Sab. Nov 2nd, 2024

Foto Pasticceria Napoli Archivio istituto Luce

La “Pasta ajeri” dei pescatori napolitani ha sempre avuto un posto importante nella narrazione della Pasqua a Napoli ed in Campania. Quella merenda un pò raffazzonata, decisiva per alimentarsi nelle giornate di pesca, costituendo insieme un primo, un secondo ed un dolce amalgamato dal grano cotto utilizzato per legare ricotta, uova e arance,  dal 1400 divenne nei secoli a venire di larghissimo consumo, con tante testimonianze che, soprattutto nell‘800, ci evidenziano una Napoli popolata in primavera anche da Lo Vennetore de Grano pe la Pastiera, ce lo narra in poesia il volume del 1875 “Galleria di Costumi Napolitani verseggiati per musica da Domenico Jaccarino , giornalista-storico napoletano che, subendo la censura savoiarda dopo l’Unità d’Italia,a causa delle critiche che muoveva dai suoi giornali al governo, passò in tarda età ad argomenti più leggeri…. tra i quali la narrazione di usi e costumi. Nel suo libro, accanto alla descrizione di tanti lavori e personaggi descritti tra fondachi, vichi e strade eleganti della città, troviamo anche spazio appunto per il grano per pastiera, venduto per strada in maniera ambulante, da un soggetto comunemente chiamato ( o chiamata) la guappa Pascarella, ovviamente da Pasqua. . 

Questo l’incipit : 

Grano pe la Pastiera! grano pe la Pastiera! Venuta è Pascarella nzieme a la Primmavera! lo vaco cammenanno de pressa o chiano, chiano, E vaco addô me chiammano a vennere lo ggranol Signô, mo ch’ è benuta la guappa Pascarella … Facite liu guagliuni porzì la pasterella.

Tutta in rima si continuava a incitare ad acquistare il grano per farla da sè, evidenziando di rifuggire dallo “speziale”, nonchè avverte che seppur necessario mangiare a Pasqua il Casatiello, dopo il salato, è d’uopo la pastiera, senza di essa, infatti, “ Nu Pare Pasca” e ,visto che “se magna na vota all’anno , chi non fa Pastiera non sa lo magnà buono de casa dove stà” .

Altra bella testimonianza è quella fotografica che troviamo nell’Archivio dell’Istituto Luce, grazie al Fondo Amoroso, prodigo di scatti nella Campania agricola degli anni ’30 del novecento. La foto dell’aprile del 1939 a Napoli evidenzia anche  il panorama estremamente maschile del mondo della pasticceria del tempo…ma soprattutto  la forma mai mutata ed attualissima del dolce con il grande contenitore per il grano cotto protagonista delle cucine, con forni a legna, in grado di sfornarne quantità elevate nei febbrili giorni che precedevano Pasqua. 

Carlo Scatozza

Foto Pastiera Archivio istituto Luce

Fonti delle foto Istituto Luce

data: 04.1939

autore: Amoroso, Roberto

luogo della ripresa: Napoli

Di Carlo Scatozza

redattore di Campania Slow | Contatto Facebook: http://it-it.facebook.com/people/Carlo-Scatozza/1654720386

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