I nuovi “apostoli” della delegazione sannita dell’Associazione Italiana Sommelier partono da Castelvenere, il «Comune più vitato del Sud» che, insieme alle realtà di Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso, è stato insignito ‘Città Europea del Vino 2019’, titolo conferito da Recevin, la rete che raggruppa circa 800 realtà di affermata produzione vitivinicola, sparse in undici Paesi europei. Nella settecentesca cornice del ‘Casino Pelosi’, la tenuta di contrada Foresta della ‘Vinicola del Sannio’, si è svolta nella giornata odierna la cerimonia di consegna degli attestati ai nuovi sommeliers che hanno ricevuto anche l’inconfondibile tastevin con catena e lo stemma, segnali distintivi delle figure professionali formate dall’associazione per la valorizzazione della cultura del vino e per diffondere la conoscenza e l’apprezzamento delle bevande alcoliche e dell’abbinamento cibo-vino.
A consegnare attestati e tastevin è stata la delegata beneventana dell’Ais, Mariagrazia de Luca, affiancata da Antonio Follo, Teresa Vietri, Luigi Di Santo, Andrea Vesce e Pasquale Di Nardo. La cerimonia rappresenta il momento di festa per salutare la fine del percorso didattico strutturato in tre livelli, durante i quali ai nuovi sommelier è stato fornito un bagaglio tecnico e culturale che ha permesso loro di superare l’esame finale, articolato in due giornate al fine di verificare la preparazione culturale e tecnico-pratica dei candidati attraverso una prova scritta e una prova pratico-orale.
Questi i nuovi sommelier sanniti: Anna Cerracchio, Gaetano Cofrancesco, Carlo D’Ambriosio, Giuseppe D’Amico, Maria Antonietta De Chiara, Carolina De Nisi, Danilo De Rosa, Benedetta Di Leone, Carmelina Frongillo, Giuseppe Lavorgna, Domenica Luciano, Angelo Orso, Antonella Rinaldi.
È stata una cerimonia diversa rispetto alle precedenti manifestazioni di consegna degli attestati ai nuovi sommelier. La delegata De Luca ha infatti scelto una location particolarmente suggestiva, la vecchia residenza di campagna di una nobile famiglia laurentina, oggi trasformata da Raffaele Pengue in una tenuta con 14 ettari di vigneto, dove si coltivano uve aglianico, falanghina, fiano e greco, tutte allevate a guyot. Nella grande sala vetrata con vista sulle vigne si è poi consumato il pranzo, preparato dallo chef Domenico Pellegrino della struttura castelvenerese Castelle Wine e Food. A rendere ancora più particolare la cerimonia, la presenza dell’Associazione Imbottigliatori Castelvenere, che raccoglie le cantine: Capolino Perlingieri, Castelle, Di Santo, Fattoria Ciabrelli, Fontana delle Selve, Grillo Mariamichela, La Feromani, Scompiglio, Simone Giacomo, Tenuta Le Vignole, Torre Venere, Vinicola del Sannio, Vitivinicola Pacelli. Il sodalizio ha presentato ai nuovi sommelier i propri obiettivi, soffermandosi sull’impegno che in questa fase coinvolge le aziende associate per la redazione della documentazione necessaria ad avanzare al Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo la richiesta di iscrizione dello storico vitigno sannita “camaiola” al Registro nazionale delle varietà di viti. L’operazione è partita da Castelvenere, dove recenti ricerche hanno portato alla luce la coltivazione, agli inizi del ‘900, di una varietà chiamata, appunto, “camaiola”, il cui nome scompare proprio quando prende ad affermarsi – a partire dallo stesso paese – quello di barbera. I produttori hanno illustrato ai partecipanti le caratteristiche di questo vino moderno, perché leggero e bevibile, godibile su tanti piatti tipici della cucina campana. Un vino al tempo stesso antico, per il suo essere profondamente radicato al territorio e a varie tecniche di vinificazione, gelosamente custodite da appassionati produttori con secolari storie enologiche familiari alle spalle.