Sedici recensioni in due giorni da parte dello stesso utente. Succede su Tripadvisor, il portale che pubblica le impressioni delle persone su un locale nell’ambito della ristorazione o dell’ospitalità. La procedura dovrebbe essere controllata da uno staff qualificato, e risponde ad un preciso regolamento, per evitare che le recensioni risultino orientate, o di parte, o che addirittura possano essere “finanziate”, in qualche maniera. Il condizionale è d’obbligo perché, come afferma Giuseppe Vesi, “è impossibile vedersi pubblicare un tale numero di recensioni, sedici, tutte a Napoli, se si è un utente comune”. In alcuni casi il portale decide anche di non pubblicare, in altri bisogna aspettare anche giorni e settimane, prima che si possa leggere quanto si è scritto. Da qui il sospetto che non tutto sia lineare e limpido. Che ci sia qualcosa di orientato. Che qualcuno, possa essere riuscito a direzionare le recensioni. Il numero di sedici sembra realmente troppo elevato da veder pubblicato in quarantotto ore, anche perché chi ha scritto, avrebbe dovuto recarsi a visitare tutti i locali recensiti. “Immagino quanto sia ingrassato in quei giorni. Ma al di là della battuta, sarebbe gravissimo – spiega Giuseppe Vesi uno tra quelli a cui il fantomatico utente ha rivolto il suo giudizio – se un portale seguitissimo come Tripadvisor non pubblicasse solo recensioni di utenti comuni. Sarebbe ancora più grave se quelle recensioni non fossero libere e fossero il frutto di “estorsioni” da parte di chi poi parla bene o parla male di un posto, a seconda di somme di denaro ricevute. Ho già dato mandato al mio ufficio legale di verificare la “purezza” delle recensioni, che hanno interessato diversi locali in città. Verificheremo se ci sono gli estremi di una denuncia legale per danno di immagine e diffamazione, perché è palese che le recensioni non sono mai circostanziate e dettagliate, ma soltanto generiche, distruttrici ed ostili. I nostri clienti conoscono il nostro valore e non è certo attraverso il giudizio di uno o più incompetenti che si celano dietro un account che qualcuno potrà distruggere il nostro lavoro fatto di competenza, ricerca e qualità”.
Per ora resta il sospetto che questo tipo di operazioni gettino ancora una volta del fango su un mondo, come quella della ristorazione, che dovrebbe solo argomentare su bontà dei prodotti e benessere del cliente. A noi restano i loro sorrisi quando si complimentano con noi per il nostro lavoro.