Ven. Dic 27th, 2024

I dazi sono anche una stangata sui consumatori del paese che li impone, soprattutto  quando si parla di prodotti ricercati come il Made in Italy in Usa.

Brutta fase per il nostro export in Usa ma non crediamo comunque ci potrà essere il crollo verticale del Parmigiano Reggiano dop ( con i fatturati più alti) se , visti i dazi, aumenterà  il prezzo da 40 a 45 dollari il kg. Un alimento già ovviamente caro per una tavola americana di ceto medio, che non si scoraggerà, nel 90% dei casi, dell’accresciuto costo, e scommettiamo che , dopo che saranno venuti meno i dazi, il prezzo rimarrà più o meno questo.

E’ andata meglio ad altri prodotti italiani, come la Mozzarella di Bufala campana Dop e l’olio italiano, grazie certo a volumi di affari forse non comparabili a quelli del Parmigiano, ma anche per l’accortezza del consorzio di tutela da una parte, con l’aiuto delle scelte degli influencer statunitensi  e dalla mobilitazione dei consumatori americani più salutisti dall’altro, ecco cosa è successo: in Luglio il direttore del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop Saccani volava in Usa per un  pressing istituzionale, appena sentito “odore” di dazi aggiuntivi ventilati da Trump sui formaggi made in Italy, che avrebbero potuto penalizzare fortemente l’export della bufala campana. Forte era il timore che nel calderone finisse anche l’oro bianco della Campania, quindi si avviarono una serie di incontri, da vera lobby della bufala, per  far capire quanto sia dannosa la scelta di ulteriori gabelle su un’eccellenza che piace molto ai consumatori Usa.

Gli Stati Uniti rappresentano infatti il primo Paese extra Ue per le esportazioni della mozzarella Dop, con una quota pari al 7%.Ed è un mercato con elevatissime potenzialità, con una crescente richiesta di prodotto certificato. Saccani ha incontrato soprattutto  Jaime Castaneda, vice presidente del decisivo US Dairy Export Council per definire i termini di un accordo tra l’ente americano e il Consorzio in merito alla protezione della denominazione Mozzarella di Bufala Campana Dop in diversi Paesi, una doverosa distintività riconosciuta che sarà poi decisiva per evitare dazi. ottima anche la mobilitazione dell’ambasciata italiana in Usa. Ma penalizzare la Mozzarella di Bufala campana Dop sarebbe stato anche un boomerang non di poco conto per le imminenti elezioni: infatti, nonostante il costo di almeno 50 dollari al Kg, è la mozzarella al primo posto nella classifica delle preferenze dei maggiori influencer e vip che fanno tendenza e orientano i consumi in Nord America attraverso i social. Quasi uno su due ha scelto la bufala, per l’esattezza il 47,5% del campione totale: è il prodotto più apprezzato dai canadesi (57,3%) e dai messicani (48,4%), piazzandosi al secondo posto negli Stati Uniti (42,5%).Ma il vero boom è tra i giovani del nordamerica, forse stufi di hamburger e hotdog, in questo segmento la mozzarella è la favorita dei Millennials, rivelatisi veri intenditori, in genere,  del food tricolore.

Lo studio, di Assocamere estero,  è stato è realizzato su un campione rappresentativo di 550 influencer del food & wine; il 23,5% degli intervistati appartiene alla fascia di età 18 – 34 anni mentre la maggior parte (62%) ha tra i 35 e 54 anni. Oltre la metà degli influencer, pari al 55%, opera nel settore food & wine, il 27,7% si occupa di blog & journalism, il 13% svolge attività legate alla sfera del food e il restante 4% appartiene al settore travel.

Sono stati anche i consumatori USA a salvare l’olio d’oliva italiano dalla scure dei dazi di Trump grazie al successo della petizioneNon tassate la nostra salute” della North American Olive Oil Association (NAOOA) a difesa dell’extravergine di oliva che la stessa Food and Drug Administration statunitense (FDA) ha riconosciuto come un alimento benefico per la salute. E’ quanto evidenzia Unaprol, l’Unione nazionale dei produttori olivicoli, nell’esprimere soddisfazione per l’esclusione dell’olio extravergine d’oliva italiano dalla black list dei nuovi dazi americani sui prodotti Made in Italy che avrebbero colpito 443 milioni di euro di export negli Stati Uniti. “Nel 2018 – spiega David Granieri, Presidente nazionale di Unaprol – abbiamo portato negli USA oltre 101 milioni di litri, quasi un terzo della nostra produzione, che è in crescita dell’80% con oltre 315 milioni di chili nel 2019 dopo il crollo storico registrato lo scorso anno”.

La filiera nazionale coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia e può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive. E proprio negli Stati Uniti sono in corso iniziative di promozione dell’olio d’oliva italiano per sostenere e far conoscere agli americani il valore e la qualità del vero Made in Italy. “La scure di Trump ha colpito prodotti che insieme all’olio rappresentano la grande varietà e ricchezza del Made in Italy negli USA per questo – conclude Granieri – è importante intervenire subito con risorse adeguate per sostenere le imprese colpite dai dazi ed evitare la perdita di competitività sul mercato americano a vantaggio dei Paesi concorrenti aprendo la trattativa a livello comunitario e nazionale attivando al più  presto forme di sostegno ai settori piu’ colpiti che stanno pagando ingiustamente la disputa sugli aiuti a Airbus e Boeing che ha originato la guerra commerciale.

Carlo Scatozza

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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