Ven. Nov 22nd, 2024

Selva di interpretazioni, lagne, dietrologismi politici, qualche eccessiva burocratizzazione, ha accompagnato l’ordinanza della Regione Campania che autorizza la consegna a domicilio da  Lunedì 27 in Campania, oggi 25 aprile anche opportunamente modificata ed estesa per renderla più praticabile, anche se con una pecca sulla estensione territoriale della consegna. Il tutto condito, in questi giorni, dall’assurdo festival dell’ignoranza di tanti media, anche importantissimi e nazionali, sulla confusione pazzesca tra Asporto ( vengo nel locale e me lo porto via, il take away, ancora vietato) e consegna a domicilio ( un fattorino assunto dal ristoratore o un’agenzia di delivery del cibo contrattualizzato con esso, che mi portano a casa il cibo scelto, la delivery confermata in ordinanza per il 27).

Non sono certo state le comparsate in tv di chi crede di essere il rappresentante dei pizzaioli, non rappresentativo, come abbiamo visto da qualche post, nemmeno della propria intera onorata famiglia di artigiani,  a far mutare idea a Vincenzo De Luca, ma, come aveva sempre detto e da noi riportato solo ascoltando le sue dirette facebook del venerdì, appena si sono verificate le condizioni si sarebbe proceduto ad un allentamento di delle restrizioni, e così è stato con un primo passo.

Alcune misure sono state rese più chiare, come l’allungamento dell’orario per consegna fino alle 23, non computando i tempi di preparazione e organizzazione, nonchè pulizia dell’attività, prima e dopo l’orario, il non obbligo di copriscarpe e camici che avrebbero reso difficile se non pericoloso e  proibitivo lo stare accanto ad un forno per ore. Ecco la nuova ordinanza

Tantissime le attività quindi in ripresa con la consegna a domicilio, aperture che si vanno moltiplicando in queste ore, con ad esempio il 90 % delle pizzerie in via di apertura nel casertano e nell’hinterland di Napoli, e hanno preso a postare le attività di sanificazione in corso; ovvio ci sono costi per riapertura ma le mirabolanti cifre da migliaia di euro al giorno che qualcuno col tono da santone sventolava funesto sono fuori dal seminato, una fake news assurda. Abbiamo interpellato un po’ di operatori alle prese con la sanificazione e compagnia bella: tra sanificazione, analisi, medico competente ( che è già obbligo avere ex legge 81/2008…) …  mascherine, avendo già assunto un fattorino legalmente ( non c’è obbligo di affidarsi a major del delivery) si tratta di costi vicini ai 50 € al giorno per una settimana fino al 3 maggio, poco per sbarrare il passo ad una pizzeria che può consegnare minimo due trecento pizze pure solo nella parte finale dello spazio temporale 16-23 . Perplessi, invece, restiamo per quanto riguarda la limitazione a restare nel proprio comune per le consegne, se pochi problemi per attività ubicate in grandi città, diventa difficile dove piccoli comuni sono uno vicino all’altro separati a volte solo da una strada.A Recale non si può attraversare la strada e consegnare a Caserta, nè a SanGiorgio posso consegnare a Portici….. Ma questo deriva dal dpcm governativo difficilmente derogabile ma valido solo fino al 3 maggio? Si dovrebbe comunque chiarire meglio, poichè nella prima ordinanza regionale, la 35, sul tema non c’era questa limitazione, quindi anche gli spedizionieri internazionali non potrebbero consegnare cibo…

Qui allegato ad ordinanza su Protocollo misure di sicurezza

Dal 4  maggio ci saranno altre prescrizioni, che, certo, non si discosteranno di molto da queste per la gestione interna del locale, le persone potranno spostarsi liberamente al netto, per un mesetto, della mobilità tra regioni diverse, misure di adeguamento, inoltre, dovranno vedere forme di sostegno pubblico agli imprenditori. Ma già l’atteggiamento del 27 fa aprire una riflessione verso la fase più importante, l’apertura e la gestione della sala, probabilmente il 18 maggio in tutta Italia: Siamo fortemente convinti  che Il cliente della  ristorazione nei mesi post-quarantena  scegliera’ il locale in base anche al senso di sicurezza e rispetto delle regole che l’imprenditore sara’ capace di trasmettere, ristoratori e pizzaioli scopriranno presto che  l’adeguamento non sara’ tanto una imposizione di legge, ma una necessita’ aziendale, esattamente  come fino a poco tempo fa era avere un bagno ed una tavola puliti. Poco spazio di mercato avranno  quelli che vorranno seguire il consiglio di essere poco osservanti, anche nell’atteggiamento,indolenti,protestatari, leggeri sull’argomento, chi lo farà è a rischio di perdere  anche i clienti piu’ fidelizzati antecovid. Gli operatori della comunicazione ed i consulenti  di settore che eccitano alla ‘ disobbedienza’ o al casino contro le norme stringenti almeno all’ inizio di una graduale apertura fanno loro un cattivo servizio, soprattutto dal punto di vista del business futuro, non ne parliamo descrivendo al cliente potenziale che legge, uno scenario di guerra e fame che servirà ad una cosa: far stare la gente a casa…. Pure per tutta l’estate.

Il consulente utile è quello che  aiuta, anche con molta generosità e rinunciando a molto del suo,  in questa fase, ad adeguare il locale, a comunicarlo poi con la giusta attenzione, non quello che può riscuotere un like parlando alla pancia del momento che registra una comprensibile rabbia.

Altra è la battaglia per sovvenzionare questi adeguamenti, anche per non farli ricadere sul consumatore, e  dovrebbe essere questo il ruolo delle associazioni di settore, magari affiancato a quello di organizzare servizi utili, ad esempio consulenza a costruire un delivery per pizza collettivo in alternativa alle major del settore che mangiano il fatturato, ma anche queste associazioni fino ad ora,abbiamo visto più impegnati sui talk politici, un consiglio: dal mondo della  piazza virtuale….tornate al mondo della  pizza vera…. Ad aiutarla e consigliarla bene…

Carlo Scatozza

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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