Dom. Dic 22nd, 2024

Si è svolto il 28 agosto il terzo e ultimo appuntamento di RipartiamoRosè presso la bella terrazza all’aperto del ristorante Pane&Acqua bistrot alla napoletana di Vaccheria di Caserta. Con i 30 prenotati, nel pieno rispetto del distanziamento fisico, abbiamo completato il percorso estivo lungo i rosati di Campania, questa volta con un “ospite” da fuori regione. In tre eventi hanno partecipato 13 cantine per 15 rosati, sia nelle versioni ferme che spumanti, di tutte le tonalità di rosato e rappresentative di tutte le province della Campania. In questo ultimo appuntamento, con la conduzione del sottoscritto e la degustazione illustrata dal sommelier Salvatore Landolfo, abbiamo avuto ospiti nel bicchiere realtà del Sannio con Nifo Sarrapochiello, del Cilento con Tenuta Massanova, del casertano con I Cacciagalli e La Masserie, e con il gradito “intruso” sardo di Vigne Surrau. Vediamole insieme.

Pellerosa   Roccamonfina IGT Aglianico  Rosato in Anfora- 2016 – I Cacciagalli, Teano ( CE)

Tutto il mito avverato della naturalità nella etichetta  di Mario Basco e  Diana Iannaccone a Teano,  presente anche nella recente guida ai migliori 100 rosati d’Italia, vinosità  dettata dalla biodinamica utilizzata per propri vini. Sono ovviamente uve di Aglianico da suoli vulcanici del Roccamonfina, notevolmente sabbiosi, con una  fermentazione in anfora con l’utilizzo esclusivo di lieviti indigeni senza chiarifiche e filtrazioni.  rosa chiaretto intenso, pienezza dei frutti di bosco nettamente percepiti, di ottima persistenza. Pellerosa de I Cacciagalli, è da abbinare anche con preparazioni elaborate di pesce  come le zuppe. I Cacciagalli  sono un’azienda  da visitare soprattutto per  gli alfieri della sostenibilità ambientale applicata all’agricoltura ed al mondo del vino.

Ecce Vinum Paestum IGT Aglianico Rosato – 2018 – Tenuta Massanova, Perdifumo ( Sa)

Davide Massanova e consorte, giovani agronomi in campo a Perdifumo,  nell’entroterra di Castellabate, adagiati su un balcone che affaccia sul mare del Cilento, la cui brezza accarezza le vigne innestate da pochi anni tra ficheti in cui vengono impaccati i fichi bianchi del Cilento, un must dell’azienda e del prezioso Olio evo. Li conobbi online con una degustazione targata Fisar Caserta con il loro rosso, già raccontato in questo articolo, quindi abbiamo portato qui il loro rosato, Ecce Vinum poichè  la prima etichetta della nuovissima azienda, un bel cerasuolo distintivo dell’ aglianico cilentano, da lasciare nel bicchiere qualche minuto appena per far svelare anche, oltre a fragola e frutti di bosco in  una buona acidità , anche un gradevolissimo sentore agrumato tipo pompelmo rosa, lo abbiamo abbinato con lo Spaghetto alla Nerano del Bistrot e ci è piaciuto.

Veritas Terre del Volturno IGT Casavecchia Rosato  2018 – La Masserie, Bellona ( Ce)

L’ esperienza di Giuseppe Carusone e  la competenza e sincerità della figlia Sara non potevano che creare, con Veritas, un rosato che sapesse far mettere a tavola il Casavecchia anche nelle torride serate estive. Ne parliamo ampiamente del vino e di questa azienda,  da visitare a pochi km dalla Reggia di Caserta, nell’articolo che facemmo in occasione di una recente visita. Da sottolineare sempre la specialità di un rosato tirato su con la tecnica del salasso,  con la concentrazione dei  tannini e del colore nel mosto  del vino rosso per realizzare rosati  di gran corpo come questo, ideale sulla montanarina di Salmone del Pane&Acqua Bistrot che abbiamo abbinato.

Rosè Cannonau di Sardegna Doc  Rosato 2019 – Vigne Surrau, Arzachena-Porto Cervo ( OT)

Davide Carusi, casagiovese, ha lavorato per anni ad Arzachena -Porto Cervo presso Vigne Surrau, una delle realtà più briose della Gallura, incontrandolo in estate, con Salvatore ci siamo chiesti se non fosse il caso di contaminare RipartiamoRosè con quello che Davide  si era fatto spedire  da oltre Tirreno, è stato proprio Davide ad illustrarci lo splendido territorio vitivinicolo nel nord Sardegna e a renderci edotti su Vigne Surrau e del loro rosè, ovviamente di Cannonau, che, molti dei presenti, non avevano mai degustato in versione rosa. I terreni dove sono ubicate le uve sono  tendenti al sabbioso.  La vendemmia è  manuale nella prima decade di settembre. Di soffice pressatura di uve intere in parte non diraspate e con  chiarifica a freddo. Fermentazione alcolica del mosto avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata intorno ai 14 – 16° C, per poi stazionare pochi mesi in bottiglia. Si tratta del classico rosè francesizzante da aperitivo, molto ben fatto, meritata la medaglia d’oro 2018 al  Concours International Grenache du Monde in categoria Vintage 2017.

Marosa Aglianico del Taburno Rosato DOCG 2019 – Nifo Sarrapochiello, Ponte (Bn)

La chiusura non poteva essere se non con l’omaggio alla Docg del Rosato Campano, ovvero l’Aglianico del Taburno Rosato Docg di Lorenzo  Nifo Sarrapochiello da Ponte, col suo Marosa, anche questo inserito tra i migliori 100 vini rosa d’Italia secondo Slow Food, nonché indicato dalla guida Slow Wine 2020, nella etichetta del 2018, come “Vino Quotidiano”. Marosa è l’etichetta dedicata alla mamma dei Nifo, Rosa, che tornò negli ’80 a comprare i vigneti nel natio Sannio  dopo l’emigrazione in Canada, terra  ricordata in etichetta con le foglie d’Acero accanto al volto muliebre. Impegno e internazionalizzazione sono i motivi della vita quotidiana della famiglia Nifo, che assomma enologo e commerciale all’interno, con grandi progetti anche per il futuro enoturistico della azienda di Ponte, che guarda Torrecuso godendo del fiume e del Taburno per  le  proprie vigne. Un chiaretto Potente, ciliegia matura per significare tutta la forza dell’aglianico del Taburno anche in rosa, nessuna cedevolezza a  sentori passeggeri e tenui da aperitivi light, bensì un’etichetta ideale anche per accompagnare primi non solo estivi o i salumi e formaggi con cui lo abbiamo ben abbinato al tavolo. Decisamente invitiamo le tante cantine sannite ed il consorzio Sannio Dop a puntare maggiormente sul rosato nella Docg come hanno fatto i Nifo poiché di soddisfazioni ne possono arrivare.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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