Grazie alla Fisar e all’Onaf di Caserta, guidate rispettivamente da Mariano Penza e Mario Sanza, abbiamo potuto partecipare, con i corsisti di entrambe le associazioni, ad una coinvolgente degustazione online che ci è piaciuto chiamare Grande Lucania, dato che si è avuto il privilegio di degustare, previa consegna ad opera della Vineria La Frasca di Caserta, di una eccellente novità nel panorama vitivinicolo della Campania, con Aglianico del Cilento Dop della giovane Tenuta Massanova, ai confini tra Castellabate e Perdifumo, in quel Cilento che culturalmente e naturalisticamente vive ancora la simbiosi con la Lucania del formaggio di giornata, ovvero il Canestrato di Moliterno Igp. Con il presidente del consorzio del prezioso cacio della Val d’Agri, Angelo Petrocelli, ripercorriamo le tappe di una difficile tutela, visti i danni della registrazione del marchio “Moliterno” ad opera di due big del formaggio italiano, non lucano, che occupano gli scaffali della GDO con “pecorino” di Moliterno e formaggi alla “tipologia” Moliterno; il consumatore deve sapere che nulla c’entrano questi prodotti con il Canestrato di Moliterno IGP, che, secondo disciplinare deve avere le forme stagionate nel piccolo borgo montano, nei caratteristici fondaci, per un latte ovicaprino ( 70% min pecora, 10 %min capra) da ottenersi da pecore e capre nel territorio della Regione Basilicata. Mulcternum per gli antichi romani, ovvero luogo dove si mungeva il latte, non ha mai avuto altra vocazione se non quella casearia, per addivenire ad un unicum in Italia, l’attribuzione Igp di un formaggio che resiste alla globalizzazione dei sapori caseari con le sue circa 7000 forme l’anno, di max 5,5 kg l’una. L’utilizzo di caglio di agnello e una concia della crosta con olio e aceto fanno di questo il formaggio che più di ogni altro ricorda i decenni dell’emigrazione lucana e meridionale oltreoceano; un prodotto alla fine dell’800 fondamentale per i “paesani” approdati in Usa, tanto da dare il nome ad un molo mercantile del Porto di Napoli, Molo Moliterno, tanto ne era la quantità che riempiva i bastimenti, insomma un formaggio protagonista dell’export italiano della Italia postunitaria. Di forma cilindirica il nostro pezzo con un anno di stagionatura ( il disciplinare ne prevede almeno 3 mesi) svela le scalanature della canestratura caratteristica, avvolge nei suoi sapori caldi il ricordo della stagionatura nei fondaci di Moliterno ad almeno 700 mt SL a godere del freddo secco a bassa escursione termica della zona. Formaggio che si bea della scarsità quantitativa e della lentezza alla degustazione, vede due caseifici tra i produttori, 3 stagionatori, una decina di allevatori.
Non poteva esserci migliore abbinamento con un vitigno antico ma messo in bottiglia da saperi giovani e moderni, come quelli della coppia di agronomi che conduce Tenuta Massanova nei confini caldi e sapidi tra Castellabate e Perdifumo, nel Cilento più verace, capace di tirar fuori sia rossi che bianchi capaci di sorprendere. E’ il caso del Rapengolo Dop Cilento Aglianico 2017, che nonostante i pochi anni dà già prova di pronunciata avvolgenza, attraversata dalla piacevolezza delle note di pepe e liquirizia che diventano più marcate se continuato a bere il giorno dopo l’apertura, di buona acidità, si nota un giusto affinamento in botte di rovere per 12 mesi seguito dal percorso in bottiglia. Tenuta Massanova, piccolo angolo di Cilento con poche ma ottime vigne rimesse a produzione dai giovani agronomi preparati ed entusiasti, in grado anche di rinunciare all’enologo per mettere alla prova con profitto i propri saperi, produce Il Rapengolo, dal nome rievocativo del grappolo declinato in dialetto cilentano ‘Ra Pengola ( letteralmente del Grappolo) volendo significare nella bottiglia il succo reale di quel grappolo soleggiato a soli 200 mt slm in terreno argilloso-limoso. Lungo 3 ettari vitati e altri 17 circa con fichi e olivi del Cilento, la vendemmia è effettuata a fine settembre, con una vinificazione con macerazione sulle bucce per circa 14 gg a temperatura controllata. Alcol svolto 13,5, inoltre noi abbiamo fatto bene a brigare per togliere qualche grado dalla temperatura della incipiente estate di città, portandolo ai 18 ° consigliati . Un formaggio come il Canestrato di Moliterno è un suo abbinamento ideale, come lo è sulla carne della “domenica;. degustato anche su ragù bianco di carne, rendeva tutte le qualità di cui è capace. Curiosità per il rosato e il fiano dell’azienda per sapere se sono in grado di mantenere il livello di questa eccellente etichetta, a 11 € un sorso di sole del Tirreno meridionale.
Approfondimenti
https://tenutamassanova.spedivino.it/
http://moliterno.comunitaospitali.it/canestrato-di-moliterno-IGP