In seguito alle continue segnalazioni di ristoratori che denunciavano la vendita di pasti al pubblico ed il proliferare di pasticcerie chiuse che avevano cominciato la vendita online con delivery di prodotti da forno e dolci, sono intervenute altre ordinanze e chiarimenti della Regione Campania, rinforzate anche da molti provvedimenti di comuni come Caserta, Torre del Greco, Scafati, noi crediamo che queste siano misure difficili, impopolari forse, e sicuramente di nocumento al fatturato di tante aziende, ma in Campania la strategia di Contenimento totale sta dando i suoi frutti e torneremo alla normalità prima di tanti.
Cosa significa asporto e delivery, di cui ci stiamo forzatamente e disperatamente privando in questa regione? Significa almeno altre 30- 40000 attività che potrebbero riprendere il lavoro ogni giorno, anche se non aperte al pubblico, vogliamo mettere una media di 3 persone ad attività per preparare pietanze? Possiamo considerare che ogni fattorino consegni 20 volte in una giornata? Sono numeri assurdi, che diamo alla valutazione insieme a domande che tanti colleghi giornalisti o politici non si pongono, come fanno invece alcuni operatori del settore, pensiamo alle domande su Facebook di qualche giorno fa del pizzaiolo napoletano Franco Gallifuoco, uno che, solo con asporto e delivery, nella posizione in cui si trova, gli basterebbe avere come clienti due,tre palazzi adiacenti per garantire ottimi fatturati con delivery; si domanda Franco: quanto guadagnerebbe un ragazzo del delivery?150 € a settimana o forse anche meno? E chi se la prende la responsabilità di mandarlo in giro per le case? E se fosse asintomatico? Ci sono valutazioni serie da fare: E col permesso al delivery chi è fuori dalle zone più urbanizzate o di piccoli centri che lo fa a fare? Manco si pagano la legna. Chi ha la responsabilità ha valutato che i numeri potenziali di questo comparto sono troppo forti da sostenere in una quarantena da Pandemia, io, senza giudicare, da cittadino, mi sono chiesto: ma a Bergamo e Brescia con migliaia, dico migliaia di morti portati a cremare con esercito…ti arriva pizza, panino e ogni ben di dio a casa…..come se nulla fosse.. e quale è il prezzo che si paga alla diffusione del Virus? Ad ogni movimento si paga un prezzo…..Questa in Campania è una scelta dura, difficile, che, ripetiamo non vogliamo manco giudicare, come non giudichiamo la rabbia di alcuni ristoratori e pizzaioli, pasticcieri, legittima, comprensibile.
Attraverso l’analisi dei Codici Ateco vogliamo far capire al pubblico cosa è vietato e cosa è permesso, sperando che questo immenso sacrificio, con la Pasqua in casa e con la “difficile” sfida di provvedere da soli a Pastiera e casatiello, finisca presto, ma noi combattiamo,anche con questi divieti, per vincere prima la battaglia e per permettere a quanti più campani possibile di esserci alla Prossima Pasqua….. Intanto con l’auspicio che i dati possano migliorare come pare e consentire già dal 14 Aprile o poco più la ripartenza con Asporto e Delivery anche in Campania, potremo inaugurare una fase 2 che si preannuncia complicata ma che deve arrivare quanto prima.
Chiarisce la Regione Campania: Nel rispetto delle ordinanze già emanate, sono sospese le attività e i servizi di ristorazione, fra cui pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie anche con riferimento a consegne a domicilio. La sospensione riguarda anche le vendite online e le attività dei laboratori di pasticceria, che quindi non possono rimanere aperte
La citata ordinanza non si riferisce all’attività industriale di produzione di prodotti dolciari al fine della distribuzione di prodotti confezionati ed etichettati, con codice ATECO 10
(Industria alimentare) ovvero quali sono ?
10.1 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI CARNE E PRODUZIONE DI PRODOTTI A BASE DI CARNE
10.2 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI PESCE, CROSTACEI E MOLLUSCHI
10.3 LAVORAZIONE E CONSERVAZIONE DI FRUTTA E ORTAGGI
10.4 PRODUZIONE DI OLI E GRASSI VEGETALI E ANIMALI
10.5 INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA
10.6 LAVORAZIONE DELLE GRANAGLIE, PRODUZIONE DI AMIDI E DI PRODOTTI AMIDACEI
10.7 PRODUZIONE DI PRODOTTI DA FORNO E FARINACEI
10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI
10.9 PRODUZIONE DI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI
Vediamo il punto scabroso, il 10.7, si tratta di, come da descrizione del codice, nella numerazione 10.71, produzione di pasticceria fresca: dolci, torte, pasticcini eccetera senza vendita diretta al pubblico, quindi i panettieri possono si farli ma non venderli al dettaglio.
Mentre alla 10.71.10 si scrive: produzione di prodotti di panetteria freschi con eventuale negozio annesso per la vendita anche al dettaglio, quindi si a produzione di pane, panini, cialde eccetera produzione di rustici, pizzette ( non pizze napoletane etc, in codice scritto testualmente Pizzette) ed altre specialità salate da forno
Dalla classe 10.71.20 sono ESCLUSE: produzione di paste alimentari, attività delle pasticcerie, cfr. 56.10. Quindi ecco il No ai dolci e anche a Pastiere.
Carlo Scatozza
La Campania ce la farai ad uscire dalla pandemia e Italia intera compresa l’Albania che entrerà nell ‘Europa Unita con l’Euro