La 23esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus in circa 13.500 supermercati in Italia, sabato 30 novembre ha coinvolto oltre 5 milioni di donatori,
accolti da 153.000 volontari, con un’età media di 36 anni. Si tratta di scolaresche, giovani, anziani e intere
famiglie, a cui va il più sentito ringraziamento per aver reso possibile la riuscita di questo evento
straordinario.
In Campania sono stati raccolti 318.407Kg di cibo che saranno distribuiti, nel mese di dicembre, alle 152.565 persone indigenti aiutate in regione, dai volontari delle strutture caritative convenzionate con il
Banco Alimentare. Sono gli stessi che sabato vestivano le “pettorine gialle”, sostenuti dai volontari del Banco Alimentare, che incontrano e aiutano quotidianamente le persone in povertà assoluta, presenti
nei propri territori.
Ma, come ci ha ricordato Papa Francesco, per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro:
sono giovani e anziani soli da invitare a casa per condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica”.
«Se l’origine (di quello che facciamo) è una gratitudine infinita che deborda dalla nostra persona, allora
quello che facciamo sarà apparentemente lo stesso, ma il significato – la densità – che porterà con sé sarà totalmente diverso». Don Julián Carrón
L’origine di quello che facciamo è una debordante gratitudine.
Allora prima di ogni cosa “grazie” a ciascuno di voi.
Grazie alle migliaia di volontari che rendono possibile ogni anno questo miracolo. E ai milioni di donatori che sempre sono generosi al di là di ogni aspettativa. Grazie a tutti coloro che hanno accettato questa proposta come sfida prima di tutti a sè.
A chi c’è stato con semplicità, cioè con decisione.
Grazie a quelli che hanno donato tempo, forza, passione, energia. Grazie a chi ha deciso di condividere
anche il poco che aveva. Perché anche il poco può sempre essere condiviso. Grazie a chi ha chiesto per
ore davanti ad un supermercato e ha sorriso di fronte a un rifiuto. A chi ha riempito e spostato scatoloni. A chi ha scaricato camion fino a tarda notte. A questo popolo vivo. Un popolo dei piccoli
gesti. Dalla grande speranza. Migliaia e migliaia di persone. Non numeri. Ma persone. Perché quando tutto cospira a tacere di noi è arrivato il tempo della persona.
«Quando infatti la morsa di una società avversa si stringe attorno a noi fino a minacciare la vivacità di una nostra espressione e quando una egemonia culturale e sociale tende a penetrare il cuore, aizzando
le già naturali incertezze, allora è venuto il tempo della persona». Don Luigi Giussani