale anche con la partecipazione di altre Istituzioni e di investitori privati da selezionare. Penso che in tempi brevi si vedranno i primi risultati.
(ndr) Su questo interviene anche l’assessore alla valorizzazione del complesso, l’avvocato Antonio Carannante, orgogliosamente dice del Palazzo d’Avalos: “lo abbiamo trovato sostanzialmente chiuso al pubblico e abbandonato. Abbiamo completato un percorso in sicurezza, lo abbiamo recuperato grazie a tanti procidani volontari, per aprirlo in pianta stabile affidando alle Associazioni procidane di accompagnare i visitatori. Abbiamo anche recuperato una parte del tenimento agricolo circostante: oggi costituisce la più grande area green a disposizione della comunità. Oggi rappresenta un grande attrattore turistico-culturale per tutta Italia. Questo Bene è tornato alla Comunità dopo anni di oblio. La riqualificazione/rigenerazione di Palazzo Avalos è un tema centrale delle attività dell’amministrazione e non a caso occupa un posto di primo piano nell’ambito della candidatura di Procida a Capitale Italiana della Cultura 2022. Rientra infatti nella sezione del Dossier che abbiamo presentato al Ministero e denominata: “Procida inventa”, che prevede una serie di progetti culturali volti a incentivare la ristrutturazione e la rigenerazione dei luoghi della cultura a Procida, tra cui, per l’appunto, il Palazzo d’Avalos: investendo nella cultura e nella creatività si aprono scenari impensabili”.
D. La vittoria di Procida può essere una vittoria per la Campania, in primis i Campi Flegrei, ma anche essere la prima isola; piccole realtà possono essere un contenitore esaustivo per appuntamenti durante un intero anno?
Procida con questa candidatura rappresenta, oltre che il suo territorio ricco di unicità paesaggistiche e storiche e una “comunità” orgogliosa della propria forte identità mediterranea, il territorio dei Campi Flegrei, con la sua storia e siti archeologici millenari, ma anche Napoli e tutta la Campania. La candidatura di Procida è condivisa ed è sostenuta da tutte le isole minori d’Italia. Sicuramente le piccole realtà offrono benefici che il turismo culturale non trova in aree più vaste, l’isola può accogliere eventi durante tutto l’anno, come già da qualche anno sta accadendo ed il tema della destagionalizzazione dell’isola è un punto centrale della programmazione comunale e delle azioni degli operatori turistici procidani.
L’Isola può essere una delle mete di turismo lento con le attività innovative legate al mare e l’ittiturismo, è pronta l’isola ad accogliere un turismo in chiave di destagionalizzazione che non sia solo il tradizionale bagnante?
Il Comune per ottenere il trasferimento della proprietà del bene dal Demanio statale ha presentato un Programma di Valorizzazione approvato anche dal Ministero dei beni culturali, ebbene in quel programma Procida è “l’isola del buon vivere” tra natura, pesca, agricoltura, cultura e creatività. L’autentica suggestione di Procida come l’isola del cibo a Km 0, pesce, orti e vigna l’autentica cucina mediterranea che si propone per la assoluta freschezza e naturalezza dei prodotti del mare e della terra insieme alla forte componente delle tradizioni. Il turismo lento è il naturale ritmo dell’isola e l’offerta del mare tra ittiturismo, kayak ed escursioni su la riserva naturalistica di Vivara sono già una realtà dell’isola.