Lun. Dic 23rd, 2024

Il Banco di Cannavacciuolo, il grande chef anche con lo street food a Novara

Materie prime di qualità, ricette ispirate alla tradizione partenopea, un ambiente informale e al tempo stesso curato: alle porte di Novara, all’interno dell’outlet di Vicolungo, apre Antonino – Il banco di Cannavacciuolo, progettato dallo studio torinese lamatilde (matilde.it). 

Il nuovo format gastronomico ideato dallo chef di origini campane interpreta il cibo di strada in chiave gourmet, proponendo una cucina d’autore alla portata di tutti. Il locale, che abbina alla ristorazione la vendita di prodotti alimentari e non (libri di cucina, grembiuli e oggettistica) scelti dallo Chef, offre una selezione gastronomica da consumo immediato e on the go. Nel menù, trionfa la genuinità di specialità dolci e salate, come sfogliatelle, babà, pizza fritta, parmigiana di melanzane e il celebre cuoppo.

Da Nord a Sud, l’Italia è la patria dello street food, inteso come riscoperta del territorio e dei suoi sapori più autentici. In questo senso, lamatilde traduce in architettura la convivialità della cucina locale, a partire dalle sue radici più popolari.

“Il banco di Cannavacciuolo strizza l’occhio alla semplicità dei mercati: è la piazza ideale di Antonino, il luogo dove scoprire il cibo di strada dello chef stellato”, raccontano i designer.

La pianta è divisa funzionalmente in due, con un’area destinata alla preparazione dei prodotti e una per la vendita e il consumo degli stessi. Gli elementi architettonici presentano una disposizione tradizionale, con il bancone centrale sul fondo. A rafforzare la prospettiva frontale, che valorizza strategicamente i prodotti disposti lungo le linee di fuga, i due accessi laterali ai locali di servizio. Un secondo bancone trasversale al primo, i tavoli e le sedute, invece, stemperano la regolarità della pianta. Lungo le pareti laterali una struttura a tendalini, realizzata con pannelli specchiati, costituisce l’ultimo elemento della piazza ideale di Antonino: uno spazio di aggregazione che rievoca l’immagine del portico e il susseguirsi di tendoni dei banchi di un mercato immaginario.

Il progetto è stato curato in modo sartoriale in tutti i suoi aspetti, a partire dagli arredi: gli espositori a parete, che caratterizzano i prospetti laterali, si sviluppano su tre livelli e sono composti da due comparti storage in alto e in basso, e una sezione display centrale. Questa, in alcuni punti, presenta delle nicchie semicircolari che mettono in risalto determinati prodotti. La scaffalatura in legno introduce una nota materica calda, in contrasto con l’agile struttura verniciata di bianco. Al gioco ben calibrato di colori e texture, contribuiscono anche i banconi, rivestiti con una pasta cementizia creata ad hoc, con aggregati scelti in base alla palette del brand Antonino, che conferiscono allo spazio un tocco artigianale e un fascino rétro.

Il cibo di strada inteso come fattore di identità culturale è protagonista dell’allestimento, dell’immagine coordinata e di tutte le fasi di produzione, vendita e consumo delle creazioni di Antonino.

Dal corsivo vernacolare dal sapore vintage del logotipo (video: https://vimeo.com/342774597), alle illustrazioni che immortalano i momenti della giornata legati ai pasti; dal packaging irriverente che anima i prodotti facendo il verso ai detti napoletani più coloriti imitando la vivacità del mercato, ai pattern naif delle carte da parati, realizzati utilizzando al posto dei pennelli, forchette, fruste e coltelli (video: https://vimeo.com/342772228).

Dal carattere fortemente espressivo e artigianale, il progetto integrato firmato da lamatilde delizia occhi e palato. Cibo di strada sì, ma di qualità.

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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