Dom. Dic 22nd, 2024

Una settimana Sottaterra, alla ricerca della cura dalla peste del contemporaneo. Un viaggio di ritorno al luogo da dove veniamo, un rito collettivo di dissipazione, rigenerazione e ri-creazione, per riscoprire il luogo delle radici, del riparo, della conservazione, della memoria.

Anche quest’anno si chiude con successo lo Sponz Fest, il festival ideato e diretto da Vinicio Capossela. Giunto alla sua settima edizione, il Fest si è svolto dal 19 al 25 agosto, a Calitri e in 5 comuni limitrofi dell’Alta Irpinia (Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Villamaina).

Sono circa 30.000 le persone di ogni età e provenienza geografica che hanno partecipato allo Sponz Fest 2019, facendo registrare un tutto esaurito nelle strutture ricettive anche delle zone limitrofe. I numeri del web confermano la grande adesione al Fest: il sito ufficiale del festival è stato visitato da circa 260.000 persone, mentre nel solo mese di agosto la pagina Facebook ha raggiunto più di 420.000 utenti. La SponzApp è stata poi scaricata da più di 5400 partecipanti al festival contro i 3700 download dell’anno precedente.

Dopo la presentazione a Villamaina (Guarda il video), il festival si è aperto con il consueto concerto all’alba di un duo di eccezione: i greci Manolis Pappos e Dimitri Mistakidis, in un omaggio all’”amanes”, il lamento che viene da oriente. (Guarda il video del concerto all’alba) che ha dato il via al martedì grasso con la Grande Cingolata e il suo ospite d’onore, Chef Rubio e portato poi alla Morte di Carnevale con ‘E Zezi Gruppo Operaio di Pomigliano. Il giorno seguente, dopo le tappe di Trenodía a Cairano con Elio Germano e Raiz, è stata la volta del Mercoledì della Cenere con il cinema presentato da Goffredo Fofi, il concerto del cowboy solitario texano Micah P. Hinson e la festante Banda della Posta. (Guarda il video del terzo giorno

E poi i tre grandi concerti tra speranze e pestilenze contemporanee dello Sponz Pest nel Vallone Cupo, sulla collina di Calitri: quello dello sciamano del suono Enzo Avitabile insieme ai Bottari in ‘A pest’. Pattuglia di pastellessa preceduta da processione a passo della morte, preceduto dal toccante incontro con Mimmo Lucano (Guarda il video del quarto giorno); ‘A ‘mascarata. Trap, Pest e altre Dannazioni – Concertato di voci comprensive e autotune con Morgan, Young Signorino, Almamegretta Dub Box, The Andrè, Enzo Savastano, Livio Cori e con la partecipazione straordinaria di Neri Marcorè (Guarda il video del quinto giorno) e infine, nel giorno di Calitri Capitale Europea della Cultura, il grande concerto di Vinicio Capossela dal titolo Sottaterra. Concerto per uomini e pesti. Un “Appening unico” anche nella durata (di circa sei ore) che ha ospitato sul palco alcuni dei protagonisti del nuovo album Ballate per uomini e bestie e diversi compagni di viaggio di una vita in musica: Roy Paci, Asso Stefana, Daniele Sepe, Victor Herrero, Micah P Hinson, Ago Trance e Cupa Cupa, Flaco Maldonato, Sergio Palencia, Manolis Pappos, Dimitri Mistakidis, Mariachi Tres Rosas e Bassa Banda Processionale (Guarda il video del sesto giorno). In chiusura, l’ultimo giorno, dopo l’orazione di Michela Murgia e il banchetto funebre nel Vallone Cupo, il concerto nel Castello di Sant’Angelo dei Lombardi di Giovannangelo de Gennaro e Peppe Leone e la grande festa da ballo in piazza con la Banda della Posta.

Per tutta la settimana non sono poi mancate le lezioni della Libera Università per Ripetenti, i giochi, laboratori e sottani per grandi e piccini, le attività di trekking e cicloturismo, le incursioni musicali del MUCCHIO SALVAGGIO IN MOVIMENTO e i percorsi processionali e le orazioni di Trenodía, progetto di arte pubblica partecipata firmato da Mariangela Capossela e dallo stesso Vinicio realizzato nell’ambito di Matera Capitale Europea della Cultura 2019: un corteo come forma d’arte che intende trasformare la lamentela in pianto rituale, il piagnisteo in altisonante lamentazione collettiva.

“Innanzitutto grazie”, dichiara il direttore artistico del festival Vinicio Capossela. “Tutti coloro che hanno scelto di prendere parte a questa edizione dello Sponz Fest hanno potuto fare esperienza dell’Alta Irpinia e godere della sua biodiversità: dall’Arco degli Zingari ai vicoli e piazze di Calitri, alla selva piena di sorgenti di Senerchia e il suo borgo medievale, al castello longobardo di Sant’Angelo, al centro storico di Lacedonia, trasformato in Ade dallo spettacolo realizzato in collaborazione con lo Sprar locale, alla balconata sulla Valle d’Ansanto di Villamaina, fino alla sommità lunare di Cairano. Una moltiplicazione dei luoghi e delle attività culturali che ha portato lo Sponz a allargare i propri confini con lo scopo di creare una comunità più ampia e di generare possibilità di incontro anche tra paesi non contigui.

Insieme abbiamo sperimentato l’abbraccio della terra e il buio delle origini nel Vallone Cupo a Calitri, sede dei concerti di SponzPest, dove è stata allestito un’anfiteatro naturale in una selva in grado di accogliere idee e persone senza problemi di spazio e di orario. 

È stato uno scavare nelle radici, un canto della terra e del sottaterra. Una denunzia e un esorcismo delle pestilenze contemporanee. 

Questa settima edizione è stata anche l’occasione per esperimenti nuovi prima di tutto nella fruizione degli spazi: lo sforzo di liberarci della plastica, di fornire acqua libera e cibo come momento culturale grazie all’allestimento di una miniera intraterrestre. Si è dato ampio spazio a momenti di approfondimento e di riflessione per scavare anche nel pensiero. C’è stata poi la sperimentazione di diverse forme dell’arte soprattutto grazie al corteo di Trenodia che ha saputo far convivere tanti linguaggi: dalla letteratura alla musica, fino alla performance. Una settimana con compagni di viaggio d’eccezione, culminata nel banchetto funebre e nel gran ballo finale con la banda della Posta che aveva inaugurato la prima edizione nel 2013. 

La cosa davvero miracolosa dello Sponz Fest sono coloro che vi partecipano. È prima di tutto la partecipazione che consente il miracolo.

Grazie dunque di cuore a tutti coloro che vi hanno partecipato in tante diverse forme: a chi ha contribuito con il proprio lavoro per la sua realizzazione e a coloro che hanno deciso di vivere questa esperienza da spettatori attivi e curiosi. 

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.